Il felino uno degli animali più belli ed eleganti presente in natura, un animale domestico che sa dare tanta felicità alla famiglia che lo accudisce. In grado di essere dolce e tenero quando emette le proprie fusa, ma se si innervosisce affila i propri artigli e sa bene come difendersi, non per questo dobbiamo temere tale meravigliosa creatura (personalmente vivo con due gatte), la quale però può purtroppo trasmettere malattie più insidiose e talvolta più pericolose di un graffio, come la Toxoplasmosi.
La toxoplasmosi è un’infezione causata dal protozoo Toxoplasma gondii. Tale protozoo ha un ciclo vitale particolare, la sua riproduzione sessuata si verifica solo nell’intestino dei gatti; da tale riproduzione si formano delle oocisti che vengono emesse con le feci e possono restare nel terreno per mesi. In questo modo possono contaminare altri organismi ospite; una volta ingerite le oocisti si trasformano in tachizoiti, questi ultimi si diffondono in tutto il corpo e formano cisti tissutali nel tessuto neuronale, oculare e muscolare.
Fortunatamente tale infezione non è né letale né grave in un individuo immunocompetente, difatti, quando si sviluppa immunità, la moltiplicazione dei tachizoiti cessa e si formano cisti tissutali. Le cisti persistono in uno stato inattivo per anni, soprattutto nel cervello, negli occhi e nei muscoli.
Oltre all’ingestione diretta o di tessuti contaminati, l’infezione può trasmettersi per via transplacentare da madre a feto, se la madre è stata infettata durante la gravidanza. La trasmissione è straordinariamente rara nelle donne immunocompetenti che sono state infettate con Toxoplasma e hanno sviluppato l’immunità prima della gravidanza.
L’infezione acuta è di solito asintomatica, ma in una piccola percentuale di pazienti (10-20%) possono manifestarsi sintomi come: ingrossamento dei linfonodi, sindrome simil-influenzale con febbre, malessere, mialgia, epato-splenomegalia, e meno comunemente, faringite. Tali sintomi possono persistere per settimane, ma sono quasi sempre autolimitanti.
Nei pazienti immunocompromessi, come ad esempio soggetti affetti da AIDS, possono presentarsi condizioni più gravi associate al coinvolgimento del sistema nervoso centrale con: cefalea, alterazione dello stato mentale, convulsioni, coma, febbre, e talvolta deficit neurologici focali, come per esempio deficit motori o di sensibilità, paralisi dei nervi cranici, anomalie visive, e convulsioni focali.
La forma più temibile di infezione è sicuramente quella congenita, trasmessa dalla madre durante la gravidanza. Possono manifestarsi aborto spontaneo, mortalità neonatale e difetti congeniti. La malattia nel neonato può essere severa, in particolare se acquisita precocemente nel corso della gravidanza; i sintomi comprendono ittero, rash, epatosplenomegalia, e la caratteristica tetrade di anomalie:
- Retinocoroidite bilaterale (Infezione del rivestimento della parte posteriore del bulbo oculare e della retina)
- Calcificazioni cerebrali
- Idrocefalo (aumento delle dimensioni della testa causato da un accumulo di liquido nel cervello) o microcefalia (riduzione delle dimensioni della testa)
- Ritardo psicomotorio
La diagnosi si basa su:
- Analisi del sangue per rilevare la presenza di anticorpi contro il parassita
- TAC/RMN cerebrale nel caso di un possibile interessamento cerebrale, seguita da una puntura lombare (rachicentesi)
- Esame microscopico e analisi per la ricerca del DNA del parassita nel tessuto del cervello o di altri organi colpiti
Il trattamento della toxoplasmosi non è indicato per i pazienti immunocompetenti che sono asintomatici o hanno un’infezione acuta lieve e non complicata. La terapia è richiesta solo quando è presente una malattia viscerale o se i sintomi sono gravi o persistono e deve essere prescritta dal medico dopo le opportune valutazioni cliniche e diagnostiche.