Nacque nel 1376 a Napoli e in seguito alla morte del padre Carlo III, in un periodo di grandi sconvolgimenti per il regno, divenne re a soli dieci anni: motivo per cui visse tutta la sua adolescenza sotto la reggenza della madre Margherita.
Collezionò tre matrimoni e un numero impressionante di altre donne. Nessun erede. Aveva un carattere violento e dispotico, difese il regno contro le mire dei baroni e dei pretendenti di un altro ramo degli Angiò; temerario in guerra morì a Napoli nel 1414 a soli 38 anni, non è chiaro se per sifilide o avvelenamento.
Lo stesso giorno della sua morte Giovanna veniva incoronata regina di Napoli, anche lei più matrimoni e nessun erede. Ultima rappresentante della casata Angiò-Durazzo, trascorse una vita turbolenta, costretta come Ladislao a difendere il regno dai pretendenti e in contrasto col pontefice. In altri ambiti non fu da meno del fratello sempre assetata di sangue e di sesso. Suo principale amante fu il gentiluomo Sergianni Caracciolo. Quest’uomo ambiziosissimo, avido di ricchezze e di potere, esercitò un tale dominio sulla regina da divenire, da primo ministro qual era, il vero padrone del regno; finché lei, stanca di esserne succube, lo fece assassinare in Castel Capuano (1432)
Il monumento funebre a Ladislao di Durazzo è un monumento sepolcrale tardo-gotico (alto 18m ) di Andrea da Firenze completato in diverse parti da altri autori toscani, in un arco temporale che va dal 1414 al 1428 circa, ubicato nella chiesa di San Giovanni a Carbonara di Napoli.
Mentre Giovanna, morta tre anni dopo il suo favorito, non venne sepolta qui, ma nella Santissima Annunziata Maggiore, altra chiesa di fondazione angioina. Della sua tomba però si persero le tracce dopo il rovinoso incendio del 1787.