Khaby Lame è l’italiano più seguito sui social.
Ha appena 21 anni e abita a Chivasso in provincia di Torino.
Nato in Senegal il 9 marzo 2000, é arrivato in Italia coi suoi genitori quando aveva circa un anno.
In brevissimo tempo, ha raggiunto un tale numero di followers tra gli oltre 50 milioni di TikTok e gli oltre 12 milioni su Instagram, superando di gran lunga i ‘Ferragnez’ e Gianluca Vacchi, da sempre avanguardisti del mondo patinato dei social media.
La sua storia é molto particolare, lanciato sui social da una voglia di riscatto dopo la delusione lavorativa.
Prima di diventare una star di Tiktok, difatti, lavorava come operaio in una fabbrica del torinese finché non é stato licenziato all’inizio della pandemia.
È diventato un vero fenomeno social: è il re italiano di TikTok, il più seguito in assoluto nel nostro Paese, con uno scarto enorme rispetto al secondo che é Gianluca Vacchi con 17 milioni ed è entrato tra i Top100 del mondo, sebbene lontano dai 115 milioni della numero uno Charlie D’Amelio.
Ha iniziato in sordina a marzo 2020, in pieno lockwdown, pubblicando un video in cui si disinfetta le mani con il gel, poi l’esplosione e il contatore dei followers letteralmente impazzito.
La caratteristica dei suoi video é la cd. “reaction” ovvero lui riprende i video virali di altri utenti che, per fare cose semplici, realizzano imprese complesse e surreali.
La sua reazione viene descritta attraverso scene sempre mute, in cui non fa altro che banalizzare, con giochi di sguardi ed espressioni facciali ( che ricordano un po’ una via di mezzo di comicità tra Will Smith e Bill Cosby all’epoca dei famigerati Robinson) azioni di grande semplicità, il tutto concluso con un silenzioso “ovviamente” o “come volevasi dimostrare”, manifestato dal gesto delle mani portate in avanti ad evidenziare l’ovvieta’ di un comportamento o di una azione.
La sua creatività sta proprio nella controtendenza social: non realizza video per farsi vedere, ma demolisce ciò che gli altri hanno realizzato e con successo per riderci su, con goliardate tra amici (forse un tantino numerosi ora), quasi con la dinamica dei giochetti tra i banchi o gli intervalli al liceo.
A fargli da spalla, di recente, addirittura Alex Del Piero.
Il motivo del successo sui social di Khaby Lame? Non tanto il contenuto quanto il suo stile: la stessa espressione di stupore mista a noia che si presenta ad inizio di ogni ripresa e che è diventata la sua peculiarità, utilizzando espedienti semplici, quali smorfie, ghigni e gag anche banali per far ridere in modo universale, non attraverso il linguaggio come meccanismo comunicativo e che, in un tan tan tra i social, ha convinto e attratto l’attenzione di ben 65 milioni di followers nel mondo se per curiosità, interesse o voglia di divertirsi non importa….
I numeri raggiunti testimoniano che il suo sogno é divenuto realtà e ora, tramite la sua voglia di mettersi in gioco, i social sono non solo fonte di incredibile visibilità quanto anche fonte di guadagno (grazie al fondo creator di TikTok e le sponsorizzazioni) per aiutare, come si é sempre ripromesso, la famiglia e gli amici.
Nelle sue interviste, ha raccontato di essersi iscritto su TikTok durante il primo lockdown, nella primavera del 2020, un po’ per noia e un po’ per gioco, e che sono stati i suoi amici a spingerlo a fare video su internet, partendo da Youtube ma non ottenendo successo o seguito consistente, perché gli è sempre piaciuto far ridere le persone.
La sua esplosione su TikTok deriva dalla caratteristica del suo algoritmo che , a differenza degli altri social, permette anche a chi ha pochi follower di apparire nella pagina “For You” dove vanno trasmessi in rotazione e a ripetizione i video, con alta probabilità di farsi vedere e, perché no, divenire virali.
In pochi mesi aveva già raccolto molti followers, ma è stato grazie alla trovata dei video sfotto’ che scimmiottano i contenuti realizzati da altri che è esploso nelle ultime settimane, passando in pochi mesi da 600mila followers a milioni, entrando nella classifica dei dieci utenti più seguiti sull’app del social cinese.
Lame non fa, però, solo “reactions video”, anzi utilizza la sua piattaforma per affrontare temi delicati che gli stanno a cuore, come il movimento Black Lives Matter, descrivendo com’è crescere e vivere n Italia se si è neri con riferimento al razzismo ancora persistente nel Bel Paese nonché attività di sensibilizzazione di problematiche sociali, quali la recente situazione di conflitto israelo-palestinese.
Ma qual’e il paradosso più grosso di questo orgoglio italiano?????
Lame è vittima dell’intricato sistema di riconoscimento della cittadinanza italiana.
Pur vivendo stabilmente in Italia da 20 anni e identificato come il rappresentante social italiano più famoso al mondo, non ha ancora la cittadinanza italiana!!!!
Ha dichiarato di recente proprio in merito alla sua condizione di cittadino italiano senza cittadinanza :«No, non ce l’ho. Mi dispiace tanto. Non è giusto. Per esempio, per questo viaggio che devo fare negli Stati Uniti è tutto difficile, anche ottenere il visto. Eppure mi hanno invitato come italiano, andrò a Los Angeles come italiano, perché io sono italiano. L’altro giorno il mio video era sui megaschermi di Tokyo e sotto c’era scritto: tiktoker italiano».
La contraddizione di un sistema che rallenta i diritti e dimentica l’importanza di adeguarsi ad una società plurale e multietnica…che deve fare necessariamente i conti con la commistione e la libertà di colori, culture e appartenenze!!!!
Ma non è solo un problema italiano quello dell’accettazione del diverso, dell’immigrato, dell’extracomunitario.
Luna Reyes, una volontaria della Croce rossa in Spagna, è stata sommersa da una valanga di attacchi razzisti sui social dopo lo scatto virale in cui abbraccia e accoglie un migrante senegalese sbarcato a Ceuta, appena arrivato dal Marocco su una delle spiagge dell’enclave spagnola.
Il ragazzo disperatamente si stringe a lei in lacrime e lei non fa che cercare di tranquillizzarlo dopo avergli offerto dell’acqua.
Siamo di fronte ad un episodio di immensa umanità, eppure non tutti la pensano allo stesso modo.
Ai messaggi di appoggio e supporto incondizionato, rivolti alla volontaria sui social, hanno fatto da contraltare quelli di odio con insulti e razzismo che hanno costretto la volontaria, appena 20enne, spagnola ad impostare come ‘privato‘ il suo profilo social dopo aver scoperto che anche il suo ragazzo fosse nero, non hanno smesso di insultarla e di dirle cose “orribili e razziste”, ha raccontato nelle interviste.
Lei, stupita e stravolta, dichiara, nelle sue interviste, “L’ho solo abbracciato”, facendo quello che le è parsa la risposta “più normale del mondo” a una “richiesta di aiuto”, ad una persona che temeva di morire in mare e che un semplice abbraccio ha fatto ritornare alla vita, pur non conoscendosi le sorti del migrante, nello specifico, se appartenga alla massa di rimpatriati dal leader politico spagnolo.
La 20enne, che sta svolgendo un tirocinio a Ceuta, con la sua storia, è divenuta protagonista di una campagna di solidarietà che ha raccolto le adesioni anche di esponenti del governo: “È molto più di una foto. È un simbolo di speranza e solidarietà“, ha commentato la vicepremier Yolanda Díaz o ancora “Non permetteremo che l’odio vinca” ha scritto su Twitter Rita Maestre, consigliera del Comune di Madrid.
Di fronte alla notizia dell’odio in rete contro la giovane volontaria, il web ha così avviato una ‘controffensiva’ con messaggi che hanno elogiato il gesto di Luna e l’hashtag #GraciasLuna entrato nei trend di Twitter.
Siamo ancora troppo lontani dall’idea dell’accoglienza alla sua concreta attuazione.
Accoglienza non significa solo non respingere i poveri disperati in mare o improntare una politica di integrazione (per quanto importantissimo), ma cambiare mentalità e iniettare una nuova cultura della condivisione e dell’interscambio perché, senza una rivoluzione nelle relazioni e nell’eliminazione delle diffidenze nei confronti dell’altro da noi, accoglienza resta una parola vuota, priva di significato, inconsistente e inattuabile…dimenticando l’insegnamento del grande Maestro sull’amore universale nei confronti di tutti senza alcuna differenza, anzi con particolare attenzione ai più deboli e fragili, agli ultimi “…perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di te!!!”.