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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
La tana del Bianconiglio

L’aragosta “Banana”

Nicoletta Gammieri
Nicoletta Gammieri 2 anni fa
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3 Min Lettura
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Qualche giorno fa a Tenants Harbour, il pescatore di aragoste Marley Babb Marine ha chiesto aiuto allo Science Center dell’Università del New England a Biddeford perchè nella sua rete ha trovato un’aragosta completamente gialla.

Questi esemplari sono rarissimi, in percentuale è possibile vederne solo uno ogni 30.000.000.

Il colore, in realtà non è dovuto assolutamente ad una “varietà”, ma ad una mutazione genetica delle proteine legate ai pigmenti del guscio: il leucismo che riduce il pigmento rendendo l’animale meno rosso e più giallo.

Le aragoste, genericamente, sono crostacei dell’ordine “decapoda” che vivono sui fondali; si tratta di una specie gregaria.

In questo animale si dice che risieda “l’elisir di lunga vita” in quanto il DNA non subirebbe invecchiamento, pertanto la morte non avverrebbe mai per “vecchiaia” ma solo ed unicamente per lo sforzo nel cambio del carapace o per le eventuali infezioni dovute a questo; infatti fino ad ora oggi sono stati avvistati anche esemplari di 20 kg e che superano i 150 anni.

Abbiamo già parlato dell’albinismo in alcune specie e possiamo differenziarlo dal leucismo per i caratteristici “occhi rossi”, infatti nell’ultimo l’assenza di pigmentazione è solo parziale e può essere trasmessa alla progenie.

Banana, questo il simpatico nome della “speciale” aragosta, si trova presso l’Arthur P. Girard Marine Science Center (MSC) nel campus di Biddefor dove veterinari, biologi e massimi esperti nel settore stanno prestandole le migliori cure possibili per poi decidere se rimetterla in libertà.

Infatti essendo questo esemplare “unico”, a causa del proprio colore è più evidente ai predatori di ogni tipo e quindi maggiormente in pericolo in “natura” rispetto ad un habitat artificiale, resta semplicemente da chiedersi quanto, però questo sia giusto; quanto è giusto arrogarsi il diritto di scegliere sulla libertà di un essere vivente, anche se questo va a tutela e vantaggio della sopravvivenza dello stesso? Una cosa è certa, se non fosse stato per il suo eccezionale colore, Banana, si troverebbe già a fare da pregiata cena o pranzo, sorte che invece a tutte le “sorelle” banalmente rosse è toccata.

Ricordiamo che proprio ad agosto è stato fatto un appello dalla “British Veterinary Association” per esortare cuochi e chef a non bollire vive queste povere creature (vietato già in Norvegia, Svizzera, Austri a Nuova Zelanda che impone la storditura prima della cottura) e, come da sempre è usanza in gastronomia. Già nel 2013 gli scienziati Bob Elwood e Barry Magee del Queen’s School of Biological Sciences avevano dimostrato che la pratica provocasse indicibili sofferenze a queste innocenti creature… come se non potessimo immaginarlo, ma l’essere umano ha sempre bisogno di prove “scientifiche” senza le quali si sentirebbe autorizzato a compiere qualunque gesto crudele per il proprio edonismo!

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Nicoletta Gammieri Feb 24, 2021
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Pubblicato da Nicoletta Gammieri
Nasce a Napoli il 29 agosto 1984, frequenta l'Università di Medicina Veterinaria, ma la lascia per seguire nel 2006 la sua vera strada “gli Interventi Assistiti con gli Animali”diventando coadiutore del gatto e del coniglio, del cane e dell'asino. Si Forma come Educatrice Cinofila. Partecipa a numerosi progetti in strutture socio-sanitarie: Scuole, Carceri, Ospedali, Case Famiglia. A gennaio 2014 apre un negozio di Mangimi ed Accessori per gli Animali, Il Bianconiglio (totalmente contrario alla vendita di animali).
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