La sezione di arte contemporanea del Museo e Real Bosco di Capodimonte si arricchisce di una nuova
opera dell’artista napoletano Umberto Manzo: “Senza Titolo”, 2016. Un’opera di grandi dimensioni (cm 280×220) che Manzo ha voluto donare a Capodimonte seguendo la scia di altri grandi esponenti dell’arte contemporanea come Alberto Burri, Jannis Kounellis, Louise Bourgeois, Mimmo Jodice e Mimmo Paladino.
Dagli anni Ottanta, le mostre dei singoli artisti contemporanei al Museo di Capodimonte sono state organizzate in sinergia con galleristi privati: Lucio Amelio, Peppe Morra, Lia Rumma, Lucia e Laura Trisorio, Alfonso Artiaco. “L’opera è un polittico di nove elementi realizzato con tecnica mista su carta e tela, legno, ferro, vetro – afferma Manzo – e rappresenta la testa di Afrodite. Come tutti i miei lavori, vuole essere una sintesi tra arte antica e contemporanea, con un chiaro riferimento anche a Napoli, città stratificata per eccellenza, un tentativo per dire che l’arte è una sola, senza distinzioni temporali”. “Ho voluto donare quest’opera a Capodimonte – continua l’artista – perché credo che sia particolarmente indicata per un museo che racchiude tutta la storia dell’arte, dal ‘300 ai giorni nostri, con una grande apertura verso il contemporaneo. E’ un grande onore e un importante riconoscimento per me, come per ogni artista, avere una propria opera nella sezione di arte contemporanea del Museo e Real Bosco di Capodimonte, accanto a maestri come Burri, Paladino, Warhol, Kounellis e Mimmo Jodice”.
Il lavoro dell’artista partenopeo è caratterizzato da un percorso che l’ha portato a confrontarsi con tecniche e materiali eterogenei, quali l’emulsione fotografica, la grafite, la pittura a olio, i colori e le colle vegetali. Nelle opere, l’artista sperimenta nuove soluzioni per realizzare i suoi archivi della memoria, continua a stratificare i suoi disegni e li colloca nello spessore del telaio creando poi tagli multiformi, sagome di sculture classiche o profili di volti, attraverso i quali riemergono le carte con infinite narrazioni. L’artista indaga la materia ispirandosi alle architetture classiche.
Una seconda donazione, “Senza titolo” del 2013, è stata fatta dall’artista al Museo di Arte Contemporanea, “Madre”, entrando a far parte della collezione permanente del museo. L’opera di Manzo, anche in questo caso, è un polittico di nove elementi realizzato con tecnica mista su carta, acciaio e vetro. E’ il luogo della mente e della indagine artistica che nelle stratificazioni di carte disegnate, costituisce un repertorio astratto di pensieri e gesti, immagini e immaginari depositati nella memoria collettiva. Se nelle sue prime opere, si è confrontato con tecniche e materiali eterogenei, nelle opere più recenti Manzo sperimenta soluzioni inedite, in cui continua a stratificare i suoi disegni e a collocarli nello spessore del telaio, creando tagli multiformi e sagome differenti.