Intorno al XVI secolo di fronte al museo vi era uno spazio vuoto che arrivava fino a piazza Dante denominata allora “largo Mercatello”, cosi chiamato per non confondersi con piazza Mercato ben più grande. Tra la fine del ‘500 e l’ inizio del ‘600 si utilizzò l’intera area per costruirvi il deposito granario della città dando luogo alle “Fosse del Grano” realizzate a ridosso delle mura perimetrali dall’antica porta di Costantinopoli ad inizio della omonima via, fin quasi all’altezza di port’Alba.
Ma nel 1804, con l’abolizione del monopolio annonario, ebbe inizio il loro declino e la struttura, non più utilizzata come deposito, fu adibita prima a prigione e poi come caserma militare. Nel 1848 fu demolita per edificato il nuovo Parlamento, ma quest’idea non trovò appoggi, fu invece accolto il progetto del prolungamento di via Toledo fino al palazzo del Museo che diede il via alla demolizione di alcuni edifici della zona tra cui la porta di Costantinopoli, nel 1853, fu aperta la salita delle Fosse del Grano, attuale via Pessina.
Dopo l’Unità venne risistemata la salita della Fosse del Grano, che assunse il nome di “via Museo Nazionale”, attuale via Pessina e fu aperta via Bellini che sarebbe dovuta arrivare fino a piazza Dante ma che in realtà dovette fermarsi dinanzi al palazzo Rinuccini, proprietà del barone Tommasi, che non volle cedere nell’abbattimento del suo palazzo. Ma i problemi che impedirono di terminare la via davanti al Museo, furono molteplici ,fu allora deciso di costruire un porticato che nel 1869 fu ampliato in galleria commerciale (Galleria principe di Napoli) con copertura in ferro e vetro. I lavori per l’erezione di questa iniziarono nel 1870 e dopo alcune sospensioni furono definitivamente completati nel 1883.