Le Mans ’66 – La grande sfida è l’ultimo film diretto da James Mangold, che vede come protagonisti Matt Damon e Christian Bale. Ambientato negli anni ’60, il lungometraggio distribuito da Walt Disney Motion Pictures si ispira alla vera storia di due piloti, Carroll Shelby e Ken Miles, che decidono di mettere alla prova il predominio della Ferrari a bordo di una Ford.
Sebbene si possa pensare che il film si limiti a raccontare un’impresa sportiva, in realtà Le Mans ’66 trova i suoi punti di forza in una narrazione molto più ampia, in cui è la collaborazione tra Shelby e Miles a costruire qualcosa di straordinario sia a livello competitivo che umano, mentre sullo sfondo si staglia la rivalità tra Ford e Ferrari (fortemente richiamata dal titolo originale della pellicola, ossia Ford vs. Ferrari).
La storia è infatti ambientata in un periodo particolarmente intenso per le due case automobilistiche, con il cavallino di Maranello ormai già riconosciuto come simbolo di velocità e successo a livello mondiale e il marchio statunitense impegnato a rincorrere l’obiettivo di creare una macchina ancora più affidabile e veloce rispetto a quelle di casa Ferrari. Basti pensare che nel 1963, lo stesso Henry Ford tentò di acquisire l’azienda italiana ma senza riuscirci, dovendo così puntare tutto sulle sue forze per raggiungere il suo personale traguardo.
All’interno di questa rivalità tra case automobilistiche si muovono i protagonisti del film, appunto Carroll Shelby e Ken Miles, chiamati in virtù delle loro abilità tecniche e di guida a portare la Ford al successo in una delle gare più prestigiose del mondo, ossia la 24 ore di Le Mans. I due personaggi, così diversi tra loro ma capaci di diventare complici e complementari, intersecano perfettamente le proprie caratteristiche: Shelby, ritiratosi dalle corse per motivi di salute si rivela un eccellente designer e progettista, la “mente” adatta per supportare Miles, dal carattere irruento e spesso incontrollabile, chiamato a guidare al successo la sua Ford.
È proprio questa eccellente caratterizzazione dei personaggi uno dei punti di forza che rende Le Mans ’66 un prodotto cinematografico eccellente, che non si limita alla mera trasposizione di un evento sportivo, ma cerca di approfondire le tematiche umane che ne sono alla base. Da questo punto di vista, un ottimo lavoro è stato svolto anche con tutti i personaggi secondari, a partire da Henry Ford ed Enzo Ferrari (interpretato da Remo Girone), che vanno a completare un quadro d’insieme estremamente accurato e ben messo in scena.
Candidato nella categoria “Best Movie” alla Notte degli Oscar, pur non risultando vincitore (suoi comunque i premi per il Miglior Montaggio e il Miglior Montaggio Sonoro) Le Mans ’66 – La grande sfida sarà sicuramente ricordato come uno dei più interessanti film riguardanti lo sport, come ricorda Betway nel suo blog, tra quelli che maggiormente hanno lasciato il segno nel corso del tradizionale evento hollywoodiano. Gran parte del merito va ascritta alla direzione di Mangold, già regista dell’ottimo Logan, che qui è sembrato particolarmente a suo agio nell’analizzare la dimensione umana e i contrasti che possono caratterizzare i rapporti tra coloro che comandano e i veri artefici di imprese importanti, quasi a voler lanciare un messaggio in codice all’industria cinematografica, ma anche alla presenza di attori di grande valore come Matt Damon e Christian Bale, che in quest’occasione hanno saputo mettere in campo tutta la loro abilità nel tratteggiare l’immagine dei due personaggi interpretati.
Gli unici appunti da muovere al film potrebbero riguardare da un lato la durata eccessiva, oltre due ore e mezza che oggi difficilmente lo spettatore medio digerisce, a meno di non essere particolarmente interessato alla proiezione, e dall’altro una struttura forse troppo stereotipata, come spesso rintracciabile in un certo genere di produzioni hollywoodiane.
Al netto di queste che possono essere piccole sbavature in un progetto complessivo molto ben costruito e piacevole, Le Mans ’66 – La grande sfida rappresenta senza dubbio uno dei film più validi del 2019, importante anche per ricordare la storia di un’impresa sportiva forse oggi poco nota ai più, ma che merita di essere annotata tra i successi più emozionanti di sempre.