A volte ritornano. Per il n 90 di Le Storie Bonelli, Pasquale Ruju ha deciso di recuperare niente meno che Raymond Cassidy, personaggio nato (e morto) dalla sua penna ben 10 anni fa. Era il 2011 infatti, quando, dopo una corsa al NOS di 18 numeri, il rapinatore a portare a compimento la sua vendetta, (ri) andandosene in un ultimo lampo di gloria. Questa volta però non è l’enigmatico Bluesman a riportarlo in vita. La magia stile “Il Corvo” che lo ha sostenuto per un anno e mezzo, nel ’77 (per noi fra il 2010 e il 2011), si è esaurita assieme alla sua vendetta.
Eppure su un personaggio come Raymond Cassidy era rimasto ancora qualcosa da dire. In fondo quei diciotto volumi avevano tratteggiato una figura quanto mai ricca e sfaccettata. Scampato alla morte già in tenera età, reduce del Vietnam, tradito dalla corruzione del proprio paese (incarnata dal binomio Malcolm Howlag/Jack Reggia); e ancora, tattico geniale, amico fedele, criminale spietato ma di buon cuore. Cassidy si presentò come un concentrato di epos anni ’70, l’archetipo del duro da poliziesco anni ’70. E di anni ’70 è pieno sia questo volumetto che la serie originale. Ruju lo recupera allora con questa mini in tre episodi per la collana Le Storie, al suo esordio con questo volume dal titolo Cenere alla cenere.
Per non ripetersi, questa volta Ruju fa a meno del presupposto utilizzato nella storia del 2010, dando alla storia un respiro più “quotidiano”, se così si può dire. Il riferimento a Il Corvo non era infatti casuale. Come il fumetto di James O’Barr e il film fi Alex Proyas, quella del 2010 fu una classica revenge story in salsa seventies, con un duro dal cuore puro scatenato e in cerca di una vendetta sanguinosa, al di là di qualsiasi possibile redenzione.
Questa nuova mini di tre episodi racconta invece gli ultimi anni di Cassidy, soffermandosi sui suoi anni da “onesto criminale”. La narrazione opta quindi per un ritmo più episodico, soffermandosi su alcune imprese significative nella sua carriera. Il tutto è ricostruito a partire dai file recuperati dall’FBI, e sviluppata dagli agenti Clayton e Foster all’indomani del funerale (definitivo) di Cassidy. Una sorta di antologia criminale, tenuta assieme da una narrazione quadro minimale, rappresentata dal dialogo tra i due agenti.
Il doppio livello è sottolineato dal doppio stile grafico del volume. La storia cornice è infatti affidata al tratto vagamente spigoloso e chiaroscurale di Armitano e Gianluigi Gregorini, che restituiscono la sensazione fumosa e placida dell’ufficio notturno in cui i due agenti ricostruiscono i loro cold case.Il racconto principale viene sviluppato invece dal tratto più morbido di Elisabetta Barletta, in grado di rievocare l’assolata San Diego criminale dell’epoca.