Una volta poteva capitare una telefonata con incorporato lo scherzo che serviva per strappare una risata e riagganciare ferocemente dopo aver ingannato il destinatario inconsapevole.
Oggi, non si parla più di scherzi a parte, ma di vere e proprie truffe telefoniche, strutturate attraverso personaggi con precise funzioni e ruoli che nella dinamica dell’inganno e’ congegnata in maniera quasi perfetta.
E in questa settimana è emersa la tendenza a colpire anche Vip e non solo Nip, soprattutto coloro che appartengono alla ricchezza nazionale al fine di ricavarne un bel cospicuo bottino per motivi di sicurezza nazionale.
A tal proposito, Guido Crosetto ha presentato alla procura di Milano l’esposto per sostituzione di persona in qualità di ministro della Difesa, dopo che il suo nome è stato usato in queste settimane per mettere a segno la truffa nei confronti di una serie di imprenditori e professionisti di successo : una lista di nomi rilevanti a cui sono state chieste cifre da capogiro per liberare giornalisti rapiti in Medio Oriente.
Tutto sarebbe iniziato martedì scorso con la chiamata di un grande imprenditore che, come ha spiegato lo stesso Crosetto, chiede come mai la sua segretaria lo abbia contattato chiedendo delle somme per motivi legati a interessi di carattere nazionale.
Si verificano ulteriori episodi, con la notizia di un imprenditore che avrebbe fatto un bonifico di circa un milione di euro ad un conto su richiesta proprio del ministro e di un “sedicente generale” appartenente alle forze dell’ordine
All’imprenditore amico, Crosetto avrebbe addirittura inviato “i carabinieri a casa” per recuperare il bottino richiesto.
Verifiche e indagini giudiziarie sono tuttora in corso su un elenco che inquirenti e investigatori hanno in mano con i nomi di tutti coloro che sarebbero stati chiamati per quella che i truffatori hanno cercato di spacciare come una “questione urgentissima” relativa a motivi legati “alla sicurezza nazionale”.
Dall’altra parte del telefono una voce, non riprodotta dall’intelligenza artificiale, molto simile a quella del responsabile della Difesa o di un fantomatico componente dello staff del ministro, che racconta di inesistenti giornalisti rapiti in Iran, Siria e comunque in zone pericolose e chiede un aiuto per pagare riscatti milionari con garanzia di restituzione.
I soldi arrivano attraverso un bonifico da versare su conti esteri, anche a Hong Kong e per il colpo andato a buon fine, inquirenti e investigatori stanno battendo la pista del denaro, rincorrendo i flussi che portano all’estero, per poi svanire in qualche paradiso fiscale. In più, per riuscire nella missione quasi impossibile di bloccare il milione di euro sono stati attivati i canali di cooperazione internazionale con le procure interessate a rintracciare eventuali responsabili .
La creativa truffa sarebbe nata sfruttando il caso di Cecilia Sala avendo come obiettivo prevalentemente industriali e professionisti con determinate caratteristiche e un certo target tra cui Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Giorgio Armani, Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo, le famiglie Caltagirone, e i Del Vecchio. Finora sono arrivate in procura le denunce di Massimo Moratti, delle famiglie Aleotti, azionista del gruppo Menarini, e i Gussalli-Beretta, proprietari della multinazionale produttrice di armi.
L’imprenditore ed ex presidente dell’Inter è stato bersagliato di telefonate anche nei giorni successivi alla denuncia, con altre richieste, a quel punto fallite, di versamenti. Hanno invece pensato subito a una truffa i Gussalli Beretta, ai vertici dell’omonima azienda, così come altri nomi noti del mondo dell’imprenditoria e professionisti di un certo peso. Fanno parte di un elenco di persone contattate e su cui il pm milanese Giovanni Tarzia, il procuratore Marcello Viola e i carabinieri del nucleo investigativo stanno facendo accertamenti: tra questi Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Giorgio Armani, Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo, le famiglie Caltagirone e Del Vecchio (non Leonardo) e tanti altri vip facoltosi.
Il meccanismo ideato dalla rete di truffatori, che si sarebbero spacciati per il ministro della Difesa imitando la sua voce o per un uomo del suo staff o un dirigente, avrebbe utilizzato tantissimi numeri clonati, uno con prefisso di Roma, compatibili con quelli del ministero, quindi ancora più subdoli.
Quindi non solo persone comuni nel bersaglio dei malfattori delle truffe telefoniche.
Seppure sgominata una delle bande di criminali con basi in tutta Italia, altre operano indisturbate e continuano a mietere vittime negli anziani che si affidano per paura e istinto di protezione nei confronti del proprio familiare apparentemente in difficoltà.
Dallle ultime rilevazioni investigative e’ emerso che questi farabutti sono arrivati a clonare la voce dei familiari dei malcapitati attraverso l’intelligenza artificiale il che aumenta esponenzialmente il rischio di cadere in trappola e dare a sedicenti carabinieri che si presenta alle porte delle vittime per recuperare tutto ciò di cui sono in possesso: denaro in contanti e gioielli o preziosi di famiglia che gli anziani con fatica conservano per garantirsi una vita dignitosa al riparo da imprevisti.
Spesso nelle truffe il meccanismo è quello di innescare la paura che sia successo qualcosa di molto grave ad un figlio/figlia o nipote che viene fatto interagire con la vittima del raggiro e che spesso identifica per similitudine di voce – in molti casi riprodotta con abilità dall’intelligenza artificiale – che si può salvare solo mediante un contributo fattivo di soldi e oro che i malcapitati non lesinano ad elargire convinti di aiutare un proprio caro da una disgrazia.
La strategia è sempre la stessa: i carabinieri chiamano e allarmano su incidenti avvenuti, persone in pericolo di vita, responsabilità penali del proprio familiare e nel caso del falso ministro Crosetto, la richiesta di salvare giornalisti rimasti imprigionati in altri stati identificati come zone ad alto rischio dalla Farnesina .
E a cadere nel tranello questa volta non sono stati cittadini soli e indifesi, ma persone in grado di comprendere e verificare la falsa realtà rappresentata eppure questi malviventi riescono benissimo nel loro obiettivo di convincimento e portano a termine colpi significativi con tutto ciò che ne consegue in termini di emotività e turbamento per le vittime.
A prescindere dal finire o meno nell’inganno teso, resta nei malcapitati una sensazione gravissima di sconforto, turbamento e vergogna per essere caduti nella tela del ragno restando imbrigliati nella menzogna e spesso perdendo ciò che era stato accumulato con fatica durante la loro vita, quando non consegnano direttamente tutto l’oro in loro possesso.
Insomma una violenza che si perpetua in ulteriore violenza e che diviene negli anziani che hanno vissuto questa esperienza un protrarsi continuo della violenza della mortificazione e della vergogna per essere stato così cieco e sordo di fronte all’evidenza dell’artificio e raggiro messi in atto con arte attoriale da parte dei truffatori.
Allora bisogna continuare a ripetere e ripetere insistentemente di non fidarsi di sedicenti autorità giudiziarie o di fantomatiche forze dell’Ordine che allarmano, gridano, spaventano e chiedono denaro per fare il loro dovere.
Nessuno, magistrato o carabiniere o poliziotto si sognerebbe nemmeno lontanamente di chiedere denaro in cambio del proprio dovere…e ancor peggio di presentarsi sotto casa per portare via un bottino fatto dei pochi risparmi di una vita delle vittime delle truffe.
La spregiudicatezza di questi malviventi è impietosa e spietata perché intacca la vulnerabilità e la fiducia delle persone nelle figure di sistema che dovrebbero essere rassicuranti come poliziotti o carabinieri utilizzando talvolta anche numeri identificativi delle caserme di riferimento e viola quei principi basilari di humana pietas che sembra essere del tutto scomparsa…non solo dietro la vigliaccheria di una cornetta telefonica ma al cospetto della vittima dell’inganno che accoglie in casa e consegna spontaneamente il bottino considerato come il prezzo della salvezza quando subentra alla scoperta della truffa l’amarezza del doppio tradimento a se stessi e ai propri cari.
Davvero senza parole.
Questi ladri non sono ladri semplici, meriterebbero un girone dell’inferno dantesco a loro precipuamente dedicato.