Trama: La discesa agli inferi di un’influente famiglia ebraica, dalla Parigi di Proust al campo di sterminio di Auschwitz. Il romanzo che ha consacrato uno dei più apprezzati scrittori italiani degli ultimi anni.
A dieci anni dalla sua prima pubblicazione, torna in una nuova veste un libro amato dai lettori, osannato dalla critica, premiato al Bagutta come “una delle opere più belle e intense degli ultimi anni”.
Il lavoro di revisione compiuto dall’autore per questa edizione ci consegna una versione completamente rinnovata di quello che è stato riconosciuto tra i più importanti romanzi sull’Europa delle guerre mondiali e la Shoah: la storia vera di una ricca e colta famiglia ebrea, figlia di una società spensierata sino alla sventatezza, che nel giro di pochi decenni finirà vittima delle persecuzioni razziali.
Nella Parigi d’inizio Novecento, il matrimonio tra Léon Reinach e Béatrice de Camondo unisce le sorti di una stirpe di banchieri di origine tedesca con quelle dei nobili Camondo, il cui capofamiglia, il conte Moïse, anch’egli facoltoso banchiere, ha cresciuto i propri figli nel lusso e negli ozi salottieri, circondati da un compiaciuto stuolo di letterati, dame e artisti, gli stessi frequentati e immortalati nelle abituali occasioni mondane da Marcel Proust.
Eredi di questo mondo in declino, che la Grande Guerra aveva iniziato a falcidiare dei suoi elementi più giovani, i figli di Béatrice e Léon – l’inquieto Bertrand e Fanny elegante cavallerizza – si ritrovano a vivere tempi funesti e tragicamente estranei a quell’epoca di fasti effimeri, trascinati infine insieme ai genitori nell’abisso della follia nazista.
Investigando tra vecchi cimeli, documenti d’archivio e i ricordi fumosi di chi è stato testimone, uno scrittore ripercorre l’incredibile vicenda dei Reinach ricostruendo frammento dopo frammento i destini individuali, mosso anche dalla ricerca di una sonata perduta di Léon Reinach ritrovata ottant’anni dopo la sua prima esecuzione (e che grazie a questo libro è tornata in repertorio).
Con Le variazioni Reinach Tuena compone un grande romanzo sul Novecento che è al tempo stesso un libro sui padri e i figli, sul senso dell’eredità e della memoria o, come scrive l’autore, “un libro sulla nostalgia e sul conflitto tra il presente e il passato che giace e che però fortemente desidera ritornare in vita”.
Nutrimenti
Recensione: Quest’opera è una fusione tra storia, letteratura e musica. Il libro è ispirato alla tragica vicenda della famiglia Reinach, aristocratici ebrei francesi, la cui storia è drammaticamente segnata dall’occupazione nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. In particolare, si concentra sulla figura di Léon Reinach e su sua moglie Béatrice de Camondo, entrambi deportati e morti ad Auschwitz.
Tuena sceglie di narrare questa tragedia familiare attraverso una struttura narrativa complessa, a mio avviso fin troppo, e raffinata, caratterizzata da salti temporali, voci multiple e l’uso di documenti storici e fotografie. Il titolo richiama le Variazioni Goldberg di Bach, un’opera musicale che rappresenta un tema centrale: le variazioni come metafora della vita, della memoria e del destino. Questo legame con la musica conferisce alla narrazione un ritmo e una profondità emotiva particolari, dove ogni capitolo sembra una variazione su un tema doloroso ma universale: la perdita, la memoria e la sopravvivenza della cultura di fronte alla barbarie.
La prosa di Tuena mi è risultata eccessivamente ostica seppur elegante: molto densa, con un uso parsimoniosissimo delle virgole il che rende tutto molto pesante e con facilissimo da seguire. Una lettura lontana dalle mie corde che, purtroppo, non ho apprezzato.
L’autore non si limita a raccontare i fatti, ma li esplora attraverso riflessioni profonde sul significato della memoria, del tempo e dell’identità. Le descrizioni delle opere d’arte, delle case e degli oggetti appartenuti ai Reinach diventano quasi ossessive.
Un’opera che risulta un omaggio struggente alla memoria di una famiglia.
Filippo Tuena è nato a Roma nel 1953. Con Le variazioni Reinach (2005) ha vinto il premio Bagutta e con Ultimo parallelo (2007) il premio Viareggio. È anche autore di Il volo dell’occasione (1994; nuova edizione 2004), Cacciatori di notte (1997), Tutti i sognatori (1999, superpremio Grinzane-Cavour), Michelangelo. La grande ombra (2001, nuova edizione 2008), Manualetto pratico a uso dello scrittore ignorante (2010) e Memoriali sul caso Schumann (2015). Ha curato un’antologia dell’epistolario di Michelangelo Buonarroti (2002), I diari del Polo di Robert F. Scott (2009) e il volume fotografico Scott in Antartide (2011). Ha diretto per Nutrimenti la collana Tusitala.