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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Riflessioni Senza Linea

L’effetto collaterale della visibilità

Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo 12 mesi fa
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8 Min Lettura
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Nelle ultime settimane si leggono sempre più frequentemente continui attacchi ad Emma e alla sua fisicità.

A parte l’indelicatezza di toccare un argomento tanto sensibile come il corpo di una donna, considerando, peraltro, le conseguenze della malattia oncologica che ha colpito Emma, è davvero spaventoso ciò che si legge sui social.

Non solo Emma certo, ma tanti altri vip, anche non così attenti alla cura del proprio corpo, sono continuamente nel vortice delle lenti di ingrandimento dei giudizi di haters e leoni da tastiera.

Eppure, Emma sta attaccando e contrattaccando chi continua a imperversare contro di lei, contro il suo corpo, contro le sue scelte di abiti e stile.

Le sue parole sono chiare; al suono di un lapidario “fregatevene” la cantante pugliese cerca di proteggere tutte le ragazze che vivono con disagio il rapporto col proprio fisico sottolineando l’importanza di vestirsi e sentirsi bene con se stesse a prescindere dai “pre”giudizi di chicchesia.

La libertà di essere ciò che ci pare sta proprio nel dettame gridato a gran voce dalla cantante e non solo, di soffermarsi sui propri talenti personali, sulle proprie scelte, sulla propria capacità di autodeterminarsi e ignorare polemiche, critiche, attacchi personali, invettive e valanghe di odio gratuito.

Prima di Emma, anche Big Mama  aveva affrontato l’argomento in chiave bullismo con un intervento davanti ad una rappresentanza di ragazzi di più nazioni  e dinanzi alle autorità politiche proprio per ribadire quanto gran parte del successo personale non derivi da ciò che si indossa, dal trucco che ci si applica, dal numero di tatuaggi, dalla fisicità posseduta, dal girovita, dalle misure perfette, quanto piuttosto dalla propria anima che si esprime e che si presenta al pubblico pura e spontanea.

Sul tema qualche settimana fa si era schierata anche Ambra Angiolini fin da ragazzina nel mirino di un odio complessivo insistente e martellante, anche se riferito ad un’epoca senza social, che ha pubblicato ritagli di giornali o stralci di trasmissioni in cui era sotto attacco per la scarsa intelligenza, per la mancata avvenenza, per la sua antipatia, per il suo corpo non perfetto né longilineo.
E se ci allontaniamo dal mondo patinato, ritroviamo una Giovanna Botteri, grandissima professionista che è stata bersagliata dai suoi colleghi, peraltro, oltre che dagli haters per la sua voglia di presentarsi allo schermo in modo naturale, senza artifici con un look molto semplice nei capelli e negli abiti tanto da dover intervenire in maniera netta per ribadire se stessa e le sue scelte di essere se stessa senza alcun condizionamento legato al mondo della tv di cui fa parte, sottolineando nel suo caso il valore esclusivo della professionalità giornalistica…su cui TANTO DI CAPPELLO altro che capello!

Elettra Lamborghini dal canto suo si è dovuta difendere dagli addominali di plastica che sembrano scolpiti perché dietro si cela l’accusa di essere ricorsa al bisturi con una certa insistenza e disinvoltura per renderli quasi pietrificati eppure sia lei che la bella Michelle di Striscia la notizia hanno ribadito l’importanza del sacrificio e della dedizione alla cura del proprio corpo e dei loro fisici scolpiti evidenziando anche in questo caso il valore della libertà delle proprie scelte…in questo caso l’accusa è di essere troppo perfette, troppo statuarie, troppo palestrate.

Il problema è che con o senza ritocchino, con o senza sforzo fisico, con o senza la fortuna di Madre Natura di un corpo statuario perfetto (che è da pochi eletti!!!) tutti hanno il diritto di sentirsi bene con se stessi e di non sentirsi condizionati da un appiattimento dei gusti e delle bellezze tutte uniformate, tutte identiche, tutte da manuale.

E viene da dire a chi con facilità riesce a scrivere cose terribili sui social, dettate da ignoranza, invidia, cattiveria, incapacità di gestire emozioni, nei confronti di chicchessia di fermarsi un attimo, di riflettere sul peso delle parole che sono come sassi e possono con il loro impatto ferire moltissimo.

E’ la complessità delle emozioni che tutte miste insieme, odio rabbia gioia e tristezza, possono divenire bombe deflagranti se non sapute gestire in modo adeguato.

E non sarà un caso che in questo momento storico un cartone animato dal titolo emblematico di Inside Out stia spopolando al cinema non solo tra i piccolissimi,  bensì tra gli adulti perché li fa entrare nella cabina di regia del cervello di ciascuno laddove tutto si genera e laddove allo scoccare del primo ingresso nel mondo adolescenziale le prime istintive emozioni di bambino fanno un passo indietro a fronte dell’invadente pressione delle neo emozioni di chi si approccia alla vita da adulti.

E così ritroviamo invidia, ansia, imbarazzo, nostalgia e noia quasi a voler suggellare e normalizzare un percorso naturale della vita di ciascuno di noi seppur quando si vive, quando vi si è invischiati totalmente, la ragionevolezza lascia il posto alla inconsapevolezza e alla fluidità delle emozioni che da quel momento in poi travolgono tutto!

Diviene, dunque, fondamentale investire sulla conoscenza, comprensione e applicazione delle emozioni nei vari step della vita di modo che ciascuno comprenda la strada fondamentale del rispetto dell’altro…dell’ascolto dell’altro…della comprensione delle differenze di chi è altro da sé…solo così si può essere  definiti persone degne di questo nome.

Nel frattempo, tutto questo divenga programma concreto e guida sicura per la patente di adulto cosciente e responsabile , l’unico modo per parare i colpi degli attacchi e della cattiveria umana è di imparare ad ascoltare  le voci di dentro e a schivare con un bel “emmiano me ne frego” i colpi bassi di chi mira ad annullare l’altro  come persona, pensando erroneamente di essere nel giusto e di essere legittimato a ferire “senza se e senza ma” quando l’auspicio sarebbe quello di una definitiva penalizzazione per chi con la forza dell’anonimato e  la protezione di uno schermo di mezzo, si sente superiore e soprattutto si sente autorizzato per questo  a far del male agli altri e a rubarsi un po’ la libertà di Emma, Michelle , Belen, Elettra, Ambra, Giovanna,  inquinandone le vite e le scelte…ma anche e soprattutto di tutte le migliaia di donne, ragazze e giovani anonime che non sono attrezzate, non hanno la popolarità dal canto loro nè tantomeno la protezione di un pubblico di fan che comunque le ama e rischiano di venire completamente travolte dallo tsunami dell’odio social con tutte le temibili sonseguenze del caso!

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Pubblicato da Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo, funzionario del Miur, appassionata della mia città e della sua inesauribile cultura. Dotata di una passione sconfinata per la lettura, la scrittura e l'arte che Napoli offre in ogni angolo e in ogni suo tratto caratteristico.
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