Si osservano,discretamente,l’uno di fronte l’altra,con il mare che culla e protegge i loro sguardi,illuminati dallo stesso sole e accarezzati dalla stessa Luna,parliamo della collina di Posillipo e dell’isola di Nisida,che ,per chi ha la fortuna di poterli ammirare dal mare,contemporaneamente,è uno scenario unico.Vi è una storia,che la celebre Matilde Serao riporta nel suo libro “Leggende Napoletane“,che ci può spiegare meglio perchè,quest’angolo di Paradiso,è anche la parte di Napoli più romantica.
“Vi fu una volta un giovanetto,leggiadro e gentile,nel cui volto si accoppiava il gaio sorriso dell’anima innocente,al malingonico riflesso di un cuore sensibile:egli era,nel medesimo tempo,festevole senza chiasso e serio senza durezza.Chi lo vedeva, lo amava;e la gente accorreva a lui,come ad un amico,per allietarsi della sua compagnia. Ma il bel giovanetto fu molto infelice,molto infelice.Gli entrò nell’anima un amore ardente,la cui fiamma,che saliva al cielo,non valse ad incendere il cuore della donna che egli amava. Era costei una donna di campagna,cui era stato dato in dono la belllezza del corpo,ma a cui era stata negata quella dell’anima. Ella era una di quelle donne incantatrici,fredde e malvagie,che non possono nè godere nè soffrire.Paiono fatte di pietra, di una pietra levigata,dura e glaciale. Vanno in pezzi ma non si ammolliscono,cadono fulminate senza agonizzare.Tale era Nisida,colei che fu invano amata dal giovinetto,poichè nulla valse a vincerla.Allora lui,che si chiamava Posillipo,amando invanola bella donna che viveva di faccia a lui,per isfuggire a quella vista,che era il suo tormento e seduzione,decise di precipitarsi nel mare e finire così la sua misera vita.Decisero però diversamente i Fati e rimasto a mezz’acqua il bel giovanetto,vollero lui mutato in poaggio,che si bagna nel mare;ed ella è uno scoglio che gli è dirimpetto.Posillipo poggio bellissimo dove accorrono le gioconde brigate, in lui dilettandosi, Nisida destinata ad albergare gli omicidi ed i ladri,che gli uomini condannano alla eterna perigionia.Così eterno il premio,così eterno il castigo” (Leggende Napoletane,Matilde Serao).