Per gli appassionati di sport, e in particolare di calcio, l’estate è spesso una stagione noiosa, da trascorrere attendendo l’inizio del nuovo campionato e provando a interessarsi alle stucchevoli vicende del calciomercato.
Piacevoli eccezioni fino ad ora erano rimaste le ormai lontane estati del 1982 e del 2006, legate ai trionfi mondiali della Nazionale, mentre si confondono nei ricordi le sporadiche gioie regalate dagli atleti azzurri nelle varie edizioni dei Giochi Olimpici.
E’ per questo che l’estate del 2021 resterà scolpita in modo indelebile nelle menti e nei cuori di tutti, sportivi e non: l’incredibile sequenza di vittorie e di risultati mai ottenuti prima dalle ragazze e dai ragazzi italiani nelle discipline più disparate, ha fatto vivere ad ognuno di noi uno tsunami di emozioni probabilmente irripetibile.
A dare il “La” a questa escalation è stata proprio l’Italia del calcio ai Campionati Europei, guidata magistralmente dal CT Roberto Mancini; gli azzurri dovevano farsi perdonare la clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali di Russia del 2018, e nonostante il gioco piacevole messo in mostra negli ultimi due anni, non godevano dei favori del pronostico, che vedeva favorite squadre come la Francia di Pogba e Griezmann, il Belgio di Lukaku, e l’Inghilterra che avrebbe avuto il vantaggio di giocare le ultime fasi del torneo in casa.
L’entusiasmo dei tifosi italiani, che hanno visto in questo Europeo “a porte aperte” un momento di autentica rinascita, ha spinto Insigne e compagni sin dalle prime partite giocate all’Olimpico di Roma.
Sono arrivate quindi le vittorie sofferte (come con Austria e Spagna), o entusiasmanti (come con il Belgio), che hanno condotto l’Italia a giocarsi il titolo nel mitico stadio di Wembley, ed a trionfare ai rigori contro gli Inglesi, spocchiosi padroni di casa, battuti ai rigori dai nostri grazie alle magie del portierone Donnarumma.
L’11 Luglio l’Italia del calcio tornava dunque sul tetto del continente dopo più di 50 anni, per la gioia incontenibile di un Paese che non vedeva l’ora di rituffarsi (con poca prudenza, visti i tempi, va detto) in strada per festeggiare.
Per un’incredibile coincidenza, sempre a Londra, poche ore prima era andato in scena un evento assolutamente inedito: per la prima volta nella ultracentenaria storia di Wimbledon, il più prestigioso torneo di tennis al mondo, un italiano era stato protagonista dell’atto finale.
Matteo Berrettini, n. 8 del mondo ed alfiere di una “nouvelle vague” di tennisti azzurri di vertice (Sinner, Musetti, Sonego) attesa dai tempi di Panatta e Bertolucci, alla fine di due settimane entusiasmanti si arrendeva solo al fuoriclasse Novak Djokovic, dopo aver conquistato il primo set.
Al di là di un pizzico di delusione per l’impresa sfumata, in tutti gli appassionati è cresciuta la consapevolezza che grazie a Berrettini ed agli altri “ragazzi terribili” un futuro luminoso attende il tennis azzurro.
Meno di due settimane dopo sono iniziate le Olimpiadi di Tokyo, rimandate di un anno (come gli Europei di calcio) a causa della pandemia: la spedizione azzurra era partita per il Giappone con un certo ottimismo, ma nessuno poteva immaginare che avremmo vissuto l’edizione più ricca di medaglie per gli atleti italiani.
Dall’oro di Vito Dell’Aquila nel taekwondo, fino al bronzo delle “farfalle azzurre” nella ginnastica ritmica, il percorso dell’Italia a cinque cerchi è stato lastricato di metalli preziosi: 10 ori, 10 argenti, 20 bronzi per un totale di 40 medaglie, con il record della mitica edizione di Roma 1960 stracciato per sempre.
Se le discipline a noi tradizionalmente favorevoli come la scherma o il nuoto hanno in parte deluso (anche se ha emozionato la partecipazione della “divina” Federica Pellegrini alla sua quinta finale olimpica), le gare più prestigiose, quelle della “regina” atletica leggera, ci hanno visti inattesi ed assoluti protagonisti.
Il pomeriggio di Domenica 1 Agosto 2021 resterà davvero nella storia dello sport italiano: Gianmarco “Gimbo” Tamberi, 5 anni dopo il tremendo infortunio che lo aveva privato della vittoria a Rio, vinceva la gara del salto in alto a pari merito con l’amico-rivale, il qatariota Barshim.
Dieci minuti dopo, Marcell Jacobs conquistava la vittoria nella gara più attesa, i 100 m, con un incredibile 9″80, record europeo: una cosa mai vista per noi italiani, che fino a quel giorno non avevamo avuto nemmeno un nostro connazionale in finale di questa specialità nella storia dei giochi olimpici.
Jacobs, insieme a Lorenzo Patta, Eseosa Desalu e Filippo Tortu, avrebbe compiuto un’altra impresa pochi giorni più tardi: la staffetta 4×100 azzurra, grazie alla straordinaria ultima frazione del velocista sardo, il 6 Agosto batteva gli Inglesi per un solo centesimo di secondo, regalando un’altra delusione alla “perfida Albione” e chiudendo idealmente il cerchio aperto a Wembley poco meno di un mese prima.
Non ha conquistato medaglie l’Italia del basket, arrivata quinta dopo un ottimo torneo e battuta solo nel finale dalla corazzata Francia, ma in questo caso è stata la qualificazione della nostra squadra ad aver avuto il sapore dell’impresa.
Nella finale del torneo preolimpico gli azzurri di coach Sacchetti, privi delle stelle NBA ma guidati da giovani pieni di talento e faccia tosta come Nico Mannion, Alessandro Pajola e Simone Fontecchio, sono infatti riusciti a battere e lasciare a casa la Serbia dei fuoriclasse Teodosic e Marjanovic, espugnando il caldissimo palasport di Belgrado: una di quelle vittorie da raccontare con orgoglio ai nipotini, tanto per intenderci.
Si dice che lo sport sia spesso lo specchio della salute di un Paese: c’è ovviamente da augurarsi che questo valga a maggior ragione per l’Italia, soprattutto perché ad essere protagonista in questa estate è stato un Paese multirazziale, multiculturale, privo di barriere anche in fatto di orientamenti sessuali.
Basti pensare a Jacobs, figlio di un militare USA, a Desalu cresciuto dalla madre nigeriana che si guadagna da vivere come badante, a Massimo Stano, oro nella 20 km di marcia, convertitosi all’Islam per amore della moglie di origini marocchine, o a Lucilla Boari, medaglia di bronzo nel tiro con l’arco, che in diretta tv ha dedicato senza remore la medaglia alla propria compagna.

E’ salito agli onori della cronaca un Paese in cui il Sud (i pugliesi Stano e Dell’Aquila, il karateka siciliano Busà, Insigne e Donnarumma) e le province possono essere motore trainante come lo sono stati per lo sport, ed una volta di più un Paese che non può prescindere dalle grandi donne che ne fanno parte: Federica Pellegrini, Antonella Palmisano (oro nella 20 km marcia), Federica Cesarini e Valentina Rodini (oro nel canottaggio), sono lì a ricordarcelo.
La speranza è che anche la Politica e le Istituzioni facciano tesoro delle potenzialità mostrate da questa Italia attraverso le gesta dei nostri atleti.
Cosa resterà dunque di questa indimenticabile estate 2021? Forse, nella mente e nel cuore di tutti noi resteranno gli abbracci: quello tra i due amici fraterni Vialli e Mancini, vincitori a Wembley 30 anni dopo averci perso una Champions da giocatori, e soprattutto quello tra Tamberi e Jacobs, eroi dei 10 minuti più emozionanti nella storia del nostro sport.
La speranza è che questa estate di gioia e rinascita sia il preludio ad un futuro nuovamente pieno di tanti, normalissimi abbracci.