Non è facile, oggi, parlare di pensioni. Perché l’età per raggiungere il meritato riposo è ormai spostata forse fin troppo in avanti, perché nei tempi che corrono è complicato parlare di lavoro, figurarsi di pensione. Il futuro è un grandissimo punto interrogativo per tutti, a partire dai giovani alle prese con i primi contratti fino a chi vede il “traguardo” della pensione più vicino. Viviamo d’altronde in tempi di grandissima incertezza: la pandemia, l’emergenza sanitaria e successivamente quella economica, inoltre hanno finito per affossare i lavoratori italiani. Fortunatamente ci sono meccanismi di risparmio vicini alla gente, attraverso cui si può salvaguardare i propri investimenti, i propri risparmi e soprattutto permettere di programmare la pensione.
I fondi pensione sono dei “salvadanai”, strumenti tecnici individuati dal legislatore al fine di garantire ai lavoratori una pensione complementare, da affiancare a quella che spetterebbe ai sensi di legge. I vantaggi di istituire un fondo pensione con dei professionisti del settore riguardano principalmente efficienza, flessibilità, sicurezza e trasparenza, tenendo comunque presente che ci troviamo in un periodo in cui il risparmio previdenziale ha segnato un periodo di blocco dovuto alla pandemia. I fondi negoziali e i fondi aperti hanno tenuto botta durante l’emergenza: i rendimenti sono stabili, coerenti e talvolta anche in crescita. Il calo principale si è registrato nell’ambito dei PIP, dei piani pensionistici, indice di un’annata difficile per l’interezza del settore, ma soprattutto una grande conferma di come sia sempre corretto e saggio affidarsi a professionisti in grado di consigliare il piano più adatto alle proprie esigenze e di educarci a livello finanziario.
I lavoratori dipendenti partono con un piede in avanti, perché godono della possibilità che ad effettuare il versamento sia direttamente il datore di lavoro e possono usufruire di un duplice vantaggio, ma anche tassazione agevolata: con applicazione di un’aliquota dal 9% al 15% rispetto alla tassazione applicata normalmente sul TFR liquidato in regime ordinario (dal 23% al 43%), e garanzia dell’entrata: anche in caso di insolvenza del datore di lavoro, le somme sono garantite dal Fondo di garanzia istituito presso l’INPS. Insomma, la dimostrazione di come anche in un periodo difficile parlare di pensioni non sia un’utopia né un sacrilegio ma che sia giusto iniziare a risparmiare presso il proprio fondo. Otto milioni di italiani lo fanno giù: si costruiscono una pensione integrativa attraverso l’istituzione di fondi con l’obiettivo di garantirsi un futuro stabile oltre che un presente di riscatto sociale e lavorativo.