Piccola premessa: Forum, il popolare programma che va in onda da quasi 35 anni sui canali Mediaset, come direbbe l’attuale direttore di Rai 2 Carlo Freccero, è un programma “pettinato”. I casi (veri/falsi/ispirati a fatti veri) vengono discussi da protagonisti (spesso non tanto veri) da un giudice (vero). Fatta questa doverosa premessa, quello che mi accingo a scrivere riguarda, non tanto il fatto in se stesso, che potrebbe essere assolutamente falso, ma il messaggio che è arrivato a coloro che hanno visto la puntata in TV e che hanno discusso dell’argomento su internet e nei social network in particolare.
23 gennaio 2019, ora di pranzo, su Rete 4 va in onda la consueta puntata di Forum.
Ore 19.51, il Signor Distruggere, alias Vincenzo Maisto, noto blogger, subissato da un numero notevole di segnalazioni, presenta il caso in questione sulla sua pagina Facebook, cercando più volte di placare gli animi inferociti dei suoi followers.
Ma cosa è successo esattamente?
Caso piuttosto spinoso, si parla di uno stupro ai danni di una diciassettenne, vergine, ad opera di un diciottenne. Dalla violenza è nato un bimbo (già qui si vede la forza e il gran coraggio della ragazza), che ora ha 4 anni e che la nonna paterna, madre dello stupratore, che sta scontando la pena in carcere (almeno questo), vuole a tutti i costi vedere e fargli conoscere il padre.
La ragazza si oppone e finiscono davanti al giudice.
Allora, inizio col dire che, a mio parere, Forum non mi sembra la sede adatta per una faccenda così delicata, ma andiamo avanti.
Quello che succede durante la trasmissione sfiora l’irreale: il dibattito è presieduto dal giudice Melita Cavallo, una donna quindi, che già dai primi minuti mostra un atteggiamento piuttosto ostile nei confronti della ragazza, arrivando a proferire una serie di affermazioni che hanno scatenato un putiferio, con telefonate alla sede Mediaset, al Telefono Rosa, che ha preso subito a cuore la faccenda e ovviamente sui social network, Facebook e Twitter in primis, dove gli animi si sono, giustamente, infiammati.
Di seguito alcune frasi pronunciate dal giudice:
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“Ogni bambino ha diritto alla propria identità, un bambino ha diritto di sapere chi è suo padre.”
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“Quest’uomo in carcere si è comportato in maniera encomiabile, tant’è vero che se avesse avuto una difesa più ferrata sarebbe già uscito.”
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“Lei non è stata supportata psicologicamente in maniera adeguata, altrimenti non sarebbe così violenta.”
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“Carissima signora, il padre di questo bambino non è assolutamente un mostro.”
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“Risulta dal processo che avevate bevuto e quindi già questo è qualcosa…”
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Giudice “Se lei aveva 17 anni, lui ne aveva 18, non ne aveva 40.”
Vittima “Ma è uguale!”
Giudice “No, non è uguale”
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“Anche lei aveva partecipato al bere eccessivo e si era recata in quel posto.”
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Vittima “nei mesi precedenti mi ha mandato dei fiori, ma io non ho mai ricambiato”
Giudice “eh certo, nessuno ricambia i fiori”, ironica.
La madre dello stupratore poi, ancora più allucinante.
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“Lui ti ha corteggiato però, lui era innamorato.” (Non devo dire parolacce, non devo dire parolacce…)
Ecco, questa mentecatta la prenderei direttamente a schiaffi, senza possibilità di appello. Quindi dato il suo figliolo, poverino, ciccino, cuore di mamma, era innamorato, allora era giustificato a violentarla?!?! Eh si, l’amava… Non voglio immaginare se l’avesse odiata…
Mi vengono i brividi.
È assurdo come nel 2019 ancora dobbiamo specificare certi concetti, a mio parere assolutamente banali, ma a quanto pare non compresi da molti: se una persona e non parlo solo di donne, ma anche di uomini, perché anche se molti ne ridono e fanno battute dandosi di gomito, esistono anche uomini che vengono stuprati, dicevo, se una persona dice no a un rapporto sessuale, è NO! Senza se e senza ma. Senza “eh, ma voi donne dite no, ma intendete sì”. Cazzate! Se volessimo dire si, diremmo si! Punto e basta!
Anche se lei è nuda e lo state già facendo e cambia idea in quel momento, è NO!
Anche se siete già dentro di lei e cambia idea, è NO!!!
No, basta, non c’è da discutere, se dice no e tu vai avanti, è stupro!
Se lei (o lui) è ubriaca e la sua capacità di intendere e di volere è compromessa, è stupro.
Se una moglie viene costretta dal marito ad avere rapporti sessuali, è stupro! E coloro che sbraitano sull’obbligo dei “doveri coniugali” se li mettano pure dove più gli aggrada. Grazie.
Se una prostituta, non vuole lavorare con un determinato cliente e lui la obbliga, guardate un po’, anche quello è stupro!
Dire che il bambino, che ha 4 anni, non dimentichiamolo, deve sapere chi è il padre è al di là di ogni ragionevole comprensione: come si può spiegare di essere frutto di una violenza, senza pensare ai danni che questo può provocare? Non si può. E come si può obbligare una ragazza a incontrare il suo stupratore, ancora e ancora e ancora perché deve vedere il figlio? Ma uno del genere non dovrebbe neanche avere la patria potestà, figuriamoci il diritto di visita.
Dire che l’atteggiamento dell’uomo in carcere è “encomiabile” e che con una miglior difesa sarebbe già fuori, perché “non è un mostro” (eh no, è un chierichetto), accusare la ragazza di aver bevuto e di conseguenza di essersela cercata (ovviamente) e invitarla a farsi seguire psicologicamente, perché è ancora “arrabbiata e violenta”, ha fatto sentire lei nuovamente stuprata e tutte le altre donne prive di sicurezza, comprensione e… colpevoli! Eh si, perché molte volte sembra che la colpa sia nostra: perché ci vestiamo “provocanti”, perché ci azzardiamo a volerci divertire, perché abbiamo l’ardire, guarda un po’, di rifiutare le avances delle persone che non ci piacciono.
Infatti la madre dello stupratore afferma che lui “la corteggiava ed era innamorato”. E chissene frega non lo vogliamo dire?! Come se l’essere innamorati desse il diritto di violentare qualcuno: “Sai, ti amo, quindi devi per forza accettarlo e darmela”.
Sono proprio donne come questa a creare gli stupratori. Madri che giustificano sempre i figli, anche se rubano, ammazzano o violentano, come in questo caso. L’amore (e il sesso) deve essere corrisposto e non imposto, altrimenti è stupro, ma guarda un po’.
Concludo prendendo in prestito questa frase del Signor Distruggere che non avrebbe potuto esprimere meglio il mio pensiero:
“A prescindere da cosa sia successo prima, a prescindere dall’abbigliamento di lei o dal suo concetto della morale, tutto quello che accade dopo il “no”, è stupro”.