Cornuto e mazziato: così esce il Napoli dalla gara del Meazza; la sconfitta per 1-0 contro l’Inter più brutta degli ultimi vent’anni brucia forte, soprattutto per come è maturata.
I ragazzi di Gattuso hanno tutto da recriminare al termine di una gara condotta e, di fatto, dominata, decisa da un calcio di rigore giusto ma anche da tante, troppe interpretazioni da fenomeno dell’arbitro Massa, il peggiore in campo di una partita comunque piacevole e tattica. Già privi di Osimhen, i partenopei devono rinunciare a Mertens dopo una manciata di minuti (distorsione alla caviglia), sostituito dall’ottimo Petagna. Il motivo della gara è chiaro: squadre guardinghe, palla quasi sempre al Napoli e nerazzurri che la danno a Lukaku nella speranza che qualcosa accada. Nel primo tempo, in realtà, di cose ne accadono poche: una conclusione per parte di Lautaro (fuori di nulla, sarà, di fatto, l’unico tiro in porta dei meneghini) e Zielinski (stesso, identico, risultato). La sensazione è che ci voglia una giocata, un evento accidentale per sbloccarla. Nella ripresa gioca, di fatto, solo il Napoli e l’Inter ricorre al fallo sistematico per fermare Zielinski e Lozano. Qui entra in scena l’arbitro Massa: Skriniar e Brozovic ripetutamente graziati per i loro continui interventi fallosi, alla fine peserà. Eh già, perchè verso il settantesimo la gara svolta: colpo di tacco di Insigne e Handanovic miracoleggia, sul ribaltamento di fronte un rimpallo mette Darmian di fronte ad Ospina, fallo del portiere e rigore. L’arbitro Massa sarà anche cieco ma ci sente benissimo: caccia fuori Insigne per un vaffa, Napoli sotto ed in dieci uomini. Conte se la fa sotto e toglie Lautaro per Hakimi, portando, di fatto, tutto il Napoli nella propria trequarti campo…dodici milioni all’anno per partorire idee del genere, se fossi interista mi scoppierebbe il fegato. Purtroppo, però, è il fegato dei tanti tifosi del Napoli (costretti ad sorbirsi anche il commento tecnico del faziosissimo Bergomi) ad esplodere: i partenopei, infatti, rompono gli indugi e si lanciano in avanti, anche grazie agli ingressi di Fabian e, soprattutto di Politano.
Il bombardamento alla porta del miracoloso portiere nerazzurro, in versione molto diversa rispetto a quella di aprile di alcuni anni fa, non porta al gol del pari ma solo ad imprecazioni e grida strozzate in gola: il portierone nerazzurro, infatti, salva prima su Politano poi su Di Lorenzo, si sprecano angoli e punizioni (Skriniar inconcepibilmente graziato da Massa dopo almeno 4 falli su Lozano, imprendibile), l’ultimo sussulto è il palo di Petagna in pieno recupero (ci sarebbe anche da ridire sui 4 minuti, ma evidentemente il Napoli non avrebbe segnato nemmeno se si fosse giocato per due giorni)… nulla da fare, partenopei sconfitti e costretti a leccarsi le ferite, all’orizzonte la Lazio senza Mertens, Insigne ed Osimhen.
E’ stata una giornata di campionato che ha confermato l’enorme equilibrio: in attesa della Roma, impatta il Milan con il Genoa (si salvano, ancora, nel finale i rossoneri, in lieve calo), la Juve con l’Atalanta (con Ronaldo che fallisce un rigore, forse lo ha sbagliato volontariamente, vergognandosi egli stesso del rigore concesso dal famoso arbitro Doveri per tuffo di Chiesa) e il Sassuolo con la Fiorentina. Si gioca a ritmi infernali e vincere sempre è impossibile, tutto è ancora in gioco. Che tutti i protagonisti abbiano un comportamento corretto ed equo, le disparità di trattamento sono evidenti, prima che sia troppo tardi si faccia in modo che la classe arbitrale (e il giudice sportivo che toglie giornate di squalifica omettendo le motivazioni) non finisca per influire in modo pesante sugli esiti delle partite e che resti quello che è, cioè una parte complementare al gioco, senza protagonismi che possano surriscaldare gli animi.