Da allora tutti i miei cosplay pincipali hanno qualcosa di animatronico:
Chestbuster, di cui ho già parlato, attualmente in esposizione ad una mostra sul cinema.
Wybie, da Coraline, ha l’elmetto con gli oculari illuminati che ruotano girando la maniglia di lato, il tutto controllato da Arduino.
Anubis da Stargate, dove mi sono sbizzarrito con l’animatronica.
Men In Black, con lo “sparaflash” veramente funzionante (ne ho fatto due modelli diversi, ma il primo col display degli anni l’ho perso…)
Ghostbuster, che all’inizio non avevo in progetto di fare, ma mi è stata chiesta una elettronica per un Proton Pack, e da lì mi sono appassionato e mi sono costruito tutta l’attrezzatura!
La Pokéball, fatta per scherzo ma che sul palco ha avuto un discreto successo (specialmente quando lo Zubat sfuggiva alla cattura!)
Come hai scelto il tuo nickname?
In genere non uso un nickname, ma il mio vero nome Luca o Luke. Le mie realizzazioni invece mi piace firmarle con
Effecta.it che è il nome di un dominio che avevo registrato per un progetto che poi non si è mai realizzato. Il nome latino mi piaceva e ho mantenuto il sito e il nome.
A quale cosplay che hai realizzato sei più legato?
Indubbiamente il mio preferito è Anubis da Stargate, un film poco noto ma che ho sempre adorato perché riunisce avventura, fantascienza e antichi egizi con un retrogusto Steampunk. Realizzato con mezzi “poveri” per il Lucca C&G del 2014, l’ho successivamente rifatto con ossessione maniacale dopo aver trovato la persona che possiede il costume originale del film, e che mi ha passato misure, dettagli e foto di scena che mi han permesso di riprodurlo praticamente alla perfezione. L’elmo viene animato con ben cinque servocomandi che grazie a tre giroscopi seguono con precisione i movimenti di chi lo indossa. Inoltre, tramite WiFi si può controllare tramite un qualunque smartphone. Anche l’arma si apre e ha effetti luminosi e sonori. Ogni tanto miglioro o rifaccio qualche pezzo, e giusto ieri il mio amico d’oltreoceano mi ha mandato le foto dei dettagli della chiusura della gonna… mi sa che ci rimetterò mano!
Realizzi da solo i tuoi cosplay, giusto?
Gran parte del mio divertimento nel cosplay sta nella realizzazione. Mi piace sperimentare con le tecniche costruttive, i materiali, le tecnologie. Non di rado rifaccio la stessa cosa con tecniche diverse, ad esempio i bracciali di Anubis li ho fatti una prima volta con la classica “materassina”, poi rifatti in resina facendo il modello in plastilina e lo stampo in gomma siliconica. Ma i bracciali rigidi sono scomodi, quindi ho cacciato tutto e rifatti in EVA foam, lavorati al laser e rifiniti a mano. I miei materiali preferiti sono l’EVA foam e le resine poliuretaniche, ma non disdegno anche legno, metallo e pure cartapesta, che a mio giudizio è un materiale eccellente ma poco sfruttato nel cosplay.
Mi occupo da solo anche della parte sartoriale, ho una lunga esperienza nel cucito per via degli aquiloni (altro mio hobby), uno dei miei lavori preferiti, ma anche il più difficile, è stato la gonna di Anubis, fatta con un doppio plissé sia orizzontale che verticale, per un totale di nove strati di tessuto.
E poi l’elettronica per gestire luci, movimenti, suoni e interazione con l’ambiente. Sto iniziando anche a sperimentare con la prostetica, ovvero protesi in lattice o silicone e trucco per simulare ferite, deformità o per cambiare i lineamenti.
Mi ha detto che “Mi diverto a fare cose che nessun altro fa”, puoi spiegarci cosa?
A volte vedendo un film o una serie vedo un effetto o un prop e dico “quello è impossibile da fare. Mi piace, cerco di farlo!” Uno dei lavori che ritengo più particolari è l’occhio di Malocchio Moody, fatto per un amico. Tanti si sono cimentati in quest’occhio animatronico, ma in genere le batterie e i servocomandi vengono nascosti nella parrucca, i fili sotto la benda. Io invece nell’occhio vero e proprio ho fatto stare i servomeccanismi, la batterie, il caricabatteria, l’Arduino che controlla il tutto e pure il bluetooth… Fosse stata una cosa più semplice non avrei accettato la commissione!
Un altro prop che mi ha divertito molto è il neuralizzatore dei MIB, ovviamente col meccanismo di apertura, il solito Arduino, LED strobo e i suoni originali del film. In questo caso tutto in alluminio lavorato al tornio.
La mia prima commissione è stato il medaglione di Yennefer da The Witcher. Una ragazza mi manda la foto e mi chiede se potevo realizzarlo. Ho detto di sì, e già che c’ero ho aggiunto un Arduino, una serie di LED, una batteria ricaricabile con relativo caricabatterie e un sensore. Quando lo accendi il medaglione “respira” lentamente, ma quando ci passi la mano davanti si accende di luce piena e manda lampi. Ovviamente la mano deve essere di chi lo possiede, non una mano qualunque…
Per questo dico che mi piace fare ciò che nessun altro fa…
Hai un “dream cosplay” o un progetto che hai particolarmente a cuore?
Sì. Il Gigante di Ferro in grandezza naturale, da portare sul palco del LC&G. Se riesco a farcelo salire… Ho già gran parte dei materiali.
In quale cosplay invece, non ti vedresti proprio?
Non essendo un gran fanatico di Manga ed Anime non mi vedrei nei panni di quei personaggi, anche perché credo che un cosplayer debba conoscere bene il personaggio per immedesimarcisi e sentirlo proprio. Certo questo mondo offre molte ispirazioni con personaggi fenomenali, ma non mi ci vedrei come personaggio di FMH, Death Note o Lamù… no aspetta… LAMÙ? Quasi quasi…
Secondo te è giusto guadagnare con il cosplay?
Il cosplay è un divertimento ma anche un’arte. Se qualcuno ha le capacità di fare profitto con la propria arte, perché no? Personalmente non cerco il profitto, in primis perché ho poco tempo da dedicare alle commissioni, e poi perché quelle pochissime che accetto devono esaltarmi, deve essere qualcosa che nessuno ha mai fatto prima. Credo che il Cosplay offra molte opportunità di profitto, sia come interpreti e soggetti, che come commissioni, ma anche nel commercio di prodotti, materiali e nella produzione di tutorial. Ovviamente non è una opportunità per tutti, ma solo per coloro che nel proprio campo hanno maggior talento e vengono premiati dal pubblico, come in tutti i campi artistici.
Secondo te ci sono dei casi dove non lo sia?
Recentemente è emersa la polemica sul copyright sui personaggi, nata in Giappone dove stanno pensando di chiedere i diritti ai cosplayer professionisti. In questo caso non trovo corretto che chi fa (lauti) guadagni usando l’immagine di personaggi creati da altri non riconosca il copyright a chi di dovere. Ovviamente è un argomento complesso, avendo avuto esperienza nell’editoria digitale so che ogni caso va valutato singolarmente, ma per me chi ha fatto del cosplay un lavoro deve la propria notorietà, almeno in parte, ai personaggi interpretati.
Discorso diverso per chi il cosplay lo fa per divertirsi o al limite per portarsi a casa la coppa del contest.
Ultimamente si parla molto degli original, secondo alcuni snaturano il senso del cosplay, tu come la pensi?
Personalmente ammiro molto chi è in grado di fare gli original, io sono bravo solo a “copiare”, chi realizza gli original ci mette idee proprie. Lo ritengo una delle dozzine di sfumature diverse del cosplay, e vedo spesso nei contest un premio dedicato. E chissà che un giorno da un original non scaturisca un personaggio che ritroveremo in un fumetto o una serie TV!
Secondo te che impatto hanno avuto i social network nella diffusione del cosplay?
Da uno a dieci? 42
A quali eventi hai partecipato fino ad ora?
Ho perso il conto, saranno più di quaranta… ho iniziato con Lucca, ma senza fare contest (sono timido). Ma una volta fatto Anubis volevo dargli una maggiore visibilità e vincendo la timidezza ho fatto il mio primo contest allo Smack di Genova, vincendo il premio per il miglior prop.
Da allora oltre alle varie fiere liguri e a Lucca, mi sono divertito a fare contest in giro per il nord e centro Italia, ma anche in Francia. Sono molte le fiere importanti del centro e sud Italia alle quali mi piacerebbe partecipare, appena possibile. Tra le fiere grandi mi piace molto la Festa dell’Unicorno, per l’ambientazione fantastica, la location, il cibo eccellente e il clima fresc… ah no, quello no.
Qual’è la tua fiera preferita?
La prossima.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Finire Anubis l’ho già detto? Ho diversi progetti iniziati che prima o poi porterò avanti, ma per ognuno ci sono problematiche tecnologiche che devo risolvere (come ad esempio vedere attraverso un casco completamente chiuso, produrre getti di ghiaccio o far levitare un oggetto a mezz’aria. E quando finirà questo isolamento, mi piacerebbe poter girare per fiere, anche in giro per l’Europa.
Hai qualche aneddoto particolare che ti è successo in ambito cosplay che vuoi raccontarci?
Dicembre 2017. La Domenica dello Smack non potevo partecipare al contest perché avevo un impegno improrogabile a Milano. Ma visto che mi piacciono le sfide impossibili, ho deciso di partecipare lo stesso, portando l’Uomo Invisibile. Ho convocato l’Effecta Team, un paio di amici con i quali ci divertiamo a fare gli scemi in giro per le fiere, e ci siamo organizzati. Ho preparato una colonna sonora tratta dall’omonimo film del 1933, un “book” con la descrizione del personaggio e le “foto” dell’uomo invisibile, tratte anch’esse dal film, e il mio amico si è occupato di registrarmi al banco col mio nome. Per puro caso tra i giudici c’era un altro amico che conosceva già il mio progetto, e ci ha supportati e ha fatto pure le riprese dell’esibizione. Il mio amico ha atteso la chiamata insieme al figlio, coperto con un telo nero, ai piedi della scala. Quando è stato il momento, suo figlio è sgattaiolato sotto il palco e il mio amico è salito sul palco col solo telo, scoprendolo e dando il via alla mia esibizione a palco completamente vuoto. Le facce dei presentatori e le risate del pubblico sono state mitiche!
Hai mai partecipato a qualche contest cosplay?
Solo con Anubis ho partecipato ad una ventina di contest, ma quello dove mi sono divertito di più è stato quando ho portato la Pokéball. Era l’anno in cui era uscito Pokémon Go, il Genova Comics and Games era alle porte, era già il giovedì prima della fiera ed io non avevo niente da mettermi (i miei “soliti costumi” gli amici li conoscevano già tutti). Ero già deciso ad andare in abiti civili quando mi giunge la notizia che era stato istituito il premio Pokéball per chi portava un costume a tema. Subito l’idea malsana: una Pokéball di un metro e mezzo di diametro, da cui sotto spuntano le mie gambe pelose, che cerca in tutti i modi di catturare l’odiato Zubat! Ero a Sanremo per lavoro, e per tutti e 150 Km di strada ho riso come uno scemo pensando nel contempo a tutte le possibili soluzioni costruttive. Arrivato a casa ho disegnato i vari spicchi della sfera, ritagliandoli in cartene bianco e rosso (un materiale che uso per gli aquiloni). L’indomani, venerdì, ho comprato una cerniera e ho costruito una ventola per tenere gonfia la sfera, usando un vecchio paio di pantaloncini del pigiama di mia figlia come guarnizioni stagne per le gambe. E mentre l costruivo continuavo a ridere come uno scemo. Il Sabato ho finito i dettagli e costruito sia lo Zubat “retrattile” e il “soffia coriandoli” per simulare le stelline della Pokéball che acchiappa il Pokémon. E la Domenica, salito sul palco, non ero l’unico a ridere!
Hai mai partecipato come giurato a qualche manifestazione?
Un paio di volte mi è capitato, ma sinceramente non mi sento all’altezza. Valutare un cosplay non è solo osservare i dettagli di un costume, ma anche riconoscere l’aderenza ad un personaggio nella sua interezza.
Hai mai presentato un evento cosplay?
No, e non credo di essere in grado di farlo. Sai, la mia timidezza…
Hai mai partecipato ad eventi all’estero?
Sì, in Francia a Frejus. Purtroppo un giorno solo, e non conoscendo troppo bene la lingua non me lo sono goduto a pieno. Un giorno tornerò magari con la famiglia o gli amici per stare qualche giorno i più
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