Parlaci di te
Salve a tutti e grazie Danilo per avermi chiesto questa piccola intervista! Dato che separo la mia vita quotidiana dal cosplay non dirò il mio nome, ma chiamatemi pure Mira; ho 27 anni e per quanto riguarda le mie origini posso dire di venir fieramente dal Sud Italia ma attualmente vivo in Piemonte e dubito – soprattutto per questioni amorose – di tornare nella mia amata terra, se non per le ferie estive.
Ammetto che il distacco da casa è stato duro i primi tempi ma alla fine è stato un atto di crescita utile e necessario, per questo lo consiglierei a chiunque voglia intraprendere la strada dell’università e sta leggendo l’articolo: non lasciatevi intimorire dal nuovo, spesso anche se spaventoso agli inizi può diventare oltre che divertente anche un nuovo e splendido inizio per il vostro io!
Tornando sulle domande, ho un’ardente passione per la scrittura e il disegno, sul quale sono completamente autodidatta e ho ancora tanto da imparare, ma adoro anche suonare la tastiera e dedicarmi ai programmi di grafica; inoltre tra i miei hobby sicuramente il più importante è il pattinaggio artistico che frequento ormai da quasi quattro anni, se non consideriamo il periodo di Covid…
…E ovviamente tra questi non posso non citare il cosplay o dubito sarei qui a parlarvi!
Da quanto tempo fai cosplay e quali hai realizzato fino ad ora?
Faccio cosplay dal 2014, anche se posso dire di aver intrapreso il vero cammino in questo mondo nel 2015 con il mio primo vero e proprio cosplay: Aqua da Kingdom Hearts.
Al momento il mio “curriculum da cosplayer” conta ben 14 personaggi e se considero le più versioni di alcuni di essi sono circa ad una ventina di costumi realizzati, inclusi i miei due original.
I miei cosplay sono per lo più riguardanti il mondo videoludico, ho realizzato tre personaggi e più versioni a tema Kingdom Hearts; ma spaziano anche sul mondo anime, in particolar modo un anime che ha segnato molti di noi degli anni ’90: Yu-Gi-Oh! con Akiza Izayoi, Rio Kamishiro e Ruri Kurosaki dalle rispettive 3ª, 4ª e 5ª serie.
L’ultimo che ho realizzato è Rio Kamishiro, in una terza versione quale la divisa scolastica, portata invece nell’ultima edizione invernale del Torino Comics.
Come hai scelto il tuo nickname?
Il mio nickname ha subito una serie di trasformazioni nel tempo fino a giungere a Miraha dopo una lunga riflessione.
Proviene da una variazione di Mira, la protagonista della storia fantasy che sto scrivendo, ed il suo nome è legato a sua volta dal nome della stella della costellazione a cui è legata: Omicron Ceti, comunemente chiamata Balena.
La pronuncia esatta di questo nome è infatti Mira, semplicemente allungando la pronuncia della A e rendendo afona la H. Spesso per comodità preferisco nelle gare andare a specificare la pronuncia, proprio perché viene spesso pronunciata anche la H (e a mio parere suona malissimo).
A quale cosplay che hai realizzato sei più legata?
Il cosplay a cui sono particolarmente legata è la mia Akiza da Yu-Gi-Oh! 5D’s, nonostante sia entrata solo successivamente al primo posto sovrastando Aqua, che è stato da sempre il mio costume preferito.
Questo sorpasso è stato influenzato da un brutto trascorso in abito cosplay che mi ha portata a separarmi un po’ dalla realtà di Kingdom Hearts, cogliendo quindi l’occasione di tornare a legarmi a personaggi che hanno influenzato la mia infanzia.
Oltre il legame affettivo, Akiza riprende anche un lato di me e quindi interpretarla è un gioco da ragazzi, ma è anche uno dei primi lavori totalmente realizzati con il mio compagno di vita, che mi ha accompagnata anche con uno dei personaggi del medesimo anime ritornando nel mondo cosplay: Yusei.
Realizzi da sola i tuoi cosplay o preferisci comprarli/commissionarli?
Ho sempre realizzato da sola i miei costumi: sono solita partire dalla progettazione su carta con bozzetti sulla parte sartoriale e modelli con studi di realizzazione per la costruzione delle props; ho imparato ad usare diversi materiali, partendo dai materiali più semplici e scontati (il classico metodo Art Attack che non tradisce mai!), fino ad apprendere uso di tecniche più avanzate e durature sia a livello di crafting sia nella fase di colorazione e, nel caso della sartoria dai modelli “improvvisati” usando abiti di riferimento, alla realizzazione di cartamodelli su misura. Tutto questo ovviamente da autodidatta e con tanta pazienza.
Cosa pensi si chi ha fatto una scelta diversa dalla tua?
Credo che il cosplay non si fermi sulle capacità di realizzare qualcosa, ma sia un complesso di fattori che rendono possibile la trasformazione della tua vita di tutti i giorni in una realtà alternativa, spesso magica come il personaggio che si interpreta.
A mio parere infatti non è detto che chi realizzi da sè sia in automatico bravo a “calarsi nei panni” del personaggio, così come non è detto che chi compra i costumi perché non ha le giuste capacità o semplicemente non ha tempo a disposizione per farlo non si riveli molto più capace di un propmaker di altissimo livello poiché sa “essere il personaggio”. Vedo molta gente di “alto livello” (non per mio giudizio, spesso per loro stesso giudizio) comportarsi davvero male (mentre magari si indossa un costume che ha segnato la nostra infanzia particolarmente) con gente e soprattutto con i bambini, restando sé stessi anche in cosplay senza lasciarsi coinvolgere dalla magia che è il cosplay: ecco, se mi si ponesse davanti un cosplayer col medesimo costume ma comprato “da AliExpress” che è capace di accogliere e trasmettere la magia che ti rende cosplayer beh, per me il vincitore sarà decisamente lui.
Hai un “dream cosplay” o un progetto che hai particolarmente a cuore?
Il mio concetto di Dream Cosplay è legato al fatto che se si rivela prima del tempo potresti non farcela a realizzarlo interamente, ma sì ne ho uno da molto tempo e spero di riuscire a realizzarlo presto nonostante sia un progetto molto lungo e particolare.
Se parliamo di un progetto che sto già realizzando, anche se sono solo in fase di progettazione, direi invece la Seraphic Charm di Utau Hoshina, da Shugo Chara.
In quale cosplay invece, non ti vedresti proprio?
Le versioni Summer. Molte cosplayer riescono ad indossare e realizzazione le versioni estive dei propri personaggi, io nonostante ci abbia anche provato, invece non riesco ad essere a mio agio, non riesco a vedere il personaggio in quegli abiti. Preferirei quindi soffrire anche sotto il sole cocente di Agosto con costumi più complessi e caldi che fare una versione in bikini e non è, come si potrebbe magari andare a pensare dalle mie parole, questione di “non avere il fisico giusto”.
Secondo te è giusto guadagnare con il cosplay?
A mio parere ognuno può essere libero di fare ciò che ritiene giusto con le proprie passioni, questo vale anche nel cosplay anche se purtroppo a mio parere tutti abbiamo una “data di scadenza”: lavorare col cosplay come propmaker ancora può essere duraturo; ma come cosplayer beh, prima o poi il fisico potrebbe non permettere più di mantenere determinati canoni che purtroppo la società nel generale richiede. Specie quando il guadagno del cosplayer è correlato al “fan service”.
Secondo te ci sono dei casi dove non lo sia?
Sinceramente no. Finché il guadagno è una scelta del cosplayer e non un’imposizione da parte di qualcuno esterno ognuno può decidere cosa fare.
Ultimamente si parla molto degli original, secondo alcuni snaturano il senso del cosplay, tu come la pensi?
Dipende principalmente dal senso in cui intendiamo un cosplay “original”:
Se parliamo di personaggi “Original” o OC magari ispirati ad un videogioco, ad un anime, a un libro o anche a mitologia e elementi non prettamente nerd, trovo che ci debba essere da parte del cosplayer l’intenzione di voler trasmettere e far capire non solo da quale mondo proviene il personaggio, ma anche cosa prova, come si sente se viene immerso nel suo mondo. Diventa quindi una sfida con sé stessi, un vero e proprio gioco di “ruolo dal vivo” dove con gesti e parole, oltre al proprio costume, si cerca di trasmettere chi sei davvero, il tuo passato e i tuoi desideri.
Le “original version” di un personaggio Canonico a mio parere se studiate bene sono un’ottima variante al classico costume. Stupidamente anche una versione in bikini, se studiata bene, quindi usando piccoli dettagli che riportano allo stesso, magari del suo costume canonico, può essere un bellissimo original.
Idem le versioni natalizie, di festività varie o semplicemente anche le casual. Finché poni addosso un qualcosa che rappresenta il personaggio per me è un original.
Nel mio caso ho realizzato tutte e due le tipologie di cosplay che ho differenziato precedente e il mio obiettivo principale è sempre stato quello di impersonare al meglio ciò che volevo trasmettere anche visivamente agli altri.
Secondo te che impatto hanno avuto i social network nella diffusione del cosplay?
Direi che hanno avuto un grande impatto, il Cosplay è passato da una nicchia mal vista a una cosa quasi quotidiana tanto da farlo passare addirittura su emittenti televisive. Allo stesso tempo i social sono a mio parere anche un danno in quanto inevitabilmente influenzeranno la tua vita quotidiana, scolastica o lavorativa che sia.
Se sei un cosplayer sei “strano” o un “bambino”, purtroppo questo è un concetto che ancora persiste nella mentalità di ho è fuori da questo mondo.
A quali eventi hai partecipato fino ad ora?
Ricordarli tutti è tipo impossibile, ma le fiere che ho maggiormente frequentato sono Torino Comics, Alecomics, Lucca Comics e Novegro… ma non mi sono fermata qui, ho frequentato anche piccole fiere e una volta solamente il B-Geek, grazie ad una cara amica che mi ha ospitato.
Ammetto che mi piacerebbe andare anche a Rimini e al Comicon ma ancora purtroppo non ne ho avuto modo.
Qual è la tua fiera preferita?
Bella domanda, se devo parlare a livello organizzativo mi è sinceramente molto piaciuta e ho rivalutato la scorsa fiera di Alecomics; per le location direi decisamente Novegro tra quelle visitate, al secondo posto Lucca ma solo per la questione del caos.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? ( fiere e cosplay)
I miei progetti per il futuro in realtà sono ancora molto vaghi, sia a livello di fiere che a livello di cosplay: riguardo a quest’ultimo sto lavorando ad un progetto che mi sta portando via molto tempo e non so esattamente quando riuscirò a portarlo a termine. Per le fiere diciamo che solitamente tendo ad organizzarmi all’ultimo, spesso spinta dalla presenza di amici, ma probabilmente non mancherà il prossimo Torino Comics che se non erro si dovrebbe svolgere a giugno per la prima volta. Magari se le attuali condizioni Covid lo permetteranno potrei fare un salto anche al Cartoomics o Novegro Primaverile ma chissà di certo non mancherà un piccolo aggiornamento nella bio di Instagram o sulle storie!
Hai qualche aneddoto particolare che ti è successo in ambito cosplay che vuoi raccontarci?
Vorrei fare un focus su un aneddoto particolarmente negativo che magari tende ad essere ignorato: riguarda un caso di maleducazione di un fotografo (amatoriale credo, ma comunque presente spesso in fiere) che, in un momento di malessere, non ha esitato a fotografare e poi pubblicare quelle foto con la scusa del “eravate così carini insieme”.
Premetto anche che quando è stato spiegato il motivo si è giustificato con un “credevo lo faceste apposta” (quando essere un cencio in viso, respirare male e chiedere aiuto in lacrime è palesemente recitare.)
Mi interessava aprire questa parentesi in quanto succede spesso che il cosplayer si trovi in momenti “stressanti” o “scomodi” ma da parte di chi scatta non c’è cenno di umanità, come fossimo dei burattini da posizionare e fotografare, o pezzi da museo. Stupidamente chiedere ed aspettare una risposta, anche se il/la cosplayer di sta sistemando il costume, per non dire se sta mangiando, è un gesto che si apprezza più di un complimento al proprio lavoro, perché si riconosce l’umanità della persona.
Comunque quelle foto sono state poi rimosse e il fotografo in questione mi evita ogni volta che mi riconosce, perché beh… non sono stata molto gentile nei suoi confronti.
Non sono un pupazzo, nessuno di noi lo è.
Un no è un no; un aspetta è una richiesta, non un rifiuto.
Siamo cosplayer è vero, interpretiamo un personaggio che magari ami, ma siamo anche esseri umani come te, questo è il mio pensiero.
Hai mai partecipato a qualche contest cosplay?
Ormai sono quasi una veterana delle gare cosplay, ho iniziato a livello non competitivo già con il mio primo cosplay effettivo nel 2015 per poi passare a dedicarmi alle gare competitive senza esitazione, andando a diventare maniacale sui costumi e sull’interpretazione affinché potessi dare il meglio di me nelle vesti del personaggio scelto.
Tra tutti non posso scordare il primo, la menzione interpretazione al CarmaComics 2017 con il mio cavallo di battaglia Aqua; e l’ultimo avvenuto quest’anno con Rapthalia al Caluso in Cosplay.
Hai mai partecipato come giurata a qualche manifestazione?
Sì, ho avuto l’onore e il piacere di presenziare come giudice ad un evento di Kingdom Hearts e Final Fantasy al Lucca Comics 2019, assieme ad altre fantastiche cosplayer. È stata un’esperienza davvero emozionante in quanto maniaca dei dettagli andare a dare un parere vero sul lavoro e la dedizione nella creazione di scene e costumi dei partecipanti.
Hai mai presentato un evento cosplay?
No, in realtà credo che sia una delle cose che mi metterebbero in difficoltà dato che caratterialmente sono molto timida.
Hai mai partecipato ad eventi all’estero?
No, non ne ho avuto ancora l’occasione ma sarà sicuramente un’esperienza da provare in futuro, dato che sono spesso in contatto con alcuni cosplayer stranieri dopo aver partecipato a piccoli progetti e challange, che mi piacerebbe molto incontrare dal vivo!
Hai un profilo dove offri contenuti contenuti o chiedi di essere supportato/a per i tuoi progetti? (es. Patreon,Ko-Fi, Twitch)
Ho creato da pochissimo un account Ko-Fi, ma ci sto ancora lavorando per personalizzarlo e non l’ho affatto fatto pubblicizzato.
In cambio di un piccolissimo supporto, la mia idea di aprire questo tipo di account è basato sulla possibilità di ricambiare con un aiuto concreto a chi magari si trova alle prime armi o non è portato per la costruzione dei modelli, oltre a fansign o foto esclusive se necessario. Ho paura che non vada in porto perché non è magari ciò che qualcuno si aspetti da un cosplayer, ma la mia idea è ad un supporto ricevuto si debba dare qualcosa in cambio che magari torni anche utile.
Ovviamente ho anche un profilo Instagram per il cosplay, ma anche uno dove pubblico i miei disegni e offro piccole commissioni.
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