Autote: Joseph Kai; casa editrice Casterma; pp168; genere: queer
Samar è un giovane artista di graphic novel che cerca di scrivere il suo primo libro. Il mondo in cui vive innesca quotidianamente molte delle sue ansie: quelle legate alla sua sicurezza come persona gay che vive a Beirut, al suo futuro e alla sua arte. Il libro è una serie di momenti: sogni ansiosi, ricordi d’infanzia, storie d’amore e passeggiate negli scenari sotterranei di Beirut. Attraverso gli occhi di Samar, assistiamo allo sguardo di un’intera comunità che vive a Beirut, in un momento in cui la città vive uno dei cambiamenti più radicali della sua storia contemporanea.
Il fumetto esiste in lingua araba, inglese e francese, ma i dialoghi sono molto semplici e se avete un minimo di infarinatura di inglese/francese potrete leggerlo tranquillamente. Il fumettista Joseph Kai utilizza molto di più le espressioni dei personaggi, i paesaggi e le luci cromatiche per raccontare la sua storia, e, per un bel prodotto queer non in italiano è solo un bene. Il fumettista libanese usa una grafica essenziale, oserei dire dei colori pallidi, e questo rende il fumetto claustrofobico, strano artificiale.
Joseph Kai è anche un pianista molto famoso ed ha esposto le sue opere in diversi paesi tra cui il Belgio, la Francia e l’Inghilterra. Mentre in Europa però sul fronte dei dritti dei gay viviamo una situazione molto più accondiscendete, nei paesi arabi non è la stessa cosa e sono giunto alla conclusione che per capire il lavoro di Kai bisogna aver vissuto sulla propria pelle le stesse emozioni negative. Le persone LGBTQA+ in Libano vivono) uno stato di repressione e i pochi spazi di libertà sono effimeri e minacciati. Scopriamo la vita della comunità LGBTQA+ a Beirut nel 2020. I temi trattati ruotano attorno alla lotta per l’identità sessuale, con lo sfondo dell’attesa del dramma del 4 agosto 2020 (per la cronaca: un’esplosione devastante distrusse il porto di Beirut, causando la morte di oltre 200 persone, ferendone migliaia e lasciando un’intera nazione sotto shock).
Un po’ come se Kai avesse creato una sorta di suo alter ego a cui da il nome di Samar, un giovane libanese gay, un ragazzo che ha spesso degli incubi (regolarmente un uomo appare nei suoi sogni, lo minaccia, lo definisce anormale). Samar e i suoi amici della comunità queer della capitale cercano con i loro deboli mezzi artistici di muovere le linee oltre che i problemi odierni del Libano quali: corruzione, guerra e disoccupazione.
Kai da voce a Samar e attraverso essa libera le sue frustrazioni, dando vita a un fumetto drammatico come uno spaccato di vita vera in cui regna “l’intranquillità”.