“Disponiamo perciò che nell’amenissima città di Napoli vengano insegnate le arti e coltivati gli studi connessi con ogni professione, così che i digiuni e gli affamati di sapere trovino nel nostro Regno di che soddisfare i propri desideri e non siano costretti, per ricercare la conoscenza, a peregrinare e a mendicare in terra straniera… agli studenti concediamo di venire a vivere in quel luogo dove ogni cosa è in abbondanza, dove le case sono sufficientemente grandi e spaziose, dove i costumi di tutti sono affabili e dove si trasporta facilmente per mare e per terra quanto è necessario alla vita umana; per questi noi stessi procuriamo ogni cosa utile, offriamo buone condizioni, ricerchiamo maestri, promettiamo beni e, a quelli che ci sembreranno degni, offriremo premi”.
Il 5 giugno del 1224, con la “generalis lictera” spedita da Siracusa a Napoli, Federico II fondò lo “studium generale”, prototipo di quella che sarebbe diventata l’Università. Sono dunque passati 797 anni dalla nascita di quella che è, a tutti gli effetti, una delle istituzioni accademiche più importanti del mondo, nonché della prima università laica e statale della Storia. L’obiettivo dell’imperatore era quello di creare un centro di studi capace, oltre di distribuire cultura nella sua corte, di formare la classe dirigente, ovvero un apparato di funzionari che potesse reggere in maniera professionale ed efficace la struttura amministrativa dell’impero. Gli studi di diritto, non a caso, a Napoli furono particolarmente avanzati e all’avanguardia, tanto da indurre, anche nei periodi posteriori, tantissimi giovani da tutta Europa a recarsi in città per perfezionare i proprio saperi e le proprie competenze. Ed è appunto nel solco di questa antica tradizione che si sono formati giuristi e uomini di Stato di notevolissimo spessore fino al Novecento del secolo scorso. Ma, ovviamente, l’Ateneo, oltre alla facoltà di Giurisprudenza, non ha mancato e non manca di distinguersi in maniera pregevole pure in altri dipartimenti e in altri settori.
Nella giornata di ieri, in occasione dell’anniversario dell’Università, ben 76 sono stati i meritevoli federiciani che sono stati premiati (a loro è andato un premio in denaro di 500 euro) con una cerimonia che si è tenuta nell’Aula Magna Storica dell’Ateneo. Di questi, però, solo in 6 hanno presenziato come rappresentanza di tutti gli altri studenti premiati i quali, invece, per via delle norme anti contagio, erano collegati a distanza sulla piattaforma zoom. Ad accoglierli è stato il rettore Matteo Lorito insieme ai presidenti delle Scuole federiciane. Proprio i giovani meritevoli, poi, hanno introdotto i laureati illustri che hanno partecipato alla cerimonia: Franca Leosini, giornalista e conduttrice televisiva; Teresa Fornaro, ricercatrice Istituto Nazionale di Astrofisica – Osservatorio Astrofisico di Arcetri, Firenze; Francesca Santoro, Principal Investigator presso l’Istituto Nazionale di Tecnologia di NAPOLI, direttore del Tissue Electronics Lab; Maria Rosaria Capobianchi, Direttore della UOC Laboratorio di Virologia e del Dipartimento di Epidemiologia, Ricerca Preclinica e Diagnostica Avanzata, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) “L. Spallanzani; Giovanni Melillo, Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di NAPOLI e Fabrizio Freda, CEO del colosso della cosmesi Este’e Lauder.
Dopo questi mesi di pandemia che, inevitabilmente, hanno avuto un impatto assai duro anche sul mondo dell’università, non possiamo, a maggior ragione, non esprimere i nostri più sentiti auguri alla Federico II; faro di elevatissimo valore che ha illuminato, illumina e illuminerà i percorsi formativi di tantissimi giovani campani e non solo.