Pochi spettatori al San Paolo per la gara della speranza tra il Napoli e gli ucraini dello Shakhtar: il clima sugli spalti è quello delle gare “poco importanti” e anche l’urlo THE CHAMPIONS del San Paolo per questa volta è poco più di un sussurro. Si dice che il Napoli, primo in campionato e quasi fuori dalla massima competizione continentale, sia poco interessato a provare l’impresa, anche perchè il destino è nelle proprie mani ma anche in quelle del City di Guardiola. Il turnover c’è ed è ampio sia per necessità, la squalifica di Koulibaly lancia Chiriches, sia per scelta, Mario Rui ha ancora poca birra e allora spazio al bravissimo Maggio a destra con Hjsay a sinistra; in mezzo al campo Zielinski e Diawara che danno respiro ad Allan e Jorginho. In attacco invece giocano sempre i magnifici tre, anche se Insigne lamenta una noia al ginocchio e resta in dubbio nel prepartita.
Il primo tempo è una gara complessa, gli ucraini, squadra invero molto sudamericana, sono compagine di fini palleggiatori, il Napoli si ritrova spesso a rincorrere gli avversari in mezzo al campo anche perchè il solito pressing appare meno organizzato del solito, stante anche una prima frazione nella quale i due giovanotti in mezzo al campo giocano piuttosto male, specie Diawara che appare in difficoltà perenne. Le occasioni non mancano da ambo le parti, Reina para due volte e lo stesso fa Pyatov su Callejon e sul destro a giro di Insigne. Ma la sensazione è quella di una gara a cui manca qualcosa. Nell’intervallo gli azzurri sembrano ricompattarsi e nella ripresa esce fuori un Napoli più convinto: sale in cattedra Hamsik e migliorano nettamente le prestazioni dei suoi compagni di reparto, Hjsay lascia da parte la timidezza e la normale difficoltà a giocare a sinistra e in questo modo i partenopei iniziano a giocare in modo più fluido mettendo in soggezione gli avversari. Cosa occorre per far partire la giostra azzurra? Manca solo il gettone giusto e lo tira fuori dalla sua tasca magica il fenomenale Lorenzo Insigne che si accentra dalla sinistra saltando tutto e tutti e poi lascia partire un destro potente e col giro giusto che batte inesorabilmente Pyatov andando a morire all’incrocio dei pali. La svolta è servita, lo Shakhtar accusa il colpo e i napoletani giocano sul velluto anche grazie all’ingresso di forze fresche: prima Allan con Insigne che si accomoda in panca lasciando la fascia a Zielinski, poi Rog che dà fiato ad Hamsik. Dopo un gol divorato da Zielinski servito da Mertens che con una furberia ruba il pallone al portiere ucraino, lo stesso polacco inizia l’azione del due a zero e, dopo uno stretto scambio con il folletto belga, batte per la seconda volta Pyatov. Due minuti e su azione d’angolo Mertens fa il terzo gol con un tapin di testa dopo che Albiol aveva costretto ancora l’estremo ospite al prodigio. Il tempo di vedere l’ingresso di Rario Rui e godersi un incredibile tunnel di tacco del portoghese e la gara termina con un inequivocabile tre a zero.
Probabilmente non basterà: l’ultima giornata vedrà gli azzurri di scena in Olanda contro il Feyenoord già eliminato e a quota zero, mentre lo Shakhtar ospiterà il già qualificato City a tre giorni dal derby di Manchester che vale non solo la supremazia cittadina ma anche una fetta di titolo d’oltremanica. Chi di noi al posto del City chiederebbe a Sarri di schierare tutti i titolari per vincere una gara inutile che più inutile non si può?