Con l’albo in edicola questo mese, il numero 363, il Detective dell’impossibile Martin Mystère si cimenta con un tema che difficilmente si pensava potesse entrare nel novero delle sue indagini “mysteriose”, ovvero il calcio.
Al di là delle partigianerie, delle discussioni su gesti tecnici o su giocatori più o meno talentuosi ed infine sull’andamento delle gare e sulla loro direzione, infatti, questo sport sembra prestare ben poco il fianco a misteri di natura esoterica o archeologica, a meno di voler considerare tale la celebre “maledizione” scagliata dall’allenatore Bela Guttmann contro il Benfica nel lontano 1962 e a tutt’oggi avveratasi, o di approfondire il tema del furto della Coppa Jules Rimet (o Coppa della Vittoria) che più volte è stata rubata e del quale non è accertata l’originalità dell’esemplare oggi in possesso del Brasile.
Esiste però tra le pieghe della storia un fantomatico e famigerato evento come il Mondiale di calcio di Patagonia del 1942, che alcuni sostengono si sia realmente svolto nonostante in Europa imperversasse la guerra mondiale. C’è chi racconta e sostiene che quel Mondiale venne regolarmente giocato, coinvolgendo la Germania nazista, l’Italia e persino l’Inghilterra, fino ad allora altezzosamente tenutasi a distanza nelle edizioni disputate, oltre ad altre nazioni sudamericane non prendenti parte al conflitto; eppure di quel mondiale non sembrano esistere tracce.
Ispirazioni regolarmente citate nell’albo sono il racconto di Osvaldo Soriano “Il figlio di Butch Cassidy” e il finto documentario “Il Mundial dimenticato. La vera incredibile storia dei Mondiali di Patagonia 1942”, realizzato nel 2011 dagli italiani Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni proprio traendo spunto dal racconto di Soriano. Noi vi suggeriamo di recuperare entrambe le opere per scoprire un incredibile mondo fatto di personaggi noti e meno noti e nel quale il confine tra realtà e fantasia è piacevolmente reso sottilissimo.
Gli sceneggiatori del team che ha messo in piedi questo albo sono Andrea Artusi, Ivo Lombardo e Marco Zilio, mentre le tavole sono state affidate a Fabio Grimaldi. Tra salti temporali che vedono il BVZM coinvolto in un’indagine nella Terra del fuoco alla ricerca di reperti archeologici che possano bloccare l’avanzata di un mostro di cemento che rischia di alterare e stravolgere il delicato ecosistema della zona, alternati a flashback dal passato nazista nel quale sembra sia stato Hitler in persona a volere quel mondiale per giustificare uno spostamento in massa di truppe e tecnici verso quella zona di interesse per lui cruciale, l’indagine rivela che sul serio l’area è stata teatro di un grande ma dimenticato evento sportivo che a dispetto del blasone delle nazionali coinvolte ha incoronato la squadra dei Mapuche quale Campione del mondo.
Martin riesce a fermare il disastro ambientale ed allo stesso tempo regala alle popolazioni locali un motivo di orgoglio in più, ed uno strumento di attrazione turistica senza pari avallato addirittura dalla FIFA stessa!
Si tratta di una storia come sempre in bilico tra la realtà e la fanta-archeologia, un grande classico delle avventure di Martin Mystère e che ci lascia tanti interrogativi, su tutti: ma se davvero i Mapuche avessero vinto i Mondiali?
Emblematica in tal senso la spassosa copertina realizzata da Giancarlo Alessandrini che ci mostra Martin e Java più che concreti affrontare una partita di calcio nella quale però gli altri giocatori sono semitrasparenti, quasi degli ectoplasmi: i fantasmi di un mondiale destinato a restare un enigma!
Uscita: 11/06/2019
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 160
Soggetto: Andrea Artusi, Ivo Lombardo, Mirco Zilio
Sceneggiatura: Andrea Artusi, Ivo Lombardo, Marco Zilio
Disegni: Fabio Grimaldi
Copertina: Giancarlo Alessandrini