Nei suggestivi ambienti del Ninfeo, all’interno della Certosa e Museo di San Martino di Napoli, è allestita la mostra “Memory of Love” di Sam Havadtoy, fino al 20 novembre 2018. E’ una esposizione incentrata su 25 opere, tra dipinti e sculture, è la produzione recente di uno degli artisti più interessanti e originali della scena newyorkese, tra gli anni Settanta e Ottanta. Amico di John Lennon e Yoko Ono, di cui divenne compagno, dopo la tragica scomparsa del musicista inglese, e di altre personalità quali Andy Warhol, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, e di molti altri che frequentarono la “Factory”. La creatività artistica di Sam Havadtoy si basa sull’utilizzo del merletto, materiale insolito per l’arte contemporanea, ma il cui impiego trova riscontro nella storia dei popoli dell’est Europa dove, proprio questa lavorazione di filati rappresenta complessi riferimenti a classe, religione, storia e moda. Nel suo modus operandi, Havadtoy incolla frammenti di leggero pizzo su diversi supporti; strato dopo strato, li ricopre di colore, in modo che il gioco di vuoto e pieno che si crea, diventi l’elemento strutturale dell’immagine che ne risulta. E’ un processo di occultamento che ricorda le idee di Paul Klee di “rendere visibile l’invisibile”, e inizia spesso con un testo personale scritto direttamente sul supporto, poi cancellato con strisce di merletto. Quello che ne consegue è una composizione stratificata che ricorda quei manoscritti di papiro o pergamena, di epoca antica o medievale, dove il testo originario veniva lavato per fare spazio a un altro scritto.
Da New York a Napoli attraversando il Belpaese. È proprio in Italia, nel 2008, che il suo lavoro subisce una decisa trasformazione, nuovi impulsi creativi arrivano osservando il paesaggio. La tecnica divisionista che caratterizzavano le sue opere si arricchisce di una nuova luminosità. Lo stesso artista ricorda come: “Dipingere sul mare, attorniato dai miei nuovi amici mi ha fatto comprendere che il prezzo della mia nuova vita doveva essere la perdita o eventualmente la trasformazione di quella vecchia. Tutti i ricordi del passato, evocati da quei puntini che mi hanno aiutato ad arrivare a questo momento della mia esistenza, mi hanno dato una nuova direzione. Non significavano più perdita, piuttosto crescita e realizzazione”.
Ad accogliere i visitatori nel percorso espositivo è una vera “Fiat 500″ d’epoca, un simbolo del design italiano, decorata con la sua caratteristica tecnica a merletto. Un sottile fil rouge lega l’automobile e la lavorazione di filati dell’artista ungherese, entrambi accomunati da una meticolosa ricerca e costruzione di una immagine impattante, piacevole e innovativa. Havadtoy, grazie alla sua creatività, ne aumenta queste caratteristiche.
L’interesse per l’Italia e per la letteratura italiana è visibile nella scultura “Pinocchio”, il famoso personaggio di fantasia creato dallo scrittore Carlo Collodi. Havadtoy va oltre i confini letterari per immergersi nella storia dell’arte. Infatti, realizza opere, osservando e rielaborando i lavori di grandi artisti come Giorgio Morandi, Umberto Boccioni e Amedeo Modigliani.
Lungo il percorso della cosiddetta “Passeggiata dei Monaci”, ossia il desertum della Certosa di San Martino, è lo spazio deputato alla meditazione e alla preghiera. In questa location sono esposte la serie inedita intitolata “Doors”. Sono quattordici porte dipinte, come le stazioni della “Via crucis”, che simboleggiano i momenti di passaggio e di sofferenza che ogni individuo sperimenta lungo tutto il corso della sua vita. Un tratto tipico dell’arte di Havadtoy è l’atto di avvolgere, coprire e nascondere. Anche nella serie “Doors” racconta delle sue trasformazioni personali e del suo destino. Ogni porta rappresenta l’apertura o la chiusura di una esperienza della vita. Sono infissi raccolti dalle strade di Budapest, pezzi scartati della storia della città, testimoni silenziosi dei destini delle persone che le usavano, oltre ogni singola porta c’è una storia, un vissuto, un qualcosa da raccontare, sono una vera e propria metafora della vita.