La Russia non è certo un paese “pro” gay, non lo è adesso e figuriamoci in passato. Le persone che hanno osato l’inosabile sono state insultate e anche punite. Eppure c’è stato un giovane scrittore Michail Alekseevic Kuzmin, che agli inizi del secolo scorso pubblicò un romanzo a tema omosessuale dal titolo Ali (Wings) che in Italia fu pubblicato con il titolo Vanja. Il libro è una sorta di romanzo autobiografico in cui il giovane protagonista accetta e celebra la sua omosessualità. Fu il primo romanzo russo a trattare in modo esplicito temi gay, ed uno dei primi in Europa. Il testo gli portò una grande popolarità e l’elogio della critica letteraria dell’epoca. Ma fu ovviamente un enorme scandalo.
A suo modo è stato uno dei precursori della cultura gay.
Kuzmin, personaggio eclettico dal talento variegato fu: poeta, scrittore, musicista, drammaturgo e collaborò ai balletti di Djagilev. Appoggiò la rivoluzione d’Ottobre ma poi con l’avvento dello stanilismo, venne allontanato. Le opere di Kuzmin erano assolutamente contro la censura ed il regime dittatoriale del periodo, infatti dai suoi scritti si nota la sua chiara impronta politica.
Soleva leggere i suoi racconti su un palco acclamato da un folla di omosessuali affascinati che gli lanciavano fiori. Ad un certo punto della sua vita incontrò lo scrittore e pittore diciassettenne Yuri Yurkun. I due sarebbero rimasti insieme fino alla morte di Kuzmin.
Morì di polmonite nel 1936, e visse i suoi ultimi anni in povertà lasciando un patrimonio letterario ora riscoperto anche dalle nuove generazioni come un classico della letteratura mondiale
Per decenni, il governo sovietico ha cercato di ridimensionare i contributi di Kuzmin mantenendo i suoi diari off-limits a qualsiasi studioso occidentale.
Consiglio di recuperare il già citato Wings e anche La trota rompe il ghiaccio.