Ancora oggi, dopo ormai diversi mesi dall’inizio del piano di vaccinazione e dopo che il COVID-19 ci ha piegato, danneggiato ed ucciso, molte persone mi pongono ancora la stessa domanda: ”dottore, ma che dice, mi conviene fare il vaccino?”. Prima di rispondere conto fino a 10 per calmarmi e dare una risposta chiara e senza equivoci: “Sì!”. Ovviamente cerco sempre di tranquillizzare il mio interlocutore che spesso ha semplici dubbi, che non sono mai stati chiariti poiché non ha mai parlato con uno specialista, ma solo con amici e parenti che non hanno fatto altro che alimentare ulteriormente le incertezze.
È vero che si vedono in giro molti presunti No-Vax, ma i veri no-vax fedeli estremisti del culto dell’ignoto, sono fortunatamente una minoranza; molte persone invece sono ancora pronte al dialogo e basta semplicemente chiarire alcuni aspetti per far comprendere che lo Stato ed i sanitari stanno agendo per il bene comune.
Tra le tante paure divulgate in rete, vi è la notizia del rischio di sviluppare una miocardite e/o pericardite in seguito alla somministrazione del vaccino.
Comprendiamo cosa siano queste patologie e quale sia il reale rischio di incorrervi in seguito alla vaccinazione.
La miocardite è un’infiammazione del miocardio, il tessuto muscolare che forma il cuore, con conseguente danno delle cellule miocardiche.
La pericardite è, invece, l’infiammazione del pericardio, questo è una sottile membrana che avvolge e protegge il cuore. L’infiammazione del pericardio può comportare la formazione di versamento liquido intorno al cuore.
Le cause principali che possono indurre sia una miocardite che una pericardite sono in genere infezioni virali. Tra i virus coinvolti vi sono diverse evidenze che anche il SARS-CoV-2 può indurre infiammazioni del miocardio e del pericardio, oltretutto con un rischio di gran lunga superiore a quello del vaccino. Studi recenti dimostrano, infatti, che nei pazienti giovani il rischio di miocardite in corso di infezione da SARS-CoV-2 è 6 volte superiore rispetto alla vaccinazione (Singer E.M. doi: https://doi.org/10.1101/2021.07.23.21260998). La prevalenza della miocardite tra i pazienti con COVID-19 non è ancora del tutto chiara, alcune osservazioni stimano la miocardite come causa del 7% delle morti.
Oltre alle infezioni virali, anche quelle batteriche possono indurre miocardite e pericardite, esistono anche cause non infettive, come malattie autoimmuni o intossicazione da farmaci.
Le manifestazioni cliniche sono variabili, i pazienti possono presentare sintomi minimi o addirittura avere insufficienza cardiaca fulminante e aritmie fatali. I sintomi di insufficienza cardiaca comprendono affaticamento, dispnea ed edemi. Quando è presente una concomitante infiammazione pericardica, è comune avvertire dolore toracico che può irradiarsi al collo ed alle spalle. Il dolore può peggiorare con il movimento, la respirazione e la tosse.
La diagnosi di miocardite o pericardite prevede la valutazione da parte di un medico specialista e l’ausilio di esami ematochimici (atti a valutare infiammazione e danno miocardico), nonché elettrocardiogramma ed ecocardiogramma. Ulteriori approfondimenti possono essere effettuati tramite Risonanza Magnetica.
La terapia prevede il trattamento della causa scatenante (ad esempio l’infezione) e la gestione delle eventuali complicanze insorte (insufficienza cardiaca).
Come già detto le cause principali di infiammazione cardiaca sono associate alle infezioni virali, attualmente la comparsa di miocardite in seguito alla somministrazione di vaccino anti SARS-CoV-2 è un evento raro. Infatti, i dati ufficiali pubblicati dal Ministero della Salute affermano che: “Fino al 31 maggio 2021, nello Spazio Economico Europeo (SEE), si sono verificati 145 casi di miocardite tra i soggetti che hanno ricevuto Comirnaty (Pfizer) e 19 casi tra i soggetti che hanno ricevuto Spikevax (Moderna). Inoltre, si sono verificati 138 casi di pericardite a seguito dell’uso di Comirnaty e 19 casi a seguito dell’uso di Spikevax. Si stima che circa 177 milioni di dosi di Comirnaty e 20 milioni di dosi di Spikevax siano state somministrate nello Spazio Economico Europeo fino al 31 maggio 2021”.
È vero che magari 145 casi di miocardite possono sembrare tanti, ma considerando il numero di pazienti vaccinati con Comirnaty (177.000.000 al 31 maggio) la percentuale risulta dello 0,00008%, un numero veramente molto molto piccolo.
In conclusione, anche nel caso di complicanze come la miocardite, i vaccini si sono dimostrati sicuri e la possibilità che tale evento si verifichi è rarissima