Elezioni amministrative a Napoli.
Forse una delle elezioni più complesse degli ultimi anni con una sfida tra ben 7 candidati: Alessandra Clemente, Gaetano Manfredi, Catello Maresca, Antonio Bassolino, Matteo Brambilla, Rosa Solombrino e Giovanni Moscarella.
La battaglia dei voti si gioca soprattutto fra i primi 4 che combattono da mesi a viso aperto qualche volta anche in modo spregiudicato e poco elegante.
La rilevazione delle presenze alle urne è blanda a fronte degli 800mila cittadini interessati …di certo non un plebiscito di votanti anzi carenza anche per la gestione delle sezioni elettorali con una ricerca disperata fino all’ultimo minuto di presidenti e scrutatori di seggio ad opera del servizio elettorale del Comune di Napoli!
Qualsiasi sia il programma presentato dai candidati, la sfida di Napoli resta una sfida complessa per le molteplici difficoltà di una città che arranca e che paga le conseguenze di un debito ingente delle casse comunali che ha raggiunto una cifra significativa a 9 zeri.
Chiunque occuperà le stanze dei bottoni di Palazzo San Giacomo dovrà rimboccarsi le maniche e andare a sviscerare le fragilità e le criticità della città e mirare, con l’avvento dei fondi europei, all’azzeramento del debito e ad un vero riscatto di una metropoli che merita molto di più agli occhi del mondo e del nostro Bel Paese.
La pandemia ha poi contribuito ad accrescere disuguaglianze e disparità sociali, disoccupazione e disperazione ed è un obbligo morale oltre che politico farsi carico dei problemi della cittadinanza e dei cittadini e affrontarli, provando a superarli.
Nei confronti e dibattiti tra i candidati ai quali non ha mai partecipato Manfredi, snobbando gli incontri con gli avversari e rifiutando il contraddittorio sui programmi, è emersa la consapevolezza della sfida e della sua oggettiva complessità, in qualcuno un po’ più sentita e vissuta.
Alessandra Clemente, unica donna dei 4 che ha lottato durante tutta la campagna anche per difendere la sua identità “rosa”, è napoletana doc e ha conosciuto sulla sua pelle la tragedia della perdita di sua madre per la mano armata della camorra.
Ha alle spalle la partecipazione attiva alla vita politica della città degli ultimi anni e anche se in parte questa sua esperienza pregressa è stata utilizzata dai suoi detrattori per colpirla e indebolirla, lei ha tirato dritto e ha fatto tesoro delle giornate trascorse per la cura del bene pubblico, dimostrando una maturità ed una consapevolezza che nulla hanno a che vedere con la sua giovane età utilizzata dai più per colpirla quasi come se fosse un elemento penalizzante.
Porta con se una squadra giovane e energica, fatta di chi ha lavorato sul territorio durante la precedente legislatura e vuole proseguire in quella direzione.
Uno dei suoi fedelissimi, Claudio Cecere, ha ribadito in più occasioni la composizione della squadra fatta di politici e cittadini da sempre attivi sul territorio contestando tutte le forme di attacco demagogico e sostenendo quegli ideali di verità, onestà e amore per la politica che da sempre hanno caratterizzato la Clemente, in parte per la sua storia personale, in parte per la sua determinazione che non si è fermata nemmeno di fronte ai colpi bassi degli avversari non sempre gentili e rispettosi del suo vissuto e del suo “genere” , base fondamentale per quell’esigenza di riscatto e riqualificazione per Napoli ed elemento fondante del suo programma elettorale.
Maresca si fa portavoce di una lista civica, si è smarcato dalla destra partitica ma forse non è stata proprio una mossa vincente anche perché con tutta l’apertura mentale e dei confini, ospitare un primo cittadino simpatizzante della Lega farebbe rabbrividire in molti, in primis il suo antico mitologico fondatore.
Manfredi si presenta forte e corazzato di un’alleanza politica del Governo centrale e di una sicurezza per la macedonia di candidati dalla più variegata appartenenza politica. Peraltro, juventino e di origini nolane, si è trovato travolto da una città che non gli perdona soprattutto la prima delle due cose e in una delle sue prime scampagnate in Pigna Secca ha ricevuto come primo regalo dalla città proprio la maglia del Napoli… insomma un messaggio chiaro dei napoletani che da sempre uniscono l’amore per la squadra a qualsiasi manifestazione pubblica con una volontà divinatoria che ha vissuto in un momento particolare e che mescolano mistico e politico, sacro e profano con grande disinvoltura.
La sua esperienza da professore universitario stimato e apprezzato dalla Napoli bene e la parentesi da Ministro per l’Università è un punto di forza…ma il popolo partenopeo, geniale e sregolato, è imprevedibile e non sempre segue il gregge…
Da ultimo, c’è Antonio Bassolino che sindaco di Napoli lo è stato già, in un momento felice per la città, con una doppia legislatura ricca di eventi culturali e politici significativi, anche se nei ricordi dei napoletani, incide profondamente la sua fallimentare esperienza come Presidente di Regione che ha affossato la sua conquistata popolarità e fiducia.
Certo, tra i due sfidanti più forti, Clemente e Manfredi, rappresenta un elemento di disturbo che potrebbe sorprendere e strappare qualche voto.
Sta di fatto che questa sfida elettorale ha portato alla luce una sfiducia popolare ingentissima nei confronti della politica tutta, di qualsiasi colore o identità, con esperienza pregressa o senza alcuna esperienza e questo perché la situazione attuale sarà per chiunque approderà alla poltrona di primo cittadino un enorme e importante esercizio di responsabilità e consapevolezza nel toccare tassello per tassello le mille problematicità di una città che affanna : la camorra resta una delle preoccupazioni più grandi, insinuatasi ovunque anche nella vita dei cittadini perbene che, a causa della pandemia, sono dovuti scendere a compromessi beceri per la sopravvivenza propria e della propria famiglia; lo stato di degrado della città, con cantieri abbandonati o mai iniziati e una necessaria esigenza di riqualificazione della città tutta dalle periferie a Posillipo senza discriminazioni ne’ favoritismi; il disagio giovanile, la dispersione scolastica e la fortissima emergenza e urgenza educativa che solo una vera reinstaurata politica del welfare può combattere davvero; la definizione di un sistema di tassazione e gestione dei tributi più efficiente senza vuoti e condannabili numerose forme di evasioni tributarie; e, infine, ridurre ed eliminare – opera titanica – le forme di povertà, non solo quella che costringe le famiglie al lastrico e alle file alla Caritas per nutrirsi, ma anche quella culturale e sociale che ha aumentato forme di egoismo e indifferenza nei confronti dell’altro, favorendo fin dalle scuole e dalle attività da svolgere in comunità, la dimensione rinnovata di una cultura della solidarietà che al popolo napoletano non è mai mancata in termini di creatività, genialità, generosità e accoglienza.
Che dire? Aspettiamo gli esiti alle urne anche eventualmente ad un probabile ballottaggio sperando che il Primo Cittadino o la Prima Cittadina possano lavorare con serietà e caparbietà per una Napoli sempre più bella e sempre più unica!
Nell’attesa il prescelto resta San Gennaro : è lui il più acclamato e accreditato al momento per salvare la città!