Corre il minuto 80 Udinese-Napoli (che già di per se è una gara inguardabile), Mario Rui risale il campo dopo che la difesa azzurra ha fermato una delle (rare) iniziative dei bianconeri, arrivato poco prima del centrocampo, alle sue spalle una scena surreale: praticamente tutto il resto della squadra passeggia per il campo a testa bassa, incurante degli sviluppi dell’azione e totalmente disinteressata al tentativo d’attacco del compagno. Ecco, basterebbe questo per descrivere la gara di sabato. Una partita non giocata nel primo tempo e appena appena accettabile nella ripresa. Impossibile vedere rosa nel futuro di questa squadra che è riuscita, nel giro di meno di due mesi, a guadagnarsi il disprezzo dei propri tifosi di tutte le età e latitudini. Per chi non lo sapesse, dopo il vantaggio nella prima frazione dei friulani con Lasagna e lo zero spaccato nella casella “tiri” in casa Napoli, nella ripresa è Zielinski a trovare il pari per i suoi. Altro, onestamente, non ci sentiamo di aggiungere, troppo pietosa la partita per parlarne seriamente.
I tifosi continuano a non sapere cosa sia realmente accaduto, il disamore ormai è totale e difficilmente reversibile. Difficile salvare qualcuno, fare nomi in questo momento sarebbe inutile e sbagliato. Di chi è la colpa? Forse di tutti. Ha le sue responsabilità l’allenatore che non riesce a trovare undici giocatori piu’ o meno fissi da mettere in campo. Cervellotiche e inspiegabili le sue scelte, frutto non sappiamo di cosa. Confusione? Disinteresse? Incapacità? I giocatori sono, a parere di chi scrive, i principali responsabili. Qualunque sia il motivo di un simile comportamento (che, statene certi, ha sempre a che fare con questioni legate al contratto e quindi al vil denaro) hanno creato una frattura insanabile con la tifoseria che, a torto o a ragione, ha retrocesso da idoli e reietti i vari Mertens (speriamo che mai superi il record di chi davvero ha amato questa maglia e non il portafogli), Insigne, giocatore sopravvalutato e capitano indesiderato, Callejon, fantasma in campo dallo sguardo triste (va a capire perchè!!). Irriconoscibili anche Fabian Ruiz (le sirene spagnole forse lo distraggono troppo? Gia’ ad ottobre??), Koulibaly, insomma l’anima della squadra che fu.
Siamo stufi e stanchi di assistere a gare del genere, martedì in Champions contro il Genk un’occasione apparentemente facile facile per regalarsi almeno un piccolo sorriso, nella speranza che questi cialtroni non ci donino un’ennesima serata da ricordare a lungo…poi si faccia qualcosa, maggio è lontano e la media della squadra è da retrocessione: 5 punti in 7 gare, paradossalmente a questi ritmi si chiuderebbe il campionato a 38…è una provocazione, ovvio, ma anche un aspetto da non sottovalutare. Che si decida anche il destino di Ancelotti: la sua gestione tecnica, tattica e di risorse umane è disastrosa, un cambio al timone della squadra pottrebbe essere una scossa utile come non mai in questo momento.