San Domenico Maggiore: Il complesso monumentale si trova nel bel mezzo del Centro storico di Napoli dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, tra il Decumano inferiore e quello maggiore,nel suo interno troviamo traccia lasciate da San Tommaso d’Aquino a Giordano Bruno e Tommaso Campanella, da Tiziano a Michelangelo da Caravaggio, da Raffaello a Giuseppe de Ribera, da Tino di Camaino a Francesco Solimena, da Luca Giordano a Luigi Vanvitelli, Domenico Vaccaro, Cosimo Fanzago a Mattia Preti.
È all’interno della Basilica di San Domenico Maggiore che i frati domenicani conservano la tavola titolata “IL CROCIFISSO”, considerata miracolosa in quanto identificata con quella che parlò a San Tommaso che raccolto in preghiera durante l’ultimo soggiorno a Napoli, nel 1273, udì una voce dire:
«Tommaso Bene scripsisti, thoma, de me quam ergo mercedem accipies?»
«Non aliam nisi te domine)».
“Tommaso, tu hai scritto bene di me. Che ricompensa vuoi?”
e lui rispose: “Nient’altro che te, Signore”.
Nella sacrestia si trova la Sala degli Arredi Sacri, chiamata anche Sala del Tesoro grazie alle immense ricchezze che sono state qui custodite durante i secoli. La sala, arredata con armadi risalenti al 1749, espone oggetti sacri di raro valore storico, artistico e culturale, oltre a preziosi abiti ritrovati nelle tombe dei sovrani e dei nobili napoletani. All’interno della sacrestia si possono vedere 38 mummie in abiti damascati, con veli e cuscini in seta, pugnali e stemmi della famiglia Aragonese.
La particolarità stà nel fatto che questa serie di mummie è unica in Italia sia per l’antichità e per lo stato di conservazione dei corpi, sia soprattutto perché si tratta di personaggi storici, di cui sono note la vita e la causa di morte (ad esempio la malaria per il re Ferrante II e la tisi per il marchese di Pescara). Tra le mummie in perfetto stato di conservazione c’è quella del dodicenne Pietro d’Aragona con le mani incrociate sulla regione pubica e la pelle di colore marrone chiaro. Vuota, invece, è la cassa di Alfonso il Magnanimo, traslate nel 1668 in Spagna secondo la sua volontà. I sarcofagi funerari di San Domenico Maggiore sono in tutto 42, collocati su quello che si chiama “passetto dei morti”
percorso museale DOMA
(ingresso dalla Basilica di San Domenico Maggiore)
per info: Tel. 333 86 38 997