Ci sono cose nella vita che si ripetono all’infinito: una sorta di maledizione che si abbatte quando si incontra qualcuno o si fa qualcosa. La parola Chievo evoca sinistri presagi nel cuore dei tifosi azzurri, vengono in mente i Fideleff, i Moscardelli, i Drame’, i rigori falliti da Mertens e Cavani, le doppiette di Pellissier. In una uggiosa domenica novembrina, i tifosi azzurri pregustavano una facile vittoria contro il fanalino di coda del neo allenatore Di Carlo: del resto gli zero punti dei clivensi (tre al lordo della penalizzazione) non lasciavano immaginare niente di diverso. Ma si è capito sin dai primi secondi di gioco che la concentrazione non era quella giusta e anche il turnover di Re Carlo aveva lasciato qualche perplessità, i giovani rampolli azzurri non riescono a completare lo sviluppo pienamente: Diawara si limita da troppo tempo al compitino, Zielinski implode sempre sul più bello, Ounas appare, onestamente, di un paio di gradini più in basso e la presenza sul suo lato sinistro di Hysaj rende il tutto ancora più malinconico. Il primo tempo è orrendo: nella prima fase sono addirittura gli ospiti, guidati dai quasi quarantenni Pellissier e Sorrentino (solito paratutto) a rendersi pericolosi. Dal fronte azzurro un tiro fuori di Callejon, un rigore ignorato dall’ineffabile Chiffi per fallo di Obi sullo spagnolo e un contropiede quattro contro due sfruttato malissimo con ultimo passaggio sbagliato dal cugino di Mertens visto oggi in campo. Al netto dell’immunità totale al giallo dei veneti, termina un primo tempo che lascia ai tifosi sugli spalti solo freddo e umidità da smaltire.
Nella ripresa il Napoli sembra voler mettere le marce alte ma, dopo un paio di parate del solito Sorrentino, con il passare dei minuti la spinta si indebolisce e le decine di cross inviati verso l’area del Chievo vengono rispediti al mittente. A nulla valgono gli ingressi di Allan per l’ammonito Diawara e Milik per l’inutile Ounas. Neanche la fortuna sembra voglia baciare gli azzurri: altri due pali colpiti prima da Insigne (ormai un habituè) e poi da Koulibaly con Sorrentino immobile e pronto alla capitolazione. Il Chievo gioca duro e arrivano i primi gialli, troppo tardi vista la mancanza totale di sanzioni disciplinari della prima frazione. I quattro minuti di recupero concessi con molta magnanimità dal modesto Chiffi, viste le solite e insopportabili perdite di tempo degli uomini di Di Carlo (ma del resto ognuno si arrangia come può), sanciscono un pari che per alcuni chiude il campionato, per chi scrive certificano solo una giornata storta e un po’ sfigata.
Per fortuna si torna in campo subito, mercoledì contro la Stella Rossa l’imperativo è vincere in attesa di buone notizie da Parigi, nella speranza di non vedere mai più un Napoli così abulico e impreciso.