Continua imperterrito a perdere il Napoli: ormai anche i tifosi stanno maturando l’assuefazione alla sconfitta, lo si nota dai commenti ormai rassegnati di tutti; una squadra impresentabile, senza idee, senza una trama accettabile di gioco, calciatori messi in posizioni sempre diverse, una difesa imbarazzante, attacco inesistente e abbandonato al suo destino, sostituzioni assurde per tempistica e scelte. Non c’è nulla da salvare, dopo la deprimente sconfitta contro il modestissimo Granada in EL, con gli spagnoli che segnano due gol e poi proteggono il vantaggio in scioltezza, a Bergamo i napoletani prendono un’altra scoppola.
L’Atalanta, pur senza premere troppo sull’acceleratore, vince agevolmente segnando 4 gol: la gara, nel primo tempo, è brutta, con i bergamaschi che attaccano senza creare occasioni (a parte un rigore clamoroso negato agli orobici per fallo dell’impresentabile Mario Rui su Pessina) e i partenopei che arrancano senza riuscire a fare quattro passaggi di fila. Lo zero a zero con il quale si conclude la prima frazione è casuale e infatti nella ripresa i guai per il Napoli iniziano presto.
E’ l’ex Zapata a realizzare il primo gol su assist di Muriel: il colombiano salta di testa sovrastando Maio Rui, poi qualcuno ci spiegherà perchè il gigante venga marcato dal piccolo Mario Rui. Incredibilmente il Napoli da un segnale di vita pareggiando con Zielinski assistito splendidamente da Politano: il tiro al volo del polacco è bellissimo e resterà l’unico tiro scagliato, seriamente, verso la porta avversaria.
Sembra che la gara possa equilibrarsi, Gattuso ha intanto inserito Insigne per Elmas: nel momento migliore, si fa per dire, del Napoli l’Atalanta raddoppia con Gosens, dimenticato da Di Lorenzo e pronto a scagliare in porta il pallone da pochi passi. Tocca poi a Muriel calare il tris, splendidamente servito da….Bakayoko: altro giocatore onestamente inquietante, lento, impacciato, incapace di fare un passaggio oltre i dieci metri, lo strapagato francese, richiesto da Gattuso, continua ad essere un quasi intoccabile, misteri del calcio.
Sembra morto il Napoli, eppure la Dea bendata sembra allungare una mano salvifica con l’autorete di Gosens, goffo e sfigato su cross di Politano.
A questo punto Gattuso completa il suo capolavoro: sul 3-2 e un quarto d’ora buono da giocare, cambia due difensori (se così si vogliono chiamare Maksimovic, sul quale Sarri ci aveva visto lunghissimo e Mario Rui, imbarazzante titolare della fascia mancina da tre anni per intercessione, crediamo, della madonna di Fatima) durante la battuta di un corner, una cosa che nemmeno in terza categoria, Romero ringrazia e fa gol da un metro, per la disperazione del povero Meret impallinato senza pietà.
Finisce con il solito tiro a giro (fuori) dell’inutile Insigne e con la paura per Osimhen, finito in ospedale privo di sensi per una capocciata al suolo. Il nigeriano è il simbolo del Napoli, non una palla giocabile se non palloni lanciati a caso a 40 metri dalla porta, nemmeno Careca potrebbe trasformare il letame in oro.
Per fortuna, dopo la gara, viene annunciato il silenzio stampa: almeno le deliranti conferenze di Gattuso ce le siamo risparmiate.
Continuare con lui è davvero assurdo, da due mesi ne invochiamo l’esonero, chiunque farebbe meglio al suo posto…cosa si può fare peggio che perdere quasi sempre??