Puntuale come ogni anno, dopo le prime due giornate, il campionato di Serie A si ferma per lasciare spazio alle nazionali, impegnate nelle gare di qualificazioni ai prossimi Mondiali in programma tra un anno e mezzo in Qatar.
In questa settimana l’attenzione degli appassionati si è dunque concentrata sulle ultime battute del calciomercato, che ha chiuso i battenti il 31 Agosto riservando come al solito diversi colpi di scena sul finale.
In questa sessione a far notizia sono state soprattutto le cessioni eccellenti dei giocatori più importanti verso i campionati esteri, e quella più clamorosa è arrivata proprio lo scorso weekend: dopo gli addii di Lukaku ed Hakimi all’Inter e di Donnarumma al Milan, ha suscitato ovviamente scalpore la fuga di Cristiano Ronaldo dalla Juventus, dopo settimane di rassicurazioni di Nedved e compagnia sulla permanenza di CR7 a Torino.
Invece il portoghese, meno di mezza giornata dopo aver comunicato ad Allegri la sua decisione, era già in volo verso casa, mentre in serata veniva ufficializzato il suo ritorno al Manchester United, la squadra che aveva lanciato l’allora giovanissimo Ronaldo nel firmamento del grande calcio.
Alla fine di questo calciomercato pandemico, dove tutte le squadre hanno dovuto affrontare enormi difficoltà economiche, l’evidente livellamento verso il basso ci regala un campionato senza un dominatore annunciato.
Anche se l’Inter Campione in carica resta la favorita, avendo rimpiazzato dignitosamente i suoi big con Dzeko, Correa e Dumfries, i nerazzurri dovranno fronteggiare comunque una serie di incognite (una su tutte l’addio al condottiero Conte), e le altre pretendenti non sembrano poi così lontane.
La Juventus appare in fase di piena ricostruzione: Locatelli, il cavallo di ritorno Kean ed il giovane Kaio Jorge sono stati gli unici acquisti; questo non basta però, ovviamente, a tenere totalmente fuori dai giochi la squadra allenata nuovamente da Max Allegri.
Interessante il mercato di Roma e Lazio, ringalluzzite dall’arrivo di due grandi allenatori come Mourinho e Sarri: alle cessioni di Dzeko e Correa fanno da contraltare gli acquisti dell’ex Chelsea Abraham in casa giallorossa, e di Zaccagni, Pedro e del rientrante Felipe Anderson sulla sponda biancoceleste del Tevere; il gap da colmare è tanto, ma l’entusiasmo nella Capitale non è ingiustificato.
Il Milan e l’Atalanta appaiono consolidate nel ruolo di prime antagoniste all’Inter, avendo anche il vantaggio della continuità nella guida tecnica: i rossoneri hanno rimediato agli addii di Donnarumma e Chalhanoglu con ben 11 acquisti (su tutti il Campione del Mondo Giroud), i nerazzurri hanno dato solidità alla difesa ed al centrocampo con gli arrivi di Musso, Demiral e Koopminers.
E il Napoli? Immobile; no, gli azzurri non hanno acquistato il centravanti della Lazio, in realtà non hanno acquistato…nessuno.
Gli unici due nuovi arrivi per il nuovo tecnico Spalletti sono stati lo svincolato Juan Jesus e, proprio al fotofinish, il centrocampista ex Fulham Zambo Anguissa, acquisito in prestito con diritto di riscatto: il mediano camerunense dovrebbe migliorare sensibilmente il centrocampo in termini di fisicità e dinamismo rispetto al suo predecessore Bakayoko.
Considerando anche i rientri dai prestiti di Malcuit e soprattutto di Ounas, la rosa messa a disposizione del tecnico di Certaldo appare comunque completa (a parte l’ormai biblica voragine sulla corsia sinistra…in Ghoulam we trust) e competitiva per i primissimi posti, visto che nessuna delle paventate cessioni eccellenti (nemmeno quella di Insigne prossimo a svincolarsi) si è poi concretizzata.
Restano intatte le perplessità sul futuro a medio-lungo termine: la riduzione del monte ingaggi, ritenuta indispensabile da De Laurentiis per fronteggiare i mancati introiti Champions e gestire il club in modo sano, non è infatti minimamente iniziata.
Il Napoli sembra dunque rassegnato a perdere a zero i suoi giocatori più illustri nei prossimi anni, senza monetizzare le loro cessioni con introiti da re-investire in giovani dagli ingaggi più contenuti: una strategia, quest’ultima, magari impopolare, ma auspicabile per una società che deve programmare il futuro senza sceicchi e multinazionali alle proprie spalle.
Quella che è appena iniziata sembra quasi una stagione da “The Last Dance” per un gruppo che, nelle speranze di AdL, dovrebbe riuscire a tornare in Champions prima di salutarsi alla spicciolata, riportando soldi freschi nelle casse del club e facendosi perdonare sconfitte in albergo, ammutinamenti e traguardi sfuggiti all’ultima giornata.
Gli azzurri, partiti bene con 6 punti in due partite ed attesi dal big match con la Juventus della prossima settimana, potranno contare finalmente per tutto il campionato (covid permettendo) sull’apporto dei propri tifosi.
Già nella gara d’esordio con il Venezia i supporters partenopei sono tornati allo stadio: erano usciti dal “San Paolo” 540 giorni prima (con il Torino il 29 Febbraio 2020 l’ultima partita prima del lockdown), sono rientrati al “Maradona”, a dimostrazione di quante cose siano successe nel frattempo.
I disagi per le lunghe file causati dai doppi controlli (biglietti e green pass), cui la società dovrà porre rimedio in fretta aumentando gli accessi, sono stati dimenticati una volta risaliti i gradoni, mentre il grande prato verde riappariva pian piano ai loro occhi, illuminato dai riflettori.
Volti amici anche se sconosciuti, per dirla alla Venditti, finalmente ritrovati, sciarpe riallacciate ai polsi al triplice “Napoli!” urlato dallo speaker Decibel Bellini, preludio all’annuncio delle formazioni, il battito di mani a scandire le note di “Go West” dei Pet Shop Boys mentre gli azzurri scendevano in campo, finalmente di nuovo davanti ai loro occhi: emozioni dimenticate, sottovalutate, eppure inaspettatamente fortissime.
Ci pensava poi il Napoli a regalarne di nuove, come sempre: nel male (l’espulsione di Osimhen, il rigore fallito da Insigne) e soprattutto nel bene (il secondo rigore trasformato dal capitano, il raddoppio di Elmas, la vittoria).
L’appetito vien mangiando, come si suol dire, e per chi ama seguire il suo Napoli allo stadio il prossimo piatto è di quelli appetitosi: Sabato prossimo a Fuorigrotta arriverà la Juventus, per il match più atteso, da gustarsi finalmente dal vivo, sperando di restare il più a lungo possibile lontani dal divano.