Amarissimo l’esordio in Europa League per il Napoli di Rino Gattuso: gli azzurri perdono 1-0 in casa contro gli olandesi dell’AZ Alkmaar, complicando subito il percorso nel girone F.
Tanto bruciante quanto inaspettato il k.o. di Giovedì sera, sia perchè gli azzurri erano reduci dalla brillante vittoria per 4-1 contro l’Atalanta in campionato, sia per l’andamento del match, che li ha visti dominare per tutti i 90′, anche se in modo abbastanza sterile.
Non è infatti bastato al Napoli un netto predominio in termini di possesso palla, visto che la squadra di Gattuso ha, nel complesso, creato poche vere occasioni da rete al cospetto di un AZ molto ben organizzato in difesa e per nulla condizionato dall’emergenza covid, che ha costretto gli olandesi a lasciare a casa ben 13 calciatori.
Gli azzurri sono ricaduti in errori antichi, fraseggiando al piccolo trotto senza mai riuscire a verticalizzare il gioco e ad alzare i ritmi, come successo con triste puntualità nella scorsa stagione.
A completare la serataccia ci ha pensato uno svagato Koulibaly, rivisto nella versione horror “ammirata” troppo spesso lo scorso anno, che con due errori ha prima messo Sugawara davanti a Meret nel primo tempo (conclusione a lato) ed ha poi lasciato a De Wit tutto lo spazio ed il tempo di raccogliere il cross di Svensson e di battere l’incolpevole portiere friulano ad inizio ripresa.
Col senno di poi, si potrebbe rimproverare a Gattuso l’aver confermato troppi protagonisti della vittoria contro l’Atalanta, che sono apparsi mentalmente scarichi ed incapaci di ripetere la prestazione di sabato: Mertens, in particolare, non ha inciso pur restando in campo tutti i 90 minuti.
Ovviamente era difficile per il tecnico calabrese prevedere una simile “contro-prestazione”, ma in realtà neanche i cambi operati hanno convinto del tutto: discutibile la scelta di tirar fuori Lozano, apparso comunque il più in palla dei suoi, per un Insigne ancora lontano da una condizione accettabile.
Anche la rinuncia al doppio centravanti, in favore della staffetta Petagna-Osimhen, è apparsa poco felice, visto che c’era la necessità di recuperare il risultato.
La speranza è che gli azzurri facciano tesoro di questa brutta battuta d’arresto, troppo simile a partite viste lo scorso anno, e che si riprendano già a partire dal derby di domani (ore 15) contro il Benevento del patròn Oreste Vigorito.
I sanniti sono reduci da una buona partenza in campionato, anche se domenica hanno subìto una pesante sconfitta (2-5) a Roma contro i giallorossi: risultato bugiardo, però, visto che a 20 minuti dalla fine la sfida era ancora sul 2-2.
E’ un vero peccato che la partita debba essere giocata a porte chiuse, visto che la simpatia reciproca tra le due tifoserie avrebbe probabilmente creato un clima di grande festa al “Ciro Vigorito”.
Tra l’altro lo stadio sannita, all’inizio degli anni 2000 (quando si chiamava ancora “Santa Colomba”) ha ospitato diversi match casalinghi del Napoli: è accaduto nel 2001, quando un nubifragio colpì Napoli a Settembre rendendo inagibile il San Paolo per diversi mesi, e nel 2003, quando lo stadio napoletano fu squalificato per diverse giornate a seguito dei gravi incidenti prima di Avellino-Napoli, che costarono la vita al povero Sergio Ercolano; in quel caso le partite si giocarono a porte chiuse, come accadrà domani.
Il derby tra azzurri e giallorossi torna a distanza di tre stagioni: il 4 Febbraio 2018 il Napoli si impose 2-0 a Benevento sui neopromossi sanniti, dopo aver giocato a tennis (6-0 il finale) all’andata; di Mertens (splendido lob simile a quello rifilato al Torino l’anno precedente) e Hamsik le reti del successo partenopeo.
La sfida non era però un inedito, visto che le due squadre si erano affrontate in…Serie C: il Napoli Soccer di Aurelio De Laurentiis, nato dopo il fallimento firmato Naldi, affrontò i sanniti durante il suo primo anno di vita, in cui fu costretto da Carraro & co. a ripartire dalla terza serie.
Anche in quella occasione, il 13 Marzo 2005 la squadra di mister Edy Reja vinse per 2-0 con le reti di Inacio Pià e del “Pampa Sosa”, proseguendo la rincorsa verso la promozione che sarebbe sfumata nella finale playoff: un altro derby campano, che vide imporsi nel doppio confronto l’Avellino allenato da Francesco Oddo.
Sarà un match speciale per due giallorossi: Roberto Insigne, fratello del capitano azzurro Lorenzo, cresciuto nel vivaio del Napoli e protagonista dell’ultima promozione sannita in serie A, e Christian Maggio, colonna della squadra partenopea per ben 10 stagioni, dal 2008 al 2018.
Anche per i due “mister” non sarà una partita come le altre: Rino Gattuso e Filippo Inzaghi si sfideranno Domenica sulle rispettive panchine, dopo aver vinto tutto, Champions League e Mondiali compresi, da compagni di squadra nel Milan di Ancelotti e nella nazionale di Marcello Lippi (entrambi ex tecnici azzurri).
Questa però sarebbe stata, senza dubbio, “la” partita per Carmelo Imbriani, nativo di Benevento, che con la maglia del Napoli ha calcato il palcoscenico importante della Serie A, chiudendo la carriera da capitano giallorosso prima che il cancro ce lo portasse via troppo presto.
Gli spunti di interesse e le curiosità non mancano, insomma, per un match che gli azzurri devono vincere a tutti i costi per smaltire la delusione europea.
Visto che manca solo una settimana ad Halloween (con buona pace di De Luca…), non resta che sperare che gli…stregoni sanniti non facciano al Napoli un altro “scherzetto”, dopo quello fin troppo spaventoso di giovedì.