Sul finire di agosto si è conclusa con l’albo Viaggio infinito la lodevole iniziativa della miniserie in 4 numeri Nathan Never Missione Giove, fortemente voluta da Bepi Vigna che l’ha sceneggiata per celebrare i 30 anni di vita editoriale del personaggio con una lunga storia davvero ben riuscita.
In un viaggio parallelo tra i punti cardine dell’ufologia e dell’immaginario collettivo della fantascienza, ma immersi in un bagno composto da tutti i principali elementi dell’universo narrativo dell’Agente Speciale Alfa, Vigna ha compiuto un articolato excursus fatto di salti temporali pazzeschi.
Molti dei temi cardine della saga che ci hanno fino ad ora accompagnato sono stati osservati da un punto di vista differente, con risultati egregi e sorprendenti fatti anche di continui rimandi ad altre opere narrative e cinematografiche.
Nell’albo conclusivo questi salti temporali si sono ampliati a dismisura riuscendo a mantenere una ottima coesione narrativa: le ambientazioni si alternano di pagina in pagina, passando dalle più remote radici dell’origine del genere umano fino ad un immaginario futuro catastrofico: una nuova base anche per gli sviluppi della serie regolare, dal momento che vengono introdotte delle trame orizzontali decisamente promettenti in chiave futura.
Questo quarto albo della miniserie Missione Giove ci riserva alcune piacevoli sorprese come un chiarimento sulla genesi dei Grigi, un salto nel passato di Mister Alfa – vero deux ex machina sempre rimpianto dai lettori e richiamato in scena a gran voce – e persino il ritorno di Ann, la figlia di Nathan.
Si tratta del segmento forse più “spericolato” dell’intera miniserie che deve essere però considerata come opera unitaria nella sua analisi della lotta per la sopravvivenza da parte della razza umana ma anche della incessante ricerca sulla cosmogonia, il tutto attraverso la lente di un racconto che chiede sì di sospendere l’incredulità ma sempre rispettando i canoni che hanno decretato il successo del personaggio.
Il continuo avvicendamento dei piani temporali viene assecondato dall’alternarsi alle tavole dei due autori coinvolti in questo progetto, i disegnatori Germano Bonazzi e Max Bertolini. Entrambi forti di una rodata esperienza sulle pagine di Nathan Never hanno saputo anche in questa occasione offrire un lavoro dinamico e curatissimo, privo di sbavature. Si conferma la maggiore attitudine di Bertolini a sbalordire con il suo tratto cesellato ed un superbo uso dei retini per le ambientazioni tra i vuoti cosmici, ma seppur disegnata da matite diverse la storia si mantiene sempre omogenea ed equilibrata con la speciale attenzione riservata da entrambi gli artisti all’emotività dei personaggi.
Sarà stato tutto un sogno? Oppure un’avventura sviluppata in un universo parallelo? I riferimenti da metafumetto disseminati tra gli albi troveranno nuovi sbocchi, e proseguirà il filone dedicato al complottismo? Sono risposte che solo Vigna potrà darci nei prossimi mesi.
Intanto a chiudere il cerchio, ed è proprio il caso di dirlo, ci pensa la copertina di Ivan Zoni interamente incentrata su Nathan e sulla sua connessione con i leggendari cerchi Shanachies, sempre presenti quando le trame esplorano realtà dimensionali e temporali alternative.
Uscita: 24/08/2021
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 96
Soggetto: Bepi Vigna
Sceneggiatura: Bepi Vigna
Disegni: Max Bertolini, Germano Bonazzi
Copertina: Ivan Zoni