Si sono tenuti ieri, 18 agosto, presso la Fiera di Genova e alla presenza delle alte cariche, i funerali di Stato di diciotto vittime del crollo del ponte Morandi. Ben venti famiglie, invece, hanno deciso di rifiutare il rito pubblico, prediligendo commemorare i propri cari in forma privata e in riservatezza; e dunque, ieri, per questi ultimi, vi erano solamente le bare vuote.
Come purtroppo sappiamo, nel disastro, sono stati coinvolti anche quattro giovani di Torre del Greco, ed è stato proprio il padre di uno di essi a spiegare le ragioni per le quali, insieme con le famiglie degli altri tre ragazzi, ha preferito evitare gli onori funebri di Stato.
“Mio figlio non diventerà un numero nell’elenco dei morti causati dalle inadempienze italiane, farò in modo che ci sia giustizia per lui e per gli altri: non dobbiamo dimenticare. Non vogliamo un funerale farsa, ma una cerimonia a casa, nella nostra chiesa a Torre del Greco. È un dolore privato, non servono le passerelle. Da oggi inizia la nostra guerra per la giustizia, per la verità: non deve accadere più”. Queste le parole incisive di Roberto Battiloro, papà di Giovanni.
Le esequie di Matteo, Gerardo, Antonio e Giovanni si sono pertanto tenute venerdì nella Basilica di Santa Croce della città campana. Si è trattata di una decisione comprensibile, molto più che condivisibile e che lancia un chiaro segnale di protesta, il quale deve invitarci tutti a riflettere.
Le vittime di questa immane tragedia, infatti, non sono state uccise dal caso o da una calamità naturale, non è stato neppure un incidente, ma vi sono delle chiare responsabilità di un apparato statale assente. È uno Stato che non c’è, il nostro, uno Stato che lascia proliferare affaristi e criminali, per i quali il profitto vale più delle vite umane. È un Paese dove, ancora una volta, si rivela tutta la superficialità nell’amministrazione della cosa pubblica e nei controlli delle infrastrutture.
Abbiamo assistito, inermi, ad una delle pagine più scandalose della storia della nostra Repubblica ed altra vergogna si è aggiunta pure nello spettacolo indecoroso e macabramente puerile dei battibecchi, delle strumentalizzazioni e delle polemiche tra le forze politiche.
Auspichiamo, piuttosto, che i responsabili, senza tante sterili chiacchiere, vengano assicurati al più presto alla Giustizia e ci auguriamo che ci sia, rapidamente, un effettivo e concreto cambiamento nelle gestione delle nostre reti autostradali e non solo. Non vogliamo più aspettare che ci scappi il morto, prima che vengano seriamente prese in considerazione, da chi di competenza, situazioni precarie, problematiche e pericolose.
Al tempo stesso, è necessario che si sviluppi in noi tutti, in quanto cittadini, una maggiore coscienza civica, una maggiore e costante partecipazione e una più forte rivendicazione dei nostri diritti, perché deve assolutamente finire il tempo dei “ sapevamo che sarebbe potuto succedere”, delle lacrime sul sangue versato.