Se qualcuno decidesse di trarre un film dalla vostra vite, significherebbe che in qualche modo siete persone speciali.
A volte, la vite reale supera la sceneggiatura di un film. Di solito avviene il contrario, è sempre la fantasia a superare l’ordinaria realtà.
Non è questo il caso di Nora Monsecour e dello splendido film GIRL, candidato agli oscar recentemente consegnati in rappresentanza del Belgio come miglio film straniero, purtroppo senza entrare nella cinquina delle nominations. La sua vita è davvero originale.
Girl è un film che racconta il percorso di un ragazzo che vuole cambiare sesso. Lui, Lara, come ha scelto di farsi chiamare frequenta lezioni di danza classica per diventare una ballerina di fila, la studia dalla tenera età di nove anni. Il voler diventare una ragazza (girl) velocemente la spinge a chiedere dosi massicce di farmaci per bloccare la pubertà e a deturpare il suo corpo usando vari espedienti. Come tutti i teen ager Lara vuole tutto e subito ma per l’operazione di riassegnazione dell’identità di genere deve aspettare la maggior età. Il film è come un binocolo che ci fa entrare nell’intimo di Lara, mentre nasconde i genitali con della carta adesiva o mentre si approccia ad un ragazzo per la prima volta.
I due sogni di Lara (l’essere una ragazza e la danza) sono paralleli, l’uno è quasi funzionale all’altro.
La pellicola trae spunto dalla vera storia di Nora Monsecour, una donna trans gender belga. Quello che non troviamo nel film è che Nora ha un gemello di nome Arno che era identico a lei, ora sono diventati fratello e sorella e tutt’oggi sono legatissimi. Nel film la protagonista ha un fratello, ma molto più piccolo di lei. Sarebbe stato interessante osservare le interazioni tra i due nel momento in cui Lara inizia a cambiare, e le relative dinamiche emotive tra gemelli identici.
Il film è stato soggetto a feroci critiche dalle stesse comunità LGBT che non si riconoscono nel personaggio di Lara, ci sono vari atti di autolesionismo gravi durante il film e questo potrebbe portare a pensare che tutti i transgender attraversino una fase del genere. Lei ribatte che questa non è la storia di tutti i trans ma solo la sua personale, che non è una persona confusa, o almeno era confusa come lo sono normalmente tutti i ragazzini in crescita. Oltre questo, secondo la comunità trangender sarebbe stato opportuno far interpretare il ruolo di Lara ad un vero attore transgender anziché ad un attore cisgender (individuo a proprio agio con il genere biologico nativo) il bravissimo Victor Polster.
Il sogno si è realizzato e Lara, dopo aver studiato in Belgio (e lì finisce il film), si sposta a Leeds (U.K) per perfezionarsi e diventare una ballerina professionista ed ha finalmente ottenuto il permesso per sottoporsi all’intervento.
Le vite speciali sono affidate a persone che sanno renderle tali.
Nora est spècial