Siamo approdati al 2024. La Rai compie 70 anni, il virus influenzale non si chiama Covid 19, ma sta riempiendo i pronti soccorso dell’Italia con molti bambini ammalati con infezioni respiratorie serie e il picco deve ancora arrivare dopo baci e abbracci natalizi, gli infermieri restano ancora tra coloro che più di tutte le categorie professionali continuano a subire violenze e aggressioni per cercare di far rispettare le regole all’interno dei reparti ospedalieri, il clima è sempre più impazzito, a temperature miti che ci hanno accompagnato durante le festività natalizie, nelle località di montagne quasi tutte senza neve, sta seguendo un maltempo di tempeste e raffiche di venti che spaventa, e a complicare il quadro generale di questo incipit di anno, la guerra in Medio Oriente non si arresta nè rallenta.
Il calcolo dei civili morti sotto le bombe israeliane è inarrestabile.
Dati alla mano, si calcola la morte di migliaia di bambini e più di 1000 mutilati, che si ritrovano senza gambe, in molti casi sottoposti ad interventi senza anestesia.
Ogni tanto, arrivano i racconti dei superstiti del 7 ottobre al Rave dei giovani nel deserto che descrivono violenze fisiche e sessuali subite dai terroristi di Hamas che danno la dimensione del terrore vissuto dalle vittime e da chi è scampato miracolosamente al massacro.
Nel periodo natalizio, appena trascorso, colpisce sempre più che la culla della civiltà, la Terra Santa sia sempre più martoriata e sia sempre più teatro di conflitti, odio, discriminazione, che non si fermano di fronte a niente e nessuno, nemmeno a migliaia di civili innocenti e inerti, colpevoli di esistere e di essere dove sono.
La complessità della situazione è stata rilevata anche dal Segretario di Stato americano Antony Blinken, impegnato nel tentativo di una missione di pace nella regione per cercare una soluzione per Gaza e scongiurare l’escalation con il Libano, da cui anche ieri sono partiti nuovi razzi. “La situazione per uomini, donne e bambini a Gaza rimane disastrosa – ha dichiarato – Troppi affrontano sfide incredibilmente difficili in termini di accesso al cibo, all’acqua, alle medicine, agli elementi essenziali della vita”.
Dal canto suo, il premier israeliano non sembra rinunciare alla linea durissima scelta per il conflitto con Hamas, continua ad attaccare la Striscia senza considerare la presenza o meno di civili, la loro difficoltà di accappararsi cibo, acqua e medicine, nella ostinata volontà di uccidere i terroristi di Hamas, ritenuti nascosti in territorio israeliano, tanto da aver giustificato gli attacchi addirittura agli ospedali.
Tutto questo fa troppo male, perchè come precisato in una delle sue dichiarazioni da Doha, Blinken ha evidenziato che “Questo è un momento di profonda tensione nella regione. Questo è un conflitto che potrebbe facilmente metastatizzare, causando ancora più insicurezza e ancora più sofferenza“.
La paura di cui parla il segretario americano è quella di una gravissima escalation del conflitto con un’estensione territoriale e un coinvolgimento di altri paesi circostanti, una vera e propria metastasi del conflitto in Medio Oriente che potrebbe diventare una polveriera a cielo aperto dove potrebbero incancrenirsi tutti i difficili rapporti tra le zone del territorio interessato.
Peraltro, al conflitto israelo-palestinese, si somma la complessa situazione dell’Ucraina ancora impegnata col fronte russo che non demorde e che anzi approfitta della distrazione del Medio Oriente per continuare a colpire a morte l’Ucraina e le terre già martoriate come Kharkiv.
Sullo sfondo, ogni tanto si avvertono minacce cinesi nei confronti di Taiwan e tra le due Coree continuano provocazioni a colpi di artiglieria.
Insomma, possibile che il mondo di pace in cui si pensava di essere non esiste più? E a quanto pare, nessuno ha intenzione di placare gli animi e deporre le armi a favore di un mondo senza guerre.
Il ruolo di mediatore di pace attribuito storicamente agli USA non regge più, perchè, nonostante i tentativi più o meno espliciti di riappacificazione, il potere politico a livello internazionale si è notevolmente ridimensionato e Biden non ha nè lo spessore, nè il carisma di un leader mondiale a cui prestare ascolto.
Spaventa la facilità con cui l’uomo ha perso la memoria, la memoria storica dei drammi della guerra, della fame, della disperazione, della violenza, delle bombe, della paura, della fuga…eppure il conflitto mondiale col più grande genocidio mai messo in atto nella storia è davvero storia recente che non dovrebbe essere già finito nell’oblio, invece…purtroppo non è così.
Primo Levi lo diceva “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre“.