In questi ultimi anni si è assistito a un aumento significativo delle intolleranze e allergie alimentari. I soggetti riferiscono dei disturbi legati al consumo di determinati alimenti, spesso in assenza di una diagnosi lineare e con alcuni sintomi che compromettono la qualità della vita.
In un contesto di tale tipologia, una nutrizione clinica è indispensabile e i professionisti sono chiamati a riconoscere, gestire e interpretare i disturbi dei propri pazienti. Per farlo è suggerito seguire dei corsi di formazione specifici, come quelli proposti dalla Scuola Nutrizione Salernitana, studiati appositamente per fornire le competenze avanzate e altamente specializzate. Approfondiamo meglio l’argomento.
Intolleranze e allergie alimentari: come gestirle?
Le intolleranze alimentari rappresentano delle reazioni avverse a determinati alimenti non mediate dal sistema immunitario, spesso legate a carenze enzimatiche o a una ridotta tolleranza intestinale. Il caso è differente per le allergie alimentari, che coinvolgono il sistema immunitario e possono dare origine a sintomi, in alcuni casi, gravi.
I corsi specialistici, come argomentato sopra e pensati per i professionisti del settore, sono percorsi formativi aggiornati, concreti e ricchi di strumenti pratici da applicare nel lavoro quotidiano.
Il nutrizionista clinico è spesso il primo punto di riferimento per chi soffre di disturbi legati all’alimentazione. Il suo ruolo va ben oltre la prescrizione di una dieta, si tratta di un lavoro di ascolto, analisi e costruzione di un piano alimentare adatto al singolo paziente, calibrato sulle sue esigenze, sui risultati dei test diagnostici e sul quadro clinico generale.
Una gestione efficace delle intolleranze alimentari richiede:
- conoscenza approfondita delle reazioni avverse ai cibi;
- capacità di interpretare correttamente i referti medici e i test diagnostici;
- personalizzazione dei piani alimentari;
- educazione alimentare per il paziente.
Il soggetto interessato potrà, in questo modo, ottenere una diagnosi certa e un piano alimentare specifico adatto alle proprie esigenze e necessità.
Che cos’è l’allergia al nichel e come si manifesta
L’allergia al nichel è una reazione del sistema immunitario al metallo stesso presente nei gioielli, negli oggetti metallici e altresì in numerosi alimenti. Nel momento in cui una persona sensibile assume cibi ad alto contenuto di nichel, potrebbe sviluppare sintomi gastrointestinali, dermatologici e sistemici.
Tra i cibi maggiormente ricchi di nichel si possono citare:
- pomodori, spinaci, cipolle;
- legumi;
- frutta secca;
- cioccolato e cacao;
- cereali integrali.
I sintomi dell’allergia sistemica al nichel (SNAS) possono variare da soggetto a soggetto e comprendere:
- prurito diffuso in tutto il corpo;
- dermatite cronica;
- gonfiore e dolore addominale;
- dolore alla testa e alterazioni dell’umore;
- stanchezza cronica.
Una dieta a basso contenuto di nichel, formulata da un professionista competente, può migliorare in modo sensibile la qualità della vita dei pazienti.
In ogni caso, le allergie alimentari negli ultimi anni sono aumentate e, di conseguenza, esiste un livello di attenzione maggiore. Le persone interessate cercano aiuto e cambiano il loro stile di vita, attuando un piano alimentare differente e attento. Come accennato, i sintomi di un disturbo possono variare seppur siano spesso accompagnati da:
- gonfiore addominale;
- diarrea o stipsi;
- orticaria o dermatiti;
- cefalea ricorrente;
- stanchezza e umore alterato.
La corretta gestione nutrizionale è necessaria per alleviare i sintomi, prevenire delle complicanze e restituire al paziente una quotidianità serena attraverso un approccio competente, aggiornato e personalizzato.
Fonti e note bibliografiche:
- www.farmaciabrembate.it/blog/allergia-al-nichel-sintomi-cura-e-alimenti-da-evitare/
- www.humanitas.it/malattie/allergie-alimentari/

