Nel prossimo DPCM, quello del 3 Dicembre, potrebbe essere presente la raccomandazione di effettuare il tampone per Covid-19 prima di riunirsi per il pranzo di Natale. Il consiglio verrà fortemente raccomandato se si incontreranno anziani o persone fragili. Intanto, pare che ad alcuni laboratori siano già arrivate le prime richieste di chi, per proteggere i propri cari, vuole sottoporsi al test nei giorni precedenti alle feste. Con riferimento specifico al pranzo di Natale, va osservato come rispetto al tampone potrebbe essere più utile effettuare un test rapido, col quale si ottiene un responso in soli venti minuti, anche se non attendibile al cento per cento. Questo perché il tampone, qualora negativo, non può comunque dare la certezza della non positività al momento dell’incontro con parenti o amici; esso, infatti, rappresenta la fotografia esatta del momento in cui viene realizzato, quindi se risulta negativo, significa che nel momento in cui è stato realizzato il soggetto era negativo. Questo ovviamente non significa che il soggetto non possa contrarre il virus subito dopo aver effettuato il tampone.
Bisogna considerare che il pranzo di Natale a tavola con persone che mangiano e bevono, parlano e discutono, costituisce l’ambiente ideale per la diffusione del coronavirus. Per questo è bene considerare che in questo momento non è possibile rinunciare alle precauzioni e ai dispositivi di protezione individuale. Anche in caso di test o tampone negativo, bisognerà quindi indossare le mascherine, stare a distanza e lavare spesso le mani. Per questo motivo gli esperti consigliano di evitare le riunioni di famiglia, anche perché ormai il rischio di contagio da coronavirus è molto alto, e purtroppo non più soltanto da parte di estranei che incontriamo al supermercato, ma anche e soprattutto dalle persone più care e vicine, quelle con le quali tendiamo ad abbassare la guardia. Sono quindi i parenti e gli amici una delle principali fonti di contagio. Le autorità sanitarie, i governi di tutto il mondo e gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno già iniziato la loro campagna di sensibilizzazione. Tuttavia, purtroppo non tutti si rendono conto fino in fondo dei rischi a cui si può incorrere, ed il timore che le persone tornino ad abbassare la guardia, come è avvenuto in estate, è più che giustificato.
Anche gli italiani stanno aspettando di capire in che modo sarà possibile festeggiare il Natale e maggiore chiarezza potrebbe arrivare a breve dall’Unione Europea. Si tratterà probabilmente di linee guida non vincolanti, ma pare che verrà chiesto ai governi di rinforzare le misure restrittive per evitare ritrovi in ambienti chiusi, posti affollati e contatti ravvicinati. I governi saranno invitati a definire norme precise perfino sugli incontri nelle case private, stabilendo ad esempio un numero massimo di persone consentite, con l’indicazione di incoraggiare festeggiamenti all’interno di una ristretta cerchia ossia sempre con le stesse persone per tutte le festività natalizie. L’Unione Europea chiederà ai governi anche di mantenere o in alcuni casi di introdurre il coprifuoco notturno, al fine di evitare che i festeggiamenti in tarda ora si trasformino in momenti di diffusione del coronavirus. Per quanto riguarda le cerimonie religiose, da Bruxelles sarà raccomandato di valutare l’ipotesi di evitare grandi eventi, sostituendoli con funzioni online, in tv o via radio. Inoltre, i governi che consentiranno le messe con i fedeli in chiesa dovranno assicurarsi che siano garantiti spazi dove le famiglie possano isolarsi, garantendo loro quindi l’adeguato distanziamento. Si prevede, inoltre, la richiesta esplicita di proibire i canti, ritenuti capaci di aumentare la diffusione del Covid-19 e di prevedere l’utilizzo obbligatorio della mascherina anche a messa. L’Unione Europea non regolamenterà direttamente gli sport invernali, al contrario di quanto invece auspicato dal premier Conte. Saranno in generale sconsigliati i viaggi turistici, che di questi tempi sono per la maggior parte organizzati verso le mete sciistiche.
Per quanto riguarda infine la riapertura delle scuole secondarie di secondo grado, pare che in Italia si dovrà aspettare il mese di Gennaio 2021 anche se la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina preme affinché le scuole vengano riaperte già prima delle festività natalizie. Una questione molto probabilmente di principio, perché a detta della ministra sarebbe inaccettabile assistere alla riapertura delle attività commerciali in vista dei regali di Natale mentre le ex scuole superiori sono ancora chiuse. Completamente diverso è invece il discorso delle scuole in Campania, dove la didattica in presenza non è quasi mai stata ripresa per tutti gli ordini e gradi scolastici, tranne che per la scuola dell’infanzia, unica ad aver attualmente ripreso la didattica in presenza. Una scelta quella del governatore Vincenzo De Luca ampiamente criticata dai cittadini campani e dalla stessa ministra dell’istruzione, che ha espressamente sottolineato quanto attualmente i bambini campani non abbiano di fatto gli stessi diritti di quelli italiani ed anzi di quelli di tutta Europa. Speriamo che questa scelta servirà almeno a trascorrere un Natale più sereno, dando di fatto un senso a quelle che sembrano al momento essere le priorità della Regione Campania.