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Onimusha 2: Samurai’s Destiny Remaster [PLAYSTATION 5 – RECENSIONE]

Danilo Battista
Danilo Battista 4 settimane fa
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8 Min Lettura
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Onimusha 2: Samurai’s Destiny Remaster – Il ritorno imperfetto di un classico Capcom

Contents
Una leggenda tra le nebbie del passatoTra gameplay solido e telecamere ostiliUn’estetica fedele ma non rinnovataUn pacchetto ricco per i fan più affezionatiUn ritorno tra luci e ombreVerdetto finalePROCONTROOnimusha 2: Samurai’s Destiny Remaster

Con l’annuncio del nuovo Onimusha: Way of the Sword, Capcom ha colto l’occasione per riproporre uno dei capitoli più amati (e discussi) della sua saga d’azione samuraica. Onimusha 2: Samurai’s Destiny Remaster arriva in una veste migliorata e promette di riportare i fan nel Giappone feudale intriso di demoni, magia nera e spade affilate, con un’operazione che, pur ricca di contenuti, lascia emergere tutti i limiti di una struttura ludica che mostra oggi i segni del tempo. Ma questo ritorno vale ancora la pena? Andiamo con ordine.

Una leggenda tra le nebbie del passato

Lanciato originariamente nel 2002 su PlayStation 2, Onimusha 2 rappresentò un’evoluzione importante rispetto al capostipite “Warlords”. Non solo per il cambio di protagonista – con il carismatico e granitico Jubei Yagyu al posto di Samanosuke – ma anche per l’inserimento di nuovi elementi ruolistici e una struttura narrativa più ramificata. Il titolo integrava relazioni con i comprimari tramite un sistema di doni, influenzando eventi, aiuti in battaglia e dialoghi. Per l’epoca fu un’idea sorprendente, capace di donare varietà e rigiocabilità alla campagna.

Ora, con la remaster, Capcom ha deciso di restare il più fedele possibile all’esperienza originale. Questo ha portato ad un prodotto fortemente conservativo: se da un lato è apprezzabile l’intento di preservazione storica, dall’altro si sente il peso di meccaniche e soluzioni ormai superate, specie se confrontate con le remaster moderne.

Tra gameplay solido e telecamere ostili

Il cuore pulsante di Onimusha 2 è sempre stato il suo sistema di combattimento, e in questa nuova edizione è ancora lì, più vivo che mai. L’azione si basa su attacchi fisici, magie, colpi caricati e – soprattutto – sugli iconici contrattacchi “Issen”, che permettono di eliminare i nemici con tempismo perfetto. Questi ultimi funzionano ancora oggi sorprendentemente bene, regalando soddisfazioni ai giocatori più abili e pazienti.

Il gioco ha inoltre beneficiato dell’abbandono dei famigerati “tank controls” in favore di un movimento a 360°, migliorando la fluidità generale. È possibile cambiare arma al volo, trasformarsi in Oni con tasti dedicati e usufruire di un utile autosave, che rende l’esperienza più moderna e accessibile. Tuttavia, l’assenza di un lock-on manuale unita alle telecamere fisse spesso frustranti può portare a situazioni confusionarie, soprattutto durante gli scontri contro gruppi di nemici. Più di una volta ci si trova a combattere “contro” l’inquadratura, rischiando colpi evitabili solo per un improvviso cambio di scena.

Un’estetica fedele ma non rinnovata

Graficamente, questa remaster si limita a un lavoro di upscaling pulito e funzionale. Gli sfondi pre-renderizzati sono stati resi più nitidi, aumentando la leggibilità delle scene e migliorando l’atmosfera generale, ancora oggi capace di evocare quel misto di mistero e tensione tanto caro alla saga.

Tuttavia, i modelli poligonali dei personaggi restano ancorati al passato: animazioni facciali povere, espressività quasi nulla e cinematiche lasciate inalterate smorzano il coinvolgimento emotivo nelle sequenze narrative. Un vero peccato, perché la storia – sebbene non particolarmente profonda – ha comunque un certo fascino, anche grazie alla presenza di personaggi iconici come Gogandantess, spadaccino demoniaco tra i boss più memorabili della saga.

Il doppiaggio inglese, volutamente sopra le righe, sfiora il trash e può essere una scelta ironicamente divertente, ma è consigliabile optare per quello giapponese, decisamente più coerente con il tono dell’opera.

Un pacchetto ricco per i fan più affezionati

L’edizione rimasterizzata di Onimusha 2 brilla per contenuti extra. Troviamo minigiochi sbloccati fin da subito, una galleria di oltre 100 bozzetti del celebre character designer Keita Amemiya, una soundtrack da 43 tracce, e persino modalità bonus come “L’Uomo in Nero” e “Team Oni”, che offrono sfide aggiuntive e possibilità di usare più personaggi in sequenze a tempo.

Fiore all’occhiello di questa remaster è la nuova modalità Inferno (Hell): ogni colpo ricevuto è letale. Una vera e propria sfida hardcore per i veterani, che premia chi ha padroneggiato a fondo le meccaniche di gioco. Ma per i neofiti è disponibile fin da subito anche una modalità facile, a testimonianza della volontà di rendere l’esperienza accessibile a tutti.

Un ritorno tra luci e ombre

Alla fine dei conti, Onimusha 2: Samurai’s Destiny Remaster è un’operazione che funziona, ma solo in parte. Il gameplay, pur con qualche limite, regge ancora bene e diverte. Il contenuto è abbondante, il pacchetto completo, e i miglioramenti alla qualità della vita sono reali. Tuttavia, non ci troviamo davanti a una remaster coraggiosa o particolarmente ambiziosa. Si percepisce un certo timore a toccare il materiale originale, anche laddove un aggiornamento più deciso avrebbe giovato: basti pensare alla mancata revisione delle cinematiche o al lavoro poco ispirato sui modelli dei personaggi.

Questa è una remaster pensata per i fan di lunga data, nostalgici o collezionisti, più che per conquistare una nuova generazione di giocatori abituati ad altri standard produttivi. È un prodotto che celebra il passato, ma non lo reinterpreta, e se da un lato questo garantisce autenticità, dall’altro rischia di risultare un’occasione sprecata.

Verdetto finale

Onimusha 2: Samurai’s Destiny Remaster è una riedizione solida, fedele e piena di contenuti, che saprà emozionare chi ha vissuto la saga originale nei primi anni 2000. Tuttavia, manca il guizzo creativo, l’ambizione che ha reso eccellenti altre operazioni simili di Capcom. È una lama ancora affilata, ma non lucidissima: taglia, sì, ma non incanta. Per i fan, un ritorno comunque imperdibile. Per i nuovi arrivati, un’esperienza interessante, ma da affrontare con la consapevolezza di trovarsi davanti a un classico “figlio del suo tempo”.

PRO

  • Gameplay ancora solido, divertente e ben bilanciato
  • Tantissimi contenuti extra e modalità bonus
  • Ottima accessibilità con autosalvataggi, livelli di difficoltà e lingua italiana
  • Atmosfere ancora evocative

CONTRO

  • Grafica dei personaggi poco rifinita, animazioni datate
  • Nessuna revisione delle cinematiche
  • Telecamere fisse e assenza di lock-on frustranti in certe situazioni
  • Pochi veri miglioramenti strutturali: si poteva fare di più

 

  • SITO
Onimusha 2: Samurai’s Destiny Remaster

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Pubblicato da Danilo Battista
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Appassionato sin da piccolo della cultura giapponese, è stato rapito tanti anni fa da Goldrake e portato su Vega. Tornato sulla Terra la sua viscerale passione per l'universo nipponico l'ha portato nel corso degli anni a conoscere ed amare ogni sfumatura della cultura del Sol Levante. Su Senzalinea ha cominciato a scrivere di tecnologia e di cosplay. Da diverso tempo gestisce la sezione "Nerdangolo" ma ha promesso che un giorno, neanche tanto lontano, tornerà su Vega...
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