La buonanima di Moira Orfei, in questi periodi dell’anno, allietava i pomeriggi dei bambini con magnifici spettacoli circensi. Oggi il circo è un po’ passato di moda per le legittime pretese dei numerosi gruppi animalisti e allora ci pensa ancora il Napoli a trasformare, stavolta per mezzo del suo portiere di riserva (perché quello è) David Ospina, una gara che si poteva vincere nell’ennesimo, ridicolo, spettacolo da dare in pasto all’Italia intera. Allo spirare di una gara controllata, giocata abbastanza bene per i tempi che corrono e con il solito palo colpito, il portiere della nazionale colombiana ha ben pensato di provare un improvvido dribbling su Immobile che lo ha ringraziato rubando palla e realizzando il gol della vittoria (immeritatissima) della Lazio. Come abbiano fatto gli uomini di Inzaghi, molto aiutati dalla classe arbitrale quest’anno, a vincere dieci gare consecutive è tutt’ora un mistero. Contano solo i numeri e questi sono impietosi per i ragazzi di Gattuso ed esaltanti per i biancocelesti capitolini.
Gattuso ha colpe solo relative, gli si puo’ contestare qualche scelta tecnica (ad esempio l’impresentabile Callejon in campo per tutta la gara), la mancanza di coraggio nei cambi (anche ieri inutili e a frittata ormai fatta): le colpe vere sono e restano dei calciatori. Perdere le partire perché gli avversari sono piu’ forti ci sta, farsi gol da soli, sempre e senza soluzione di continuita’, non è piu’ accettabile.
I calciatori non si rendono conto dell’importanza dl ruolo che rivestono, credono di avere solo diritti, sono permalosi, strapagati e osannati e a noi comuni mortali non resta che il maalox per farci passare l”ennesimo mal di stomaco del weekend.
E’ dall’inizio della stagione che la storia si ripete. Il calendario fa paura, sabato sera la Fiorentina e poi la Juve: non raccogliere un successo pieno in una di queste due gare vorrebbe dire essere risucchiati per davvero in zona retrocessione. La società si muove con la consueta lentezza sul mercato: i giocatori servivano da subito, Inter e Lazio sono passate e gli azzurri hanno raccolto zero punti, la compassionevole ricerca di alibi è finita. La sfortuna non esiste, esiste l’approssimazione: le due cose sono parenti stretti e gli azzurri ne hanno in quantità industriale. Ventiquattro punti nel girone di andata, solo 9 nelle ultime dieci gare, non sappiamo davvero cosa aggiungere.
Oltre al campionato, anche le coppe attendono il Napoli: martedì al San Paolo è di scena il Perugia, un’occasione per vincere una gara, dando un minimo di senso alla competizione e alla stagione. Del Barcellona inutile parlarne: fa ridere anche solo il pensiero.