Anna Frank è sicuramente un simbolo, il suo celebre “Diario” è una delle testimonianze più importanti sull’Olocausto, lo sterminio degli ebrei in Europa, perseguitati dalla follia nazi-fascista durante la seconda guerra mondiale. Uno sterminio progettato in maniera scientifica da un regime efferato con la complicità però di tantissimi civili che hanno denunciato, segnalato o hanno semplicemente fatto finta di non vedere. Quella di Anna è una storia di adolescenza negata, di paura, di nascondigli, ma anche di piccola quotidianità che si conclude improvvisamente quando la famiglia e gli altri coinquilini vengono scoperti, dopo una segnalazione anonima di un delatore, dalla Gestapo.
Anna muore a Bergen-Belsen tra il febbraio ed il marzo del 1945, un mese prima della liberazione del campo, quando l’ undicesima Divisione Corazzata dell’esercito britannico sotto il comando di Bernard Montgomery varcò i cancelli del campo di concentramento tedesco.
Gli autori Ozanam e Nadji hanno realizzato, con grande rispetto, una graphic novel che ripercorre le emozioni, le sensazioni, il dolore e le speranze impossibili di una tredicenne alle prese con un mondo fatto di persone folli e crudeli . Conoscendo già il tragico finale la lettura è quasi devastante, ma aiuta a comprendere come si potesse vivere in quel periodo, nascosti come topi, ascoltando in radio le barbarie che stavano accadendo in quel periodo.
Durante la reclusione forzata della durata di circa due anni la convivenza del gruppo non fu semplice; bisognava rimanere in silenzio dato che il minimo rumore sarebbe potuto risultare fatale. La situazione portava discussioni banali come le liti sul cibo o sull’uso del bagno. Gli autori descrivono Anne come una giovane, triste e desiderosa di libertà, a volte capricciosa e in conflitto con i genitori, in pratica un’adolescente come tante. Probabilmente si è voluto trasmettere il messaggio che, malgrado tutto, i problemi degli adolescenti sono stati, più o meno, sempre gli stessi.
I disegni presentano tratti semplici e non troppo dettagliati con colori freddi e cupi che tendono al blu ed al viola; quasi a voler sottolineare la fugacità della vita in quel periodo storico. I colori più accesi come il rosso e l’arancione vengono utilizzati, invece, per descrivere emozioni e stati d’animo più accesi come la rabbia. Questo genere di tonalità sono presenti durante le liti a tavola oppure durante le discussioni tra coinquilini. Altro particolare che merita attenzione sono i volti dei soldati che non vengono mai raffigurati a simboleggiare il fatto che non ragionavano ma eseguivano semplicemente degli ordini che gli erano stati imposti. La parte conclusiva del volume è particolarmente toccante: la sorte dei coinquilini viene illustrata da un’esaustiva appendice ed una chiara infografica.
Questa versione a fumetti del celebre Diario di Anne Frank è un’opera imprescindibile, una lettura adatta a tutti che ha il pregio di poter far conoscere ai più giovani, con un linguaggio agile e moderno, uno dei periodi più bui della storia dell’ umanità.
Come sempre l’editore StarComics dedica all’opera una PAGINA sulla propria home.