Mentre in Italia stiamo ancora a discutere sui Sindaci che vietano i Circhi con gli animali o stiamo ancora ad indignarci sui servizi TV degli “cucciolifici” pet shop, la Francia segna un’ulteriore vittoria nel tutelare coloro che non hanno voce: i nostri fratelli animali.
Infatti il giorno 21 ottobre 2021 il Parlamento francese ha sancito un accordo sul rafforzamento della tutela del Benessere Animale.
Sono tante le novità positive e per tante specie ed ambiti, vediamo insieme i punti più importanti:
Il primo punto vieta l’allevamento di visoni ed altre specie col fine di farne pellicce ed articoli d’abbigliamento.
Il secondo punto è quello che sarebbe fondamentale in Italia, ossia l’inasprimento delle pene e delle sanzioni per chi compie atti di crudeltà e maltrattamento nei confronti degli animali, addirittura per i casi di abbandono sono previsti fino a 5 anni di incarcerazione e 75.000 euro di ammenda.
Verrà fatto divieto entro 7 anni, per i circhi, di coinvolgere gli animali selvatici negli spettacoli e soprattutto verrà vietato entro 2 anni il possesso e la riproduzione ai fini commerciali di animali selvatici.
Sarà fatto divieto nei parchi acquatici di detenere in cattività cetacei, dei quali da anni è stata comprovata l’atroce sofferenza espressa con aggressività, apatia, depressione ed autolesionismo.
Ci sarà maggiore e costante controllo sulla vendita online degli animali per arginare il rischio di truffe, gli acquisti poco consapevoli ed i traffici illeciti.
Il punto che preferisco e che mi tocca da vicino è proprio quello della vendita dei cuccioli di cane e gatto in negozio, sono anni che compio la mia personale “battaglia” per spiegare alle persone che un negozio è il luogo meno idoneo per lo sviluppo psico-fisico del cucciolo, per altro nel periodo sensibile più importante; mi spiace solo che questo non venga esteso anche ad altre specie per le quali il concetto resta identico. L’ultimo fondamentale punto, sempre connesso ai negozi e megastore, prevede che da gennaio 2024 venga fatto divieto di esporre in vetrina qualunque specie animale.
Sicuramente è un passo avanti, dal quale noi italiani siamo (ahimè) ben lontani, ma in una prospettiva di amore e rispetto reciproco antispecista globale, potrebbe essere ancora un passo troppo “piccolo”.