Con il termine francese Vintage si indicava in origine il vino d’annata , con il passare degli anni fu usato in riferimento ai capi di vestiario , accessori e oggettistica d’arredo appartenenti ad altre epoche .
Il vestito o l’accessorio Vintage è ben diverso però dai capi o accessori usati , di seconda mano, perché ciò che lo contraddistingue non è l’essere già indossato o usato , ma aver acquisito negli anni un certo valore , in quanto di altre epoche e irripetibile .Ormai entrato a far parte quotidianamente nel nostro lessico , il Vintage è una vera cultura trendy. Analizziamo meglio la storia di questa tendenza.
La sua nascita risale al xx secolo e bisogna dire che i giovani furono i veri responsabili delle prime manifestazioni del vintage, infatti una delle prime culture ad attingere ai mercatini dell’usato per procurarsi il proprio abbigliamento, fu quella degli esistenzialisti parigini negli anni 50, i quali non lavorando e non avendo soldi, commerciavano in libri e vestiti usati. Un’altra sottocultura di più grande rilevanza, perché internazionale, fu quella degli hippy. Infatti è negli anni ’60 che esplode il trend del Vintage, proprio grazie al loro modo di vivere. Il movimento Hippie era anticonsumista e lo dimostrava anche usando abiti usati o di seconda mano, fu un fenomeno che divenne velocemente globale e che portava in seno ribellione, creatività, colori , un maggiore riutilizzo e rivendita di capi e oggetti sul mercato di seconda mano, dando libertà alla propria creatività , fecero del “fai da te” un arte, cercando nei mercati delle pulci e nei bazar d’oriente capi da poter trasformare, da poter mischiare con accessori etnici o capi di altre epoche creando un insieme coloratissimo e teatrale come manifestazione della loro estraneità dal mondo e della loro libertà assoluta .
In questi anni non era il look proposto dell’alta moda ad essere seguito, copiato e imitato , ma uno stile proprio da mettere in evidenza , la moda non è più solamente quella imposta dalle storiche maison e dalle persone più ricche, le persone diventano protagonisti attivi e iniziarono a declinare autonomamente il proprio stile. Infatti è proprio in questo periodo che il concetto di stile proprio si delinea e prende forma , un processo che partendo dagli adolescenti si spanderà nei decenni successivi alla massa e che prenderà identità ancora più forte negli anni ’80 e ’90 , decenni che evidenziano ancora di più una moda che inizia a cercare nel passato, a sperimentare per andare incontro a segmenti diversi della popolazione.
Con questo tipo di moda il consumatore non è più definibile dal punto di vista dell’immagine, ma diventa poliedrico, assume diversi stili che usa a seconda della situazione e perfino dello stato d’animo.Il primo negozio vintage della storia fu inaugurato da Harriet Love a New York nel 1965 si chiamava Vintage Chic. Proponeva una selezioni di abiti “antichi” ma che in realtà avevano si e no un paio di decenni. Anche Londra fu un ottima base per il Vintage ,Le guide turistiche di Londra della metà degli anni ‘70 già parlavano di negozi vintage, alcuni che commerciavano abiti usati e altri che offrivano un servizio di sartoria con tessuti “vintage” . La mitica Portobello Road , dagli anni 60 la strada più famosa per il vintage , le sue bancarelle e i negozietti sono un tripudio di colori e di emozioni .
Prima degli anni ‘60 non esistevano veri e propri negozi dell’usato e i vestiti venivano venduti alle bancarelle del mercato o ai banchi dei pegni, noto esempio ci viene dal famosissimo Resina , anticamente chiamato anche Pugliano , che si trova ad Ercolano , nella nostra splendida Campania .
Resina è uno dei luoghi storici del Vintage , molto folkloristico, dove da anni centinai di bancarelle vendono le famigerate “pezze”, capi che spesso negli anni passati si dicevano arrivassero con le navi dall’America . Si trova di tutto , dai jeans americani , felpe , giacconi , divise militari , capi che agli adolescenti facevano e fanno tutt’ora impazzire. Nel famoso mercato di Resina arrivava gente da ognidove , e verso gli anni ’90 è stato luogo di ricerca per molti stilisti importanti , che spesso da Milano e da altre città venivano alla ricerca di ispirazioni, ancora oggi è un luogo “In” per chi vuole acquistare.
Ormai di negozietti vintage ce ne sono tantissimi , ma ve ne segnalerò alcuni che sono i miei posti del cuore e dove si possono trovare ottime occasioni :
Antichità Grossi , in via Santa Maria di Costantinopoli 45, nel cuore storico di Napoli , un piccolo negozio dove trovare dei veri gioiellini del vintage , borse e accessori delle griffe più storiche e autorevoli a prezzi molto convenienti . Il proprietario Alessandro ,figlio di collezionisti e venditori d’arte e antiquariato , ha creato questo piccolo ritrovo per gli amanti delle borse Vintage , è uno dei miei negozi preferit.
Il Baule Volante , via San Biagio dei librai ,106, centro storico di Napoli. Un negozietto molto particolare , in cui trovare cappellini , accessori , ed abiti Vintage .
Oblomova Vintage , in via Cisterna dell’Olio 38 , centro storico di Napoli, un ‘antica bottiglieria , luogo di vendita di vini e oli , trasformato nel più caratteristico negozietto di vintage , qui si possono trovare capi molto particolari , accessori , ma anche dischi e libri d’epoca. Il negozio è anche un spazio espositivo di opere per artisti , già solo l’estetica del negozio e la sua insegna sono qualcosa di emozionante che ti riporta indietro con il tempo .
Dada Vintage , in via Mezzocannone 71 , sempre nel centro storico di Napoli , si trovano capi unici dagli anni ’50 in poi , anticamente vi era una tipografia e alcune parti del negozio sono state mantenute intatte com’erano , troviamo anche gli antichi rulli della tipografia .
Frendo , in vico San Domenico Maggiore 2 , centro storico di Napoli , ha capi risalenti della “ belle epoque “ i mitici anni ruggenti … gli anni ’20 .
Sofi’ Animo Vintage, sito a Nola in via San Paolino 64 , ha capi meravigliosi , si trovano delle vere chicche degli anni ’70-’80 . Pura poesia nel cuore di Nola .