Il Napoli affonda a Como, crollando nella ripresa dopo un primo tempo illusorio, e cede lo scettro di capolista del campionato all’Inter, proprio alla vigilia del tanto atteso scontro diretto tra le due contendenti.
Eppure gli azzurri, come a Roma, hanno saputo reagire a un inizio difficile, stavolta per via della frittata combinata dopo appena 7 minuti da Rrahmani, che con uno scellerato passaggio indietro alla cieca ha depositato il pallone nella porta lasciata sguarnita da Meret, pronto al rinvio di sinistro.
Ancora una volta è stato Raspadori, sempre più a suo agio nel tandem con Lukaku, a sfruttare un’indecisione della difesa comasca su recupero alto di Lobotka e a rimettere in carreggiata i suoi poco dopo il primo quarto d’ora di gioco.
Gli azzurri hanno poi provato per tutto il primo tempo a portarsi avanti, tenendo nella propria metà campo un Como volutamente rinunciatario, ma non riuscendo a concludere con efficacia sotto porta.
Chi si aspettava la stoccata decisiva nel secondo tempo è rimasto deluso: il Napoli, pur sfiorando un paio di volte il gol con McTominay ed Anguissa, ha sofferto l’aggressività della squadra di Fabregas, che evidentemente ha preferito attendere la ripresa per chiedere il massimo sforzo ai suoi, schierando anche 4 punte nel finale per provare a vincere.
La sfrontatezza del tecnico spagnolo ha dato i suoi frutti a un quarto d’ora dalla fine, quando Diao ha sfruttato al meglio l’assist di Nico Paz su un contropiede scaturito da una palla persa da Politano a centrocampo per battere Meret con un preciso diagonale rasoterra di destro.
I partenopei, apparsi già sulle gambe da inizio ripresa, non hanno avuto la forza di reagire, e sono dunque stati costretti a incassare la prima sconfitta in trasferta dal disastroso esordio in campionato di Verona, interrompendo anche la striscia di 10 risultati utili consecutivi iniziata dopo il ko interno con la Lazio.
Gli uomini di Conte abbandonano quindi la testa della classifica, consentendo all’Inter di presentarsi da capolista allo scontro diretto in programma oggi pomeriggio (ore 18) al “Maradona”.
Il tecnico salentino, appena recuperati Spinazzola e Olivera, perde un altro pezzo dopo Neres e Mazzocchi: a Como si è infatti beffardamente infortunato (al soleo del polpaccio, quinto infortunio simile in poche settimane) quell’Anguissa tenuto in panchina per 70′ per preservarlo da un’ammonizione che gli avrebbe fatto saltare il match con i nerazzurri.
Conte dovrà quindi decidere se sostituire il camerunense con Billing, che contro i lariani non ha sfigurato, o trovare soluzioni alternative, come l’utilizzo del 4-2-3-1 che consentirebbe a Raspadori di restare titolare in attacco al fianco di Lukaku, con Spinazzola e Olivera utilizzati contemporaneamente sull’out mancino.
Il Napoli ha vinto il doppio degli scontri diretti giocati in casa in casa in Serie A, 38 contro 19, ma l’ultima sfida se l’è aggiudicata l’Inter, che il 3 Dicembre 2023 espugnò Fuorigrotta con un perentorio 3-0 firmato da Calhanoglu, Barella e Thuram.
Il successo più recente dei partenopei risale a qualche mese prima: il 21 Maggio 2023 i neo Campioni d’Italia si imposero 3-1 sui nerazzurri, ultima delle 19 squadre di Serie A ancora non sconfitte dal Napoli in quella stagione indimenticabile, grazie alle reti di Anguissa, Di Lorenzo e Gaetano.
L’ultimo dei 22 pareggi è datato 12 Febbraio 2022, e anche in quel caso si trattava di una sfida di vertice: gli azzurri, passati subito in vantaggio grazie a un rigore di Insigne, si fecero raggiungere a inizio ripresa da Dzeko, lasciando per strada una delle tante occasioni di un campionato che avrebbero potuto vincere.
Anche stavolta, contro ogni previsione, gli azzurri si trovano a competere per un successo che avrebbe del clamoroso, e si sono meritati di giocarsi le loro chances contro una squadra nettamente favorita per qualità e profondità della rosa.
Il Napoli deve dunque affrontare questa sfida come un’opportunità, da provare a cogliere in tutti i modi, con la consapevolezza che con altre 11 giornate da giocare il risultato non potrà essere decisivo, e soprattutto che la vittoria dello scudetto resta quasi un obbligo solo ed esclusivamente per la corazzata di Inzaghi.
Per Conte e i suoi ragazzi lo scudetto deve restare un sogno, da vivere con entusiasmo e leggerezza, ma da continuare a inseguire con convinzione, insieme a un intero popolo.