Le differenze tra noi italiani ed il resto del mondo, in tema LGBT, sono ancora enormi.
In America è uscito il 6 aprile scorso, un album di una leggenda vivente, Bob Dylan, un genio delle sette note. Dylan, premio Nobel per la letteratura nel 2016, pubblica UNIVERSAL LOVE , un mini cd composto da sei canzoni già note, ricantate in versione gay con l’ausilio di collaboratori eccellenti tra cui St. Vincent e Kesha (quest’ultima perfetta nella versione lesbica del brano di Janis Joplin “i need a MAN to love” qui diventata “I need a WOMAN to love”), canzoni memorabili per farE da cornice alle cerimonie dei matrimoni omosex.
Lustro ed onore ad un grande mito vivente che sposa una causa come i matrimoni gay, Dylan con la musica si è sempre esposto ( nel privato è un uomo molto riservato) ed ora lo fa alla grande mantenendo il suo inconfondibile stile da cantautore di razza. Questo disco, a partire dalla copertina, rappresenta una netta e chiara presa di posizione dell’artista a favore della causa LGBT.
Avercene in Italia casi del genere.
Qui abbiamo altri problemi:
È dei giorni scorsi la polemica sul gay pride a Pompei del 30 giugno prossimo, nei giorni scorsi la bellissima immagine dell’artista TVboy (sigla sotto la quale si nasconde lo street art Salvatore Benintende) che raffigurava Papa Bergoglio che teneva tra le mani una bandiera rainbow, accompagnato dalla scritta: love wins stop homophobia è stato strappato da “soliti” omofobi.
Ma sarà per caso opera di FORZA NUOVA? Pompei, città Mariana per eccellenza non deve essere toccata dal peccato e dai peccatori come i gay, la figura della Vergine Santa che lacrima sull’immagine del corteo del pride, (immagine divulgata da Forza Nuova, appunto) è disgustosa, violenta, offensiva e istiga all’odio.
IN ITALIA QUESTO E’ TABU. IN AMERICA, NO!
Perché questa immagine non è mai stata usata per additare i casi accertati dei preti pedofili?
Vertici comunali in corso tra esponenti LGBT e partiti politici. Solita solfa.
Intanto che in America si sposano a “ritmo” di UNIVERSAL LOVE qui si discute ancora se in tv (nota la polemica dei balli tra uomini a Ballando con le stelle) due uomini possano “soltanto” ballare insieme.