Il 27 e il 28 Settembre, fra le magiche atmosfere di Villa Savonarola, la danza sarà la protagonista assoluta.
Si terrà il 27 Settembre la rassegna di danza organizzata dall’Associazione “In punta di Piedi” con il patrocinio del Comune di Portici e la collaborzione di sei scuole di danza, nel magico scenario di Villa Savoranola a Portici. Attraverso brani di vario genere, che spaziano dal classico al contemporaneo, la manifestazione mira a mostrare agli spettatori la bellezza dell’arte della danza, oltre all’alacre lavoro degli adetti ai lavori e i lori allievi, che giorno dopo giorno cercano di sostenere una disciplina, fra le più complete. Le scuole di danza che hanno aderito al progetto e parteciparanno alla rassegna sono:
Dansemble Ssd A RL
Centro Danza Tersicore A.d.s
Associazione Teatrale “L’Orsaminore”
ASD Perfect Line
Akerusia Danza
Associazione “In punta di piedi”.
Swing Tonic Napoli
Il 28 Settembre invece andrà in scena “Carmen Suite”, con l’allestimento coreografico di Margherita Veneruso, la direzione artistica di Valeria de Mata e il corpo di ballo dell’Associazione “In punta di piedi” e le musiche di George Bizet. Ecco la scheda a cura di Paola Cervice dello spettacolo:
Capolavoro coreografico di Roland Petit in cinque quadri su musiche del compositore francese Georges Bizet, Carmen viene messo in scena per la prima volta nel 1949 al Prince’s Theatre di Londra dalla sua compagnia di balletto “Ballets de Paris”, interpretato dall’artista Zizi Jeanmarie, sua compagna di vita, e lo stesso Petit.
Il soggetto però trae spunto dall’omonima novella “Carmen” pubblicata nel 1845 da Prosper Merimée, scrittore e storico francese, la quale ispirerà anche la celebre opera in musica “Carmen” dello stesso Bizet.
Nel 1875 il noto coreografo francese Marius Petipa aveva tuttavia già pensato di rappresentare a Madrid un balletto, dalla trama molto simile, intitolato “Carmen et son torero”.
Durante la seconda metà del Novecento molti inoltre sono stati i rifacimenti e le versioni coreografiche di “Carmen”. Tra tutte, di maggior successo, spiccano l’allestimento del 1967 presentato al Teatro Bolshoi di Mosca, elaborato da Alberto Alonso e intitolato “Carmen Suite” e la versione del 1971 allestita a Stoccarda dal coreografo sudafricano John Cranko.
Durante una sua intervista il coreografo francese Petit racconta di come egli sia approdato alla sua creazione, dopo aver assistito una sera alla celebre rappresentazione dell’opera lirica. Alla fine dello spettacolo, dal fondo della sala, commosso quasi alle lacrime, Petit esclama: “Ecco il mio balletto!” E dopo aver letto la novella di Merimée tutta d’un fiato, idea lo spettacolo nel corso di una notte.
I costumi e le scenografie originali create da Antoni Clavé, appositamente per l’occasione, arricchiscono l’ambientazione spagnola traendo spunto anche dalla scintillante vita notturna parigina.
La vicenda si ambienta in Spagna, nella Siviglia degli zingari e dei toreri.
Nella piazza del paese scoppia una lite tra due giovani sigaraie Carmen e Micaela. Le loro compagne si dividono in due fazioni prendendo le difese dell’una e dell’altra.
Carmen ferisce al volto la rivale Micaela e subito giunge il Capo dei Dragoni (unità militare dal XV sec.) Don Josè, chiamato per arrestare la colpevole. Quest’ultimo, sedotto dalla bellezza della giovane Carmen, s’invaghisce di lei, e una volta accertatosi della sua colpevolezza, la arresta portandola via con sé. Ancora una volta, Carmen lo seduce, riuscendo a convincerlo a farsi liberare danzando con lui un ammaliante pas de deux.
I due diventano amanti, e così, una volta raggiunto il suo scopo, Carmen si allontana scappando via. Dopo alcune danze popolari spagnole, arriva in Plaza de Toros il Torero Escamillo, pronto ad entrare in arena per l’imminente corrida, mentre Carmen nel frattempo lo conquista, accettando le sue lusinghe e danzando con lui.
D’improvviso però irrompe Don Josè che, geloso, li separa prontamente, scagliandosi contro la donna. La tragedia è ormai alle porte: nell’ira più furiosa, Don Josè, ferito profondamente nell’orgoglio, trafigge con un pugnale la sua amata Carmen.
Chi è dunque veramente Carmen?
Una donna come poche, una sigaraia, una zingara, un’outsider che vive ai margini della società e della legalità, bellissima, passionale e affascinante. La sua sensualità proviene da uno slancio vitale fortissimo, dal suo amore smisurato per la libertà e l’indipendenza personale. Carmen non bada alle regole, ai ruoli sociali e non ha alcuna soggezione nei confronti delle autorità, di cui sembra spesso anzi farsi beffa. Il suo vivere è un continuo cogliere l’attimo, come in una corsa perdifiato, senza esitazioni e compromessi; una donna dunque anticonformista, moderna e sempre più attuale.
Fino alla fine non cede alle minacce di Don Jose, sfidandolo pur consapevole di poter rimettervi la vita. Un’opera realista quindi, che apre le porte alla corrente del Verismo, che mira a rappresentare la storia di una donna reale dalle grandi complessità psicologiche.
Una Spagna che non si limita ad essere una semplice cornice della vicenda, ma il terreno ideale in cui far muovere i suoi personaggi.
Il protagonista maschile Don Jose, preso da una passione folle, si lascia conquistare e condurre alla rovina dalla donna che lui ama, rinunciando a tutto ciò in cui crede, ai suoi valori di uomo di legge, sacrificando se stesso fino ad arrivare alla follia più totale che lo porterà ad uccidere la sua innamorata nel momento in cui si renderà conto che tutto è finito, senza poterla più riavere. Pur amando moltissimo la donna, Don Josè non riesce infatti a comprenderla totalmente e ad accettarla per quella che è, così come Carmen, che non può e non vuole stare dietro alla logica, ai valori e al comportamento di Don Josè.
Straziante è il momento finale in cui la protagonista viene uccisa da Don Josè con la musica di sottofondo in festa e il pathos e la disperazione folle dell’amato e della piazza circostante.
Attenzione dunque alle passioni estreme che possono condurci, sia da una parte che dall’altra, a davvero miserevoli e nefande conclusioni!