Premio letterario Bagutta (il primo istituito in Italia) dal 1927 viene annualmente assegnato a un’opera di scrittore italiano contemporaneo. Prende il nome da una trattoria di Milano, antico ritrovo di scrittori, artisti e giornalisti che avevano preso l’abitudine di ritrovarsi per cenare insieme e per discutere di libri.
Il premio è stato consegnato la sera del 29 gennaio allo scrittore Marco Missiroli. Missiroli ha vinto la 97/a edizione con il romanzo ‘Avere tutto’, edito da Einaudi.
La giuria ha rilevato che “Avere tutto rappresenta la tappa più intima, vera e personale” dello scrittore. “Nelle pagine di Missiroli la morte e la minaccia della rovina per il gioco – combinati in un fraseggio conciso, che da sempre rappresenta la chiave stilistica dell’autore – procedono in simbiosi, in un romanzo che alla giuria è parso coraggioso e convincente”.
Ritirando il premio, Missiroli ha ringraziato Milano e la giuria del Bagutta, e ha dedicato il riconoscimento alla moglie Maddalena.
Il premio per l’opera prima è andato invece al trentatreenne Andrea De Spirt, autore di ‘Ogni creatura è un’isola’, edito dal Saggiatore. Un romanzo in 500 paragrafi, a volte brevi o brevissimi, in cui si racconta di un giovane alla ricerca di tracce del fratello, misteriosamente scomparso su un’isola.
Avere tutto di Marco Missiroli
Dove vorresti essere con un milione di euro in più e parecchi anni in meno? Un figlio, il ritorno a casa, la partita finale con la sua famiglia. E quell’ossessione che lo muove da sempre: la vita non è avere di più, è rischiare per avere tutto.
Un romanzo tesissimo e profondo sulle passioni che ci rendono vivi, sugli amori mai dimenticati, su chi scrive il proprio destino dando fuoco all’anima. Sui padri e le loro eredità nascoste.
I gabbiani a Rimini non urlano mai. In nessuna stagione dell’anno, neanche quando Sandro torna a casa dopo aver vissuto a Milano, e trova suo padre con la testa sempre più dura. Neanche quando passano i mesi e si accorge di essere rimasto lì con lui per affrontare la loro partita più grande, facendo un vecchio gioco: dove vorresti essere con un milione di euro in più e parecchi anni in meno? Da giovane Nando Pagliarani aveva il torace da nuotatore e un destino interrotto. Ha lavorato sui bus turistici, fatto il ferroviere, posseduto il bar America, ma l’unica voce che dovrebbe esserci sul suo documento d’identità è: ballerino. Perché lui e sua moglie hanno ballato come diavoli, in tutte le competizioni della riviera romagnola. Ballavano per vincere. Anche a Sandro piace vincere, è una malattia di famiglia. Ma la sua danza è pericolosa. Le prime volte al tavolo da gioco era lui il tizio da spennare, poi è diventato lo sbarbato da tenere d’occhio. Quel che è certo è che prima aveva un lavoro stabile e programmava con Giulia un futuro. E adesso? Cos’è rimasto a Sandro, che voleva avere tutto? Cosa rimane a ciascuno di noi, ogni volta che sfidiamo la fortuna? Marco Missiroli firma il suo romanzo più potente e maturo, raccontando la febbre di un giovane uomo pieno di slanci e difetti, di una città di provincia che vive alla grande solo una stagione all’anno, di una famiglia arsa dall’amore e dalla smania.
Ogni creatura è un’isola di Andrea De Spirt
Come si può colmare il vuoto della solitudine quando ti avvolge da ogni lato come il mare avvolge uno scoglio? Se lo chiede il protagonista di questa storia, che si è trasferito su un’isola remota sperando di trovare risposte sulla scomparsa, proprio su quelle sponde, del fratello F, forse suicida. La verità però sembra lontana, nascosta dai silenzi degli abitanti del posto; oscura come le pagine del libro che il fratello ha lasciato incompiuto e di cui lui sta cercando di scrivere un finale; ineffabile come le paure che lo paralizzano e lo spingono a chiudersi sempre più in se stesso; irraggiungibile, come l’isola a forma di balena che osserva dalla riva. Almeno fino a quando non incontra J, una ragazza in sella a una bicicletta rossa, che sembra nascondere la chiave per capire cosa sia successo a F e per sciogliere la patina di incomunicabilità di cui è prigioniero. In questo romanzo d’esordio Andrea De Spirt dona una nuova lingua alla solitudine: una scrittura sottile e trasparente come il ghiaccio che copre le onde, dentro la quale ognuno di noi può trovare il proprio riflesso.