L’aumento dei contagi e la prevalenza indiscussa, ormai, della variante inglese, che, come si sa, è molto più infettiva e contagiosa, ha spinto con l’acceleratore la Campania in zona rossa con provvedimento del Ministro della Salute, Speranza.
A dare man forte alla decisione governativa, la Regione ha disposto ulteriori restrizioni e limitazioni che vanno a sommarsi alle scelte attive su tutto il territorio nazionale dal 15 marzo fino a Pasqua.
Il problema è che la capacità di accettazione dei dpcm e delle ordinanze restrittive è giunta alla saturazione massima.
A parte la comprensibile sofferenza e insofferenza da parte di alcune categorie commerciali e professionali, fortemente deprivate e in ginocchio per un fermo dell’economia così continuativo e coercitivo, i cittadini sono sempre più indisciplinati e incattiviti.
Le scuole chiuse, i parchi chiusi, le attività chiuse: è chiaro che é una situazione emergenziale che non ha più il carattere della temporaneità e della provvisorietà e questo fa sclerare e perdere la “retta via” a molti!
In una domenica semi primaverile, adulti “responsabili” (!?!) in compagnia dei loro figli, dimenticando la loro funzione educativa e di esempio, si sono incontrati a Piazza del Gesù e sono partiti per una crociata senza senso, per il momento che viviamo, fino a Piazza Vittoria.
Raggiunti i cancelli chiusi della Villa Comunale, ovviamente per le misure anticovid, hanno pensato di manifestare non solo con elementi simbolici, una bicicletta tinta di giallo per ribellarsi alle chiusure con uno slogan “Rinunciare a vivere per non morire? Noi non ci stiamo” e uno striscione di protesta per un anno di Dad per le scuole chiuse, bensì con qualcosa in più, segno drastico di sdegno: far scavalcare i cancelli ai propri figli e catapultarli all’interno del parco verde per farli trattenere alcuni minuti illusoriamente di nuovo padroni di uno spazio pubblico, sottratto, a loro giudizio, immeritatamente con una ennesima decisione del governatore De Luca impositiva e avventata.
Quasi come se la chiusura fosse dettata da un capriccio e non dall’agire irresponsabile tenuto nelle ultime settimane da molti cittadini partenopei…come se la Dad fosse una scelta discrezionale e non necessitata dai contagi in crescita nelle scuole…come se meritassimo le aperture dopo i flussi umani inaccettabili sul lungomare dimentichi della diffusione tuttora prepotente del coronavirus…come se davvero rinunciare a vivere per non morire e ovviamente non far morire i più fragili e i più deboli anche tra i nostri cari non sia una giusta moneta di scambio per arrestare la corsa inarrestabile del maledetto Covid19…come se i migliaia di morti e malati di virus di tutte le età presenti tra i nostri parenti, amici, colleghi, vicini, conoscenti e illustrati ogni dì dalla tabella blu ministeriale non ci appartenessero…non ci riguardassero!
Spingere, poi, i figli dinanzi nella protesta, strumentalizzando le loro fragilità e facendoli diventare protagonisti di una serie di atti quasi vandalici al limite della legalità, non sembra un atto di coraggio né di particolare significato.
Si dimenticano in questo torpore esistenziale, dovuto all’avvento pandemico, le regole del vivere civile e soprattutto si é rimosso che le limitazioni non fanno piacere a nessuno né sono assunte con leggerezza…ma sono necessarie e indispensabili per rallentare i contagi che ormai viaggiano intorno ai 3000 al giorno con sintomatici sempre più numerosi che si spintonano nelle corsie degli ospedali, di nuovo drammaticamente affollate!
Insomma, a parere di chi scrive, una polemica sterile e davvero inutile.
A cosa serve una crociata che genera assembramento gratuito, peraltro?
In che modo la partecipazione e il coinvolgimento dei più piccoli in una manifestazione di malcontento e malessere può avere un beneficio???
Piuttosto, i bambini e i ragazzi come tutti stanno subendo il sacrificio di rinunce e le limitazioni della libertà ed é assolutamente legittimo protestare, quando, però, questo abbia un senso!
È cambiato il Governo, abbiamo assistito ad una crisi governativa seria ed impegnativa, i virologi sono terrorrozzati dall’avanzata della pandemia nonostante le vaccinazioni in corso e i timori per le vaccinazioni stesse, siamo in guerra si sente dire continuamente!!!!
Eppure a distanza di un anno siamo punto e a capo…anzi stiamo decisamente peggio!
Conosciamo la sofferenza della clausura; avvertiamo il disagio dei nostri figli; sentiamo la solitudine dei nostri nonni; soffriamo la distanza forzata; conviviamo con la mancanza dei nostri affetti; dobbiamo dimenticare cosa vuol dire stare insieme serenamente e con disinvoltura senza mascherine né gel asettico; assistiamo tristemente alla drammatica situazione lavorativa di molti…aspettiamo la copertura a tappeto dei vaccini e viviamo di questa speranza.
Ebbene, non è la ribellione a ridarci la libertà e nemmeno la rassegnazione.
Ci vuole senso di responsabilità e una certa dose di autocontrollo per mantenere i nervi saldi e non crollare di fronte alle continue incertezze e instabilità per il presente e il futuro.
Lo stop and go ci sta logorando…ci sta rubando il presente e ci sta sospendendo in una bolla il futuro ma la formula magica non é a nostra portata.
La pazienza quella sì!
E soprattutto la consapevolezza che le guerre si combattono solidali e uniti, proteggendo i bambini senza esporli in battaglia e difendendo le trincee con senso di responsabilità, evitando quei comportamenti rischiosi per la salute di tutti.
Non si può vivere più guardando la vita di oggi con gli occhi del passato perché la spaccatura esiste ed é reale!
E solo una grande coesione sociale ci può portare a superare tutto!
Da oggi partono tutte le ulteriori misure restrittive che ci accompagneranno a Pasqua…con regole simili a Natale e un’Italia quasi tutta in rossa esclusa la mosca bianca della Sardegna, un’isola felice in questo momento.
È cambiato il Maestro di Orchestra ma la musica continua ad essere la stessa perché alternativa non vi è purtroppo.
Evitare il superfluo, accantonare la normalità e la sua idea a cui continuiamo a guardare con malinconica nostalgia, arricchire la condivisione, cercando metodi alternativi per tenersi la mano a distanza, rinunciare alla compagnia tutelandosi a vicenda, con una piccola parentesi pasquale, prevista dal decreto, sperando e scongiurando che non sia l’occasione per far banchettare, ancora e ancora, il virus tra pastiere e casatielli, un ospite a sorpresa, quanto di più indesiderato, astuto e ostile!