Mentre il Napoli e le altre squadre di Serie A, in posti caldi come la Turchia e Malta, preparano la ripresa del campionato con ritiri e amichevoli di lusso, in Qatar è iniziata la fase cruciale della Coppa del Mondo, con quattro squadre rimaste a contendersi il trofeo più ambito.
Se negli ottavi di finale l’unica grande sorpresa era stata l’eliminazione ai rigori della Spagna di Luis Enrique ad opera del Marocco, i quarti di finale hanno regalato match equilibrati ed emozionanti, con la lotteria dei rigori spesso arbitro crudele dei destini delle squadre.
Partenza col botto già nel primo incrocio di venerdì pomeriggio, quando il Brasile, favoritissimo e reduce dal poker rifilato alla Corea del Sud di Kim, ha affrontato la Croazia di Modric, che ai rigori aveva spento il sogno del Giappone nel turno precedente.
Contro ogni pronostico, a salutare il torneo sono stati Neymar e soci, vittima della loro presunzione: dopo 90′ con poche emozioni, se si esclude il miracolo di Livakovic su un tentativo di autogol di Lovren, nei supplementari Neymar ha trovato quello che sembrava il gol decisivo, saltando il portiere e segnando a porta vuota dopo una bella azione tutta di prima.
I verdeoro però non hanno saputo amministrare il prezioso vantaggio, sbilanciandosi e subendo al 116′, in contropiede, il pareggio croato, siglato dal centravanti Petkovic, ex bomber di provincia in Italia, passato senza lasciare traccia tra Catania, Bologna e Virtus Entella.
Nella roulette russa dei penalty, ancora una volta era Livakovic, già protagonista con tre rigori parati al Giappone, a spianare la strada della semifinale ai croati, neutralizzando il primo tiro dal dischetto di Rodrygo; era però Marquinhos a commettere l’errore decisivo, mandando il quarto rigore sul palo e la selezione brasiliana a casa.
Chi pensava di aver vissuto abbastanza emozioni per la giornata, non poteva immaginare quanto stava per accadere nella sfida tra l’Argentina di Messi, giustiziera dell’Australia agli ottavi, e l’Olanda di Van Gaal, arrivata ai quarti dopo la vittoria contro gli USA.
Dopo 80′ di dominio albiceleste, con Messi protagonista di un assist chirurgico per il gol di Molina e della trasformazione del rigore del 2-0, la mossa del tecnico olandese ha cambiato volto al match: dentro le due torri De Jong e Weghorst, e proprio quest’ultimo ha trovato una clamorosa doppietta che ha mandato tutti ai supplementari.
Incredibile soprattutto il gol del definitivo 2-2, segnato dagli “orange” al 100′ su un diabolico schema da calcio di punizione, con l’attaccante del Besiktas bravissimo a prendere il tempo a Enzo Fernandez e fulminare Martinez.
Il portiere argentino si è rifatto però ai calci di rigore, dopo che nei tempi supplementari Lautaro Martinez ed Enzo Fernandez, clamoroso il suo palo colto al 120′, avevano sfiorato il gol qualificazione.
L’estremo difensore albiceleste ha neutralizzato i primi due penalties olandesi, indirizzando le sorti della lotteria, e consentendo al “Toro” nerazzurro di chiudere i giochi con l’ultimo rigore che mandava la Seleccion in semifinale.

Anche le sfide di sabato non hanno tradito le attese, a cominciare dal match tra la rivelazione Marocco, spinto da un intero continente, e il Portogallo che senza CR7, finito mestamente in panca, ha travolto la svizzera negli ottavi con un tennistico 6-1.
Sovvertendo tutte le previsioni i maghrebini, grazie alla rete di El-Nesyri e alle parate di Bounou, altro eroe in una competizione dominata dai portieri, hanno battuto i lusitani e riscritto la storia del calcio: per la prima volta, infatti, l’Africa avrà una sua rappresentante tra le prime 4 del Mondo.
Incontenibile la festa delle numerose comunità marocchine presenti nel vecchio continente, compresa l’Italia, invasa dai gioiosi e contagiosi (tranne che per Salvini) caroselli dei tifosi nordafricani a Roma, Milano, Napoli e tante altre città.
La mesta uscita dal campo di un Ronaldo in lacrime è emblematica, visto che con ogni probabilità questa è stata l’ultima grande partita giocata dal fuoriclasse portoghese, destinato a terminare la carriera nel ricco ma ben poco competitivo campionato Saudita.
I quarti di finale si sono chiusi con una “classica” europea, ovvero la sfida tra la Francia, Campione in carica e grande favorita per il bis, e l’Inghilterra di Southgate: entrambe le compagini avevano superato gli ottavi con prestazioni convincenti e condite da 3 gol, rifilati rispettivamente alla Polonia di Zielinski (Mbappè sugli scudi con una doppietta) e al Senegal di Koulibaly.
Anche stavolta è stato decisivo un rigore, quello sbagliato da Kane a 5 minuti dalla fine: il centravanti inglese, che aveva già pareggiato dal dischetto l’iniziale vantaggio transalpino firmato da Tchouameni, ha sparato alto il rigore del possibile 2-2, dopo che il solito, implacabile Giroud aveva riportato avanti una Francia non trascendentale con una delle sue proverbiali incornate.
Tutto è pronto per le semifinali dunque: Mbappè eguaglierà Pelè vincendo due mondiali di fila, Messi coronerà la sua carriera straordinaria regalando il Mondiale all’Argentina, o una tra Croazia e Marocco entrerà nella leggenda?
Lo scopriremo Domenica prossima, quando andrà in scena l’ultimo atto del Campionato del Mondo più anomalo, controverso ma anche “globale” della storia del calcio.
Questo il quadro delle Semifinali:
Martedì 13 Dicembre ore 20
Argentina-Croazia
Mercoledì 14 Dicembre ore 20
Francia-Marocco