Il mondo di internet, come saprete, ha subito un’evoluzione di un certo livello, soprattutto negli ultimi anni. È un discorso che ho già fatto più volte e l’ultima cosa che voglio è annoiare il lettore ripetendomi all’infinito. Questa volta vorrei evidenziare, a differenza delle altre volte, uno degli aspetti che, a mio parere, rappresenta l’evoluzione sbagliata dell’uomo a causa di internet.
Ho già parlato della prima piattaforma di streaming di videogiochi (anche se non in diretta), ossia YouTube, la quale ha portato alla nascita di una categoria di persone (gli youtuber, per l’appunto) che hanno fatto la propria fortuna condividendo le proprie esperienze, sia videoludiche che non, con i propri iscritti, con i propri seguaci. Tendenzialmente, soprattutto durante il periodo che è andato dagli albori di YouTube (2007 circa) al suo primo grande successo (2011, soprattutto quando si parla di gaming), la figura dello youtuber non veniva quasi mai preso sul serio, anche perché, all’epoca, si tendeva ancora a non comprendere le vere potenzialità di internet. Anche a causa di ciò, gli youtuber erano conosciuti fondamentalmente solo da chi li seguiva e non avevano una risonanza tanto grande.
Poi, grazie ad una diffusione sempre maggiore di internet e anche grazie ad una certa abilità da parte dei suddetti youtuber a migliorare sempre di più, YouTube ha iniziato ad essere vista come una piattaforma che poteva effettivamente portare ad un certo guadagno. Questo miglioramento ha portato chiaramente ad una seria moltiplicazione del numero degli youtuber sulla piattaforma. A questo punto non poteva che migliorare la situazione, no? Una piattaforma migliore con più utenti e, conseguentemente, con maggiori guadagni per chi lavora su YouTube non può che essere un bene, giusto? Beh, la storia ci insegna che, purtroppo, che le cose, dal 2014 circa ad oggi, sono peggiorate. Se infatti si va su YouTube oggi alla ricerca di informazioni (anche semplice gameplay)sui videogiochi, a parte qualche sacrosanta eccezione, si rischia di incappare nella categoria delle “tendenze”. Parlo di rischio perché, nonostante quello che in teoria direbbe la logica, e cioè che un video con tante visualizzazioni è sinonimo di qualità, i video in tendenza sono principalmente video riguardanti sempre gli stessi argomenti (nel caso del gaming, a parte l’immortale Minecraft, in questo periodo va molto Fortnite o l’altrettanto immortale FIFA e i suoi pack opening) con titoli acchiappa views e miniature il più attrattive possibili. Ovviamente questi video hanno un target abbastanza basso sia per età che per intrattenimento e certamente non pretendo che tutti i creatori di contenuti su YouTube facciano video costruttivi.
Il problema è che, a mio parere, questa mediocrità galoppante che sta infettando YouTube (ed anche Twitch, almeno in parte) porta alla diffusione di bassa qualità anche in contenuti che non dovrebbero averne. Ad esempio, moltissimi gamer con milioni di iscritti, per restare sulla cresta dell’onda, giocano a miliardi di giochi senza realmente apprezzarne le qualità, ma solo perché “tanto fa visual”, trattando capolavori con una presunzione tale che, a meno che non si sia un fanboy di quel determinato youtuber, non fanno che attirare haters (che si, sono altre visualizzazioni, però fa calare drasticamente la reputazione).
Questo tipo di mentalità è quella che, secondo me, ha causato anche una certa perdita di credibilità nei confronti dei videogiochi, e, a mio parere, nel lungo periodo, questi personaggi tenderanno si a scomparire, ma verranno presto sostituiti da nuovi esemplari. Non so quale possa essere il modo di fermare questo degrado. Le uniche possibilità che mi vengono in mente dipendono solo ed esclusivamente dagli youtuber in questione e purtroppo non è che abbia molta fiducia in loro.